VILLA ROMANA DELLA FOCE (villa)

Sanremo, età romana imperiale

La parte oggi visibile della villa è composta da diversi ambienti appartenenti principalmente all'impianto termale (Scheda MA 0700309213). Gli ambienti A1-A7 sono da riferirsi alle terme mentre gli ambienti A8-A14 sono accessori: A8 era una stanza di servizio, A9 le latrine, A10 un cortile, A11 e A12 potrebbero essere o delle salette o anche stanze da letto, A13 è un piccolo vano stretto e lungo che poteva essere un vano scale, infine A14 era il giardino. Allo stato attuale della ricerca, è possibile proporre per la villa una datazione iniziale al I secolo d. C. sulla base della tipologia degli impianti di riscaldamento e per i reperti ceramici rinvenuti, dati per altro in accordo con la tecnica in opera cementizia con paramento in blocchetti rettangolari di arenaria e calcare (petit appareil), usata per la costruzione. I reperti ceramici, inoltre, ci testimoniano della continuità di uso di questo edificio sino al V - VI secolo d.C. Negli anni '90 sono state avviate anche indagini subacquee nella rada di fronte alla villa. Tali indagini, condotte dalla Soprintendenza, da un lato, hanno permesso di accertare che i presunti ruderi sommersi nel tratto di mare antistante alla villa sono in realtà degli affioramenti rocciosi naturali, dall'altro, hanno restituito numerosi reperti fittili, pertinenti ad anfore dello stesso tipo. Si può quindi ipotizzare che l'imboccatura del Rio Foce e la rada di levante siano state teatro del naufragio di almeno un relitto carico di anfore tipo Dressel 2/4, anfore impiegate nel I sec. d.c. per il trasporto del vino. Tra 2002-2003 e 2004-2005 si sono svolte ulteriori Campagne di scavo:1) nella prima Campagna (2002-2003), in concomitanza con un intervento di riqualificazione, è stato effettuato un saggio di scavo archeologico nell'area che sarà adibita a parcheggio pubblico, a ridosso della recinzione occidentale del sito archeologico, dove è stata realizzata una trincea con andamento nord sud con dimensioni di 16 x 4,5 m. Lo scavo ha messo in luce strati antropizzati moderni che coprivano uno strato antropzzato antico di colore bruno, caratterizzato da pochi frammenti ceramici e laterizi in matrice sciolta e argillosa; al di sotto di esso è stato messo in luce uno strato argilloso compatto, di colore giallo, declinante verso sud, su cui poggiavano verso l'estremità meridionale del saggio, lacerti di due murature, costituite entrambe da un solo corso di pietre e grossi ciottoli senza legante; un muro ha andamento curvilineo e si raccorda verso ovest all'altro, che è invece rettilineo in senso est-ovest. Presso l'angolo nord-ovest dello scavo alla stessa quota di tali murature è stata messa in luce una concentrazione di materiale ceramico ed edilizio; poco più a nord della precedente, un secondo nucleo di pietre e laterizi potrebbe riferirsi al fondo superstite del riempimento di una buca o ad attività di spianamento e sistemazione posteriori all'abbandono della villa. Questo scavo ha quindi è permesso di affermare che la villa si estendeva anche verso ovest con murature che, sebbene rinvenute a livello di fondazione, presentano due caratteristiche interessanti: hanno sia un orientamento che una tecnica costruttiva diversi da quelle affioranti nella vicina area archeologica, configurando perciò la possibilità che la monumentalizzazione del complesso possa essere stata preceduta da una prima fase forse di età augustea o giulio-claudia. 2) La Campagna 2004-2005 ha comportato dapprima la realizzazione di planimetrie e sezioni architettoniche aggiornate, poi lo scavo vero e proprio con due saggi: il primo saggio, ad ovest dei resti, ha permesso di individuare al centro del muro perimetrale sud della vasca A1 l'imboccatura del Praefurnium che permetteva di riscaldare l'intercapedine (hipocaustum) sottostante il pavimento della vasca. Inoltre, si è potuto accertare il buono stato di conservazione di due condotti fognari, uno confluente nell'altro, aventi direzione NO/SE coevi all'impianto termale. La fogna si interrompe dopo 6 m verso sud, invece dal lato opposto si biforca in due condotti divergenti. Il secondo saggio ha permesso di verificare che non esistono altri ambinti attigui alla sala absidata A12. Infine si sono scoperte due murature tra loro vicine, riferibili ad una fase edilizia anteriore alla costruzione del complesso termale: presentano infatti diverso allineamento e si trovano ad una quota inferiore. Ciò conferma l'esistenza di un edificio precedente e più modesto, già ipotizzato per i rinvenimenti del 2002 avvenuti nel parcheggio confinante ad ovest

RELAZIONE URBANISTICO AMBIENTALE

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