Laguna di Venezia, Aree archeologiche del Veneto, 28 033 01 (sito pluristratificato)

Codevigo, età romana

Qualsiasi trattazione sulle emergenze archeologiche del territorio di Codevigo, deve essere inquadrato nell’ambito di un più ampio discorso sulla storia insediativa della laguna di Venezia ed in particolare del suo settore meridionale. Il settore meridionale della laguna di Venezia è geomorfologicamente legato al fiume Brenta. Il Mino e Maio Meduaco della Tabula Peutingeriana sono stati interpretati dal Bosio (che se ne occupò per primo a partire dalla seconda metà degli anni '60) come i due rami del Brenta antico che, dopo essersi biforcato a valle di Patavium, sfociavano in laguna a loro volta dopo essersi divisi in due rami. Il Meduacus Maior si sarebbe biforcato all'altezza dell'odierna Dolo per passare col suo ramo più settentrionale per l'Abbazia di Sant'Ilario e sfociare con quello più meridionale a oriente di Lugo; il Meduacus Minor invece, dopo essere passato per Camin, si sarebbe diviso a nord ovest di Saonara per sfociare in laguna presso Lova nel suo tratto più settentrionale e ad est di Arzengrande con l'altro. Se pure con lievi aggiustamenti tutti gli studiosi successivi hanno fatto propria la teoria dei quattro rami contemporaneamente attivi in un arco cronologico compreso tra l'età protostorica e quella romana. Un importante sito di questa zona di laguna è l'area, ora sommersa, nella quale sorgeva il monastero di S. Leonardo in Fossa Mala: il rinvenimento di numerosi frammenti ceramici attici di IV sec a.C. attesta che l'area era insediata e solo con il secolo successivo si può notare una cesura abitativa che durerà fino al VI sec d.C., quando l'ingressione marina che aveva causato la sommersione dell'area lascerà nuovamente spazio all'insediamento umano. Nei pressi del Porto di Malamocco fu edificata nel 1572 un'isola artificiale per scopi militari chiamata Ottagono per la forma della sua pianta: il potente riporto di argilla su cui venne edificato il terrapieno, verosimilmente ottenuto con l'escavo del canale prossimale alla fortezza, presenta numerosi materiali di epoca romana a dimostrazione dell'occupazione anche in antico di quella parte di laguna. Nelle vicinanze dell'Ottagono sono stati anche individuati un paio di siti di IV sec a.C.. La linea di costa della laguna preromana, più interna rispetto a quella attuale, è stata individuata su una direttrice nord est /sud ovest che va da Malamocco a Monte Cucco passando per Peta de Bo e Valle della Dolce: attorno al 500 a.C. si sarebbe passati alla linea di costa attuale. A poche decine di metri dall'isola di Poveglia sono stati individuati i resti sommersi di un edificio di epoca romana ed in tutta la zona compresa tra questa ed il porto di Malamocco si sono individuate testimonianze di una ristrutturazione del sistema insediativo databile tra il I sec a.C. ed il IV sec d.C. di un'area che doveva essere terra emersa e coltivata. Per quanto riguarda il territorio di Codevigo si sono reperiti negli archivi della Soprintendenza due documenti inerenti ad una consegna di materiale ad una segnalazione di affioramento di materiale archeologico, entrambi datati al 1990, da cui si evince che in un campo presso C. Guzzone affioravano diversi materiali di età romana, interpretati come resti di una serie di sepolture intaccate dalle arature. Di un anno successiva è la segnalazione di un nuovo ritrovamento di materiali di epoca romana presso la vicina Punta Fogolana, nelle vicinanze della quale si segnalano “resti di strutture di età romana visibili con la bassa marea

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