tomba
Gli Ipogei Lagrasta si dividono in tre distinti nuclei (I, II, III), scavati interamente nel banco tufaceo L’ipogeo Lagrasta I, il più grande dei tre, con orientamento nord est-sud/ovest e ingresso posto a sud-est, presentava una pianta a croce latina. Attraverso un ampio dròmos inclinato, si accedeva a cinque nuclei ipogeici composti complessivamente da nove ambienti (camere e vestiboli). La porta d'accesso alla camera principale (1) era di tipo dorico con due pilastri, che fiancheggiavano l'entrata, a cui erano addossate due semicolonne ioniche; la copertura era a botte con false travi intagliate nel tufo e dipinte di rosso; la parete di fondo, dalla quale si accede alla camera 2, presentava una decorazione costituita da quattro semicolonne ioniche sormontate da una finta trabeazione. Dalla stanza 1 provengono vari oggetti del corredo in oro, lance in ferro, una oinochoe e una tavola in marmo bianco, 25 vasi policromi ed altri vasi più piccoli e coppe di vetro, terrecotte figurate, figurine di animali e di frutta accanto a frammenti di avorio, bronzo e ferro, che decoravano la kline, su cui era distesa l’inumata. Fu probabilmente rinvenuto in questa camera un graffito, oggi perduto, datato al 67 a.C. ""Medella figlia di Dasmo, fu sepolta il 28 dicembre del 67 a.C. sotto il consolato di C. Pisone e M. Acilio"". Ciò attesta un prolungato uso della tomba, dalla fine del IV sino al I secolo a.C. La camera 2, il cui ingresso era posizionato a destra del dromos, si distingueva per le pareti incurvate che conferivano una sezione ogivale all’ambiente. Dalla parete sud del dromos si accedeva alle camere 3 e 4, il cui ingresso era caratterizzato da false architetture in rilievo, ricavate nella roccia, con due semicolonne intonacate senza capitelli e un listello che corre su stipiti e architrave. La camera 3 si distingue per il soffitto a false travi, mentre sulle pareti corre una doppia cornice liscia e uno zoccolo dipinto in rosso. Una porta di tipo dorico metteva in comunicazione il vano 3 con la cella 4. Si accedeva dalla parete nord del dromos ad un gruppo di ambienti in successione (5, 6, 7), che subirono pesanti opere di restauro durante la metà del XX secolo d.C. Gli unici elementi riconducibili al progetto originario sono una doppia cornice liscia sotto il soffitto, a finte travature lignee e tracce di colore rosso sulle pareti della camera 5. Da questa cella provengono elementi del corredo in oro ed una oinochoe figurata. Un’apertura, arretrata rispetto alle altre e incassata nella roccia, si apriva sulla parete sud del dromos per consentire l’accesso alla camera 8. Realizzati con molta probabilità in un secondo momento, i vani 8 e 9 non furono mai ultimati. Numerosi vasi provenienti dalle camere di questo ipogeo sono oggi conservati al Louvre e al British Museum, altri sono perduti. L’ipogeo Lagrasta II, con orientamento est-ovest e ingresso ad est, era formato da due camere in asse, posizionate alla fine di un dròmos di accesso a rampa, e da un ambiente che si apre sulla parete sinistra a nord del corridoio. La camera 1, il cui accesso presentava il prospetto composto da due ordini di colonne, presentava le pareti intonacate, di cui restano tracce di una zoccolatura in stucco rosso. Dalla stanza provengono una statua acefala, quattro candelabri dipinti e numerosi vasi. La camera 2, con porta di accesso di tipo dorico e profilata a rilievo, presentava le pareti intonacate; tra gli elementi del corredo compaiono vasi figurati e una statuetta femminile. La camera 3, situata sulla parete nord del dromos, aveva forma trapezoidale e fu realizzata in un secondo momento. Nella stanza sono stati rinvenuti diversi elementi in oro, vasi in alabastro e vetro, piatti in bronzo ed armi. I reperti dei corredi provenienti delle stanze di questo ipogeo furono venduti al Real Museo Borbonico di Napoli. L’ipogeo Lagrasta III, con orientamento est-ovest e ingresso a est, si componeva di un dròmos inclinato con un unico ambiente in asse e di un’altra camera di forma irregolare, che si apriva nella parete destra a sud del corridoio. L’ingresso della stanza centrale (1), ricavato in rilievo nella roccia, era fiancheggiato da due semicolonne scanalate dipinte in rosso e addossate alla parete. La camera 1 presentava il piano pavimentale ribassato rispetto a quello del dromos, mentre la volta era a sezione ogivale. Della camera 2 non si conserva l’ingresso e la poca cura delle pareti scavate denunciano l'incompiutezza del vano. Gli elementi del corredo ritrovati in questo ipogeo furono trasportati al Museo Archeologico di Taranto
- OGGETTO tomba
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CLASSIFICAZIONE
area ad uso funerario
- LOCALIZZAZIONE Canosa di Puglia (BT) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Via Generale Luigi Cadorna, Canosa di Puglia (BT)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’antica città di Canusium fu abitata dall’età del Bronzo (II millennio a.C.) ai giorni nostri. Fu un importante centro daunio, caratterizzato da nuclei sparsi intorno a un’acropoli (parte più alta dell’abitato) centrale; in età romana conobbe un notevole sviluppo (I secolo a.C.-III secolo d.C.), fino a divenire in età tardoantica (IV-VII secolo d.C.) capoluogo della provincia di Apulia et Calabria. In aree extraurbane, al di là delle mura urbiche, erano ubicati alcuni nuclei funerari ipogeci scavati nel tufo e la più vasta necropoli presso il torrente Lamapopoli, realizzata nel II secolo d.C. e in uso almeno fino al VI secolo d.C. Della fase daunio-ellenistica (IV-I secolo a.C.) della città restano soprattutto le strutture funerarie degli ipogei, legate alle potenti e colte aristocrazie locali dell’epoca. Gli Ipogei Lagrasta dovevano con molta probabilità appartenere a una famiglia di alto rango della società canosina. I modelli architettonici e decorativi rimandano a quelli in voga in numerosi contesti coevi (Creta, Macedonia, Etruria meridionale, Napoli, Herdonia, Salapia, Arpi, Lecce e a Canosa gli stessi ipogei Varrese, Scocchera B)
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
dato non disponibile
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600389174
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- ENTE SCHEDATORE Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0