Colle Termini di Perinaldo (Poggio Castellaro) (insediamento tracce di insediamento)

Sanremo,

Sito ubicato lungo il crinale occidentale del comprensorio di Sanremo, tra Monte Caggio e Monte Bignone; si caratterizza come un'altura di modesta entità che emerge dal crinale suddetto con versanti dirupati sul lato sud-occidentale, mentre più dolci sono le pendici nordorientali. Viene descritto da Ciasca e Peroni nel corso di ricognizioni svoltesi nei primi anni '50; la motivazione alla base della ricerca di superficie era costituita dall'esistenza di un antichissimo toponimo presente in documenti confinari antecedenti al Mille, ossia "Castalare", che la memoria locale aveva conservato ancora negli anni '50 nell'accezione dialettale, cioè Castelà. Il rapporto di tale ricerca evidenziava la presenza, sul versante settentrionale (in realtà nordorientale), di "un cumulo di pietre e terra" pittosto regolare, adiacente ad una moderna vasca per la raccolta dell'acqua piovana e molto simile a quello individuato sul Monte Caggio e pertanto dubitativamente interpretato, allo stesso modo, come "torre di vedetta". Una trentina di metri a ud-ovest della stretta spianata sommitale furono invece individuati i resti di una struttura quadrangolare di lato 11x4, con lati lunghi paralleli al crinale; si segnalò in particolare la presenza di un paramento in muratura a secco del quale si misero in luce due corsi di blocchi, per un'altezza complessiva di 40 cm. circa. N.Lamboglia invitava ad una particolare cautela nell'attribuire a età antica le strutture individuate. Una ricognizione condotta dalla Soprintedenza per i beni archeologici della Liguria nel 2003 ha permesso di individuare parte delle strutture già segnalate. Percorrendo il sentiero che si distacca a destra dalla mulattiera S.Romolo-Perinaldo, che ricalca un probabile antico tracciato di crinale che collega il mare con i pascoli di Monte Bignone e Monte Ceppo, si nota come ad un certo punto esso tagli un muro, piuttosto regolare, in pietra a secco, largo circa m. 1,20 e conservato per una lunghezza di circa 10-12, con tutta probabilità uno dei paramenti della struttura individuata da Ciasca e Peroni, benchè esso risulti l'unico dei quattro muri perimetrali individuato. Nel terreno che in parte lo copriva, si è rinvenuto un fondo di coppetta di ceramica invetriata tardo-medievale decorata a stecca. Procedendo, una volta lasciato il sentiero, in direzione della parete SO della spianata sommitale, si giunge ad un'area moderatamente acclive, separata dal colle da una parete di roccia di modesta altezza, ai piedi della quale giace una serie di blocchi semilavorati, chiaramente cavati dalla parete stessa, alcuni dei quali presentano al centro un foro praticato artificialmente. L'area si configura quindi come una cava di incerta datazione. La parete risulta valicabile tramite una traccia di sentiero che dalla cava porta al pianoro soprastante: a metà di tale rampa si nota un lacerto di muretto a secco con apparente funzione di sostruzione dell'area sommitale. Scendendo nuovamente sul sentiero sottostante e proseguendo verso E, si incontra un secondo muro rasato, di fattura apparentemente più rozza del primo, orientato S-N e anch'esso tagliato dal tracciato suddetto. Poco ad E di tale paramento a secco sono stati rinvenuti alcuni frustoli di ceramica grezza ad impasto di produzione locale non databili. E' stata individuata con tutta probabilità anche la struttura (cumulo di forma conoidale) ubicata sul versante NE del sito, in adiacenza alla vasca per l'acqua piovana. Gli elementi individuati confermano la presenza di una qualche installazione difensiva di crinale, quale attestata dalle fonti documentarie altomedievali; tuttavia non sembrano sufficienti ad inferire l'esistenza di un sito d'altura di età preromana; la tecnica edilizia del muro più occidentale, particolarmente curata, unita alla presenza di ceramica medievale, fanno propendere peruna datazione molto più recente

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