San Celestino V. Santo
dipinto,
ante 1613 - ante 1613
Bedeschini Giulio Cesare (attribuito)
notizie 1605-1625 ca
Il Santo, aureolato, è rappresentato frontalmente, a tre quarti di figura. In abito pontificio, riccamente abbigliato con triregno, piviale ricamato chiuso da una spilla gioiello, ai cui lembi laterali vi è raffigurata un'Annunciazione, sostiene con la mano sinistra il modello dell'Aquila, vista dalla Basilica di Collemaggio, con Porta Bazzano in primo piano e con la destra un libro (legatura verde con l'emblema delle chiavi di San Pietro)
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Bedeschini Giulio Cesare (attribuito)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
- LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
- INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo la controriforma si diffonde nuovamente il culto per le reliquie dei santi e la particolare attenzione per le Chiese che le contengono. Allo stesso modo, la formula iconografica della “dedicatio” ovvero l’offerta di un modellino della città alla divinità, per intercessione di un Santo, torna in auge, laddove il fervore devozionale è affiancato da un impegno sociale ed attivo nella vita della comunità cittadina. In questo nuovo spirito va considerata la serie dei 4 Santi Protettori della città dell'Aquila, di cui quest’opera fa parte:San Massimo, San Bernardino da Siena, San Celestino V e San Equizio.( Ferdinando Bologna, vecchie schede da n 940 a n 943) E’ registrata nell'inventario manoscritto delle opere del Museo Dio cesano, successivamente consegnata in deposito alla Soprintendenza e collocata nel Museo Nazionale (Opere ..., 1966). Non ne è stata accertata l'ubicazione originaria. Come ha già notato il Moretti (1968), questa opera fa parte di una serie ed è, tra quelle note , una delle migliori. Infatti, dei quattro ritratti, se ne conservano numerose copie, alcune di mano dello stesso Bedeschini, altre della bottega; una copia pregevole fu conservata presso il Palazzo vescovile fino al 6 aprile 2009, un’altra presso il Palazzo Comunale della città e attribuita all’artista già dagli storici locali fin dal 1688). I quattro dipinti sono databili tra il 1607 e il 1613, ovvero ai primi anni dell'attività del pittore, subito dopo il periodo di formazione a Roma. Evidenti sono i legami stilistici che quest'opera presenta nei confronti della pittura toscana coeva ed in particolare è chiara la vicinanza con l'opera del Cingoli, di cui fu allievo nella capitale. La parte della città dell'Aquila raffigurata nel modellino è quella visibile dalla Basilica di Collemaggio, fondata da Pietro da Morrone, poi Celestino V, dopo la sua elezione a Pontefice nel 1294.Dietro Porta Bazzano si vede in modo riconoscibile la Basilica di San Bernardino e il coronamento orizzontale della Chiesa di Santa MAria di Picenze, ceduta alla Confraternita della trinità nel 1577 e l'antico monastero dei criciferi di San Matteo, riconoscibile dalla possente torre campanaria
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300026579
- NUMERO D'INVENTARIO 206
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0