portale - bottega marchigiana (fine, inizio sec. XVIII, sec. XIX)

portale,

Semplici paraste e trabeazione, sormontate da un timpano triangolare. Porta a specchi sovrapposti (4+4) e base liscia

  • OGGETTO portale
  • MATERIA E TECNICA legno/ verniciatura
    pietra arenaria/ sbozzatura
  • LOCALIZZAZIONE Monterubbiano (AP)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa di S. Maria dell'Olmo, insieme a quella dei SS. Stefano e Vincenzo, è una delle più antiche del Paese e venne così chiamata forse per qualche olmo secolare che si trovava nelle vicinanze. Risulta essere coeva alla chiesa romanica di S. Quirico a Lapedona e come quest'ultima è costruita in pietra arenaria; esternamente conserva le strutture antiche unitamente alla torre e alla cripta. La chiesa primitiva era a due navate (la minore di livello più basso verso nord) divise tra loro da quattro colonne e cinque archi. Al presbiterio sopraelevato, che sovrastava la cripta, si accedeva tramite sei scalini, mentre l'altare maggiore era quasi aderente all'abside. Nella calotta vi era dipinta l'ultima Cena e alle pareti laterali gruppi angelici. Purtroppo l'antica copertura a botte in un'epoca imprecisata crollò, forse per la spinta delle arcate superiori quindi per compensare la chiesa della parte perduta nella zona absidale, venne retrocessa la facciata a ponente di ben otto metri. Si rese quindi necessaria una trasformazione generale della chiesa che fu intrapresa da D. Pietro Corsi nel 1573; egli fece rialzare le mura con i rottami dell'antica rocca che si ergeva nel luogo dove oggi ci sono i giardini pubblici. In seguito sia i restauri che i rifacimenti furono continuati dai successori D. Domenico Cartacci e D. Luigi De Angelis; quest'ultimo nel 1808 conferì l'incarico della ristrutturazione all'architetto romano, Amati, che la ridusse allo stato attuale. Il lavoro eseguito è assai mediocre, si tratta infatti di stile neoclassico consistente nel centro in un catino ovale di camorcanna, sostenuto da quattro colonne doriche e da un'unica navata con tre altari laterali. Un succesivo intervento venne fatto nel 1852 dal priore D. Gaetano Galli con il rifacimento del pavimento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1100166715
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche
  • ENTE SCHEDATORE Legge 145/92
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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