CASTELLO MEDIEVALE DI MONTE ACQUARONE con preesistenze (struttura di fortificazione castello militare)

Lucinasco, Età medievale

Il sito collocato sulla cima di Monte Acquarone è facilmente raggiungibile attraverso una strada carrozzabile che conduce sin quasi sulla cima. Esso si pone in collegamento visivo con il Monte Follia (0700263684) e con Castellareto di Cervo (0700263593), entrambi sedi di siti d'altura d'età protostorica. L'insediamento su questa altura doveva essere particolarmente favorevole, anche grazie alle numerose sorgenti che si trovano nelle vicinanze: la Fontana del Maro, le sorgenti della Maddalena e quella dell'Acquarone, ancora oggi sfruttate dagli acquedotti dei moderni centri di Lucinasco, Chiusavecchia e Vasia e da cui forse deriva il toponimo del monte. Il sito si colloca in un punto di crocevia, passaggio di diverse vie di comunicazione tra gli opposti versanti; l'utilizzo della viabilità passante per Monte Acquarone durante la transumanza è segnalato anche dalle numerose caselle che si ritrovano sui versanti del monte; inoltre dalla cima si ha un'ampia visuale a 360° sulle valli imperiesi, dal mare fino alle Alpi. Ancora oggi la cima del monte segna il confine fra tre diversi comuni: Lucinasco, Vasia e Pontedassio. Il sito è stato sede di un castello, di cui rimane traccia in documenti del XIII sec. ma che forse doveva già esistere due secoli prima, a difesa della media vallata e in contrapposizione con il castello di Scortegabecco al Pizzo d'Evigno, collocato più a occidente. Le ricognizioni effettuate sul luogo nel 2005 dal Gruppo Ricerche Ponente hanno rilevato la presenza di una spianata con ogni probabilità artificiale, sul punto più elevato del monte, e numerose murature a secco (forse traccia dell'antico castello), ma non hanno portato al ritrovamento di materiale. La vegetazione riscontrata (soprattutto erba e arbusti medio-bassi) lasciava scoperte e ben visilìbili le strutture murarie mentre copriva uniformemente il terreno, rendendo pressochè impossibile altri rinvenimenti. Le murature rilevate sulla cima del monte, visibili fuori terra per uno o al massimo due filari, sembrano formare una struttura quadrangolare, a cui si addossano, all'incirca in corrispondenza degli angoli, altre murature rettilinee (forse contrafforti). Tutte queste strutture sono realizzate in blocchi di pietra locale sbozzata e messa in opera a secco. Il rinvenimento di alcuni frammenti di ceramica d'impasto è stato segnalato in relazione ad una precedente ricognizione (ODETTI 2003). Procedendo verso nord-est, seguendo la cresta a monte di Pian dell'Armetta, si evidenzia la presenza di una lunga struttura muraria, forse identificabile come muro di confine costituita da grandi blocchi di pietra allineati. In questo modo si raggiunge un piccolo poggetto (713 m slm; UTM 866.523 - 417.113) che ospita due strutture: si tratta di una struttura circolare in conci squadrati in pietra a secco (forse rudere di una torre di avvistamento) e di una collinetta artificiale sommitale costituita di pietre e terra (analoga ad un tumulo, ma di incerta interpretazione)

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