centro storico, di mezzacosta, collinare, lineare, Sala Consilina, Sala (denominazione storica), Sala la Terra (denominazione storica) (VII)

Sala Consilina, VII

Il centro storico si estende su curve di livello poste a diversa altitudine e con sviluppo longitudinale in senso nord-sud. La parte storica dell’abitato si presenta intervallata dall’alveo di alcuni torrenti che ne incidono trasversalmente la maglia formando profonde gole caratterizzate da una forte pendenza: il Vallone Cravatta, la Valle della Madonna di Castello, la Valle d’Amore e la Valle di San Raffaele a est. Il centro storico presenta una tipologia urbanistica articolata in tre nuclei distinti. La zona centrale delimitata a nord dalla piazzetta U. Bassi - via Arnaldo da Brescia e a sud, da via Grammatico - G. Gatta - G. Galilei, comprende l'originario abitato con le antiche cellule della Civita, di Santa Maria, San Leone e i sottostanti sviluppo di Sant'Eustachio, di Santo Stefano e San Biagio (quest'ultimo corrispondente alle attuali vie Guerrazzi e via Mazzini). Un secondo nucleo II prende corpo oltre il vallone di Sant'Eustachio nei rioni di Madonna del Monte e Ariella, di cui la cappellina di Monte Vergine che costituisce il riferimento esterno. Un terzo nucleo è definito dal confine naturale di un Vallone, sul lato meridionale della Civita, e che si è formato attorno alla chiesa di San Pietro e all'antico palazzo Vescovile (oggi carceri giudiziarie; oltre l'abitato sottostante Piescu Russu (Rupe Rossa) si prolunga, nelle vicinanze e all'intorno di San Raffaele, un'appendice di più recente sviluppo. Il centro storico si presenta con una larga parte del tessuto urbano estremamente fitto ai bordi della maglia stradale con pochi spazi di verde privato racchiusi da caseggiati. Le strade più importanti presentano rari slarghi o piazze capienti, in quanto la pendenza propria della costa, su cui s’erge la città, non ne ha consentito una più diffusa creazione. Il borgo medievale corrisponde agli attuali rioni di S. Leone e Civita e, ancor oggi, incorporate in fabbriche successive, si possono vedere due porte d'accesso: Porta Gagliarda o Porta Forte in via Sannazzaro e Portello in via Silvio Pellico. La chiesa principale del borgo era quella di S. Maria della Misericordia oggi totalmente distrutta. Tra le emergenze architettoniche del centro storico si ricordano: la chiesa di Santo Stefano del XII secolo; la chiesa barocca di San Giuseppe; la cappella della Madonna della Consolazione; la cappella di San Giuseppe, eretta nel 1735 dalla ricca famiglia Bigotti; il Palazzo Acciari e la sua cappella, fondata nel 1704; il Palazzo Grammatico, edificato nel 1722; il Palazzo fortificato della famiglia Bove; i Palazzi Cardinale, Caratù, Falcone e Vairo

  • OGGETTO centro storico di mezzacosta, collinare, lineare
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro della provincia di Salerno adagiato su un contrafforte collinare a 614 metri s.l.m. ai piedi dei monti della Maddalena, confine orientale del Vallo di Diano di cui è il centro più grande. A poca distanza dalla Basilicata, si colloca non lontano dai centri storici di Teggiano e Padula. Appartiene all'ambito territoriale di competenza della Comunità montana Vallo di Diano e parti del territorio comunale è inserito nella Riserva naturale regionale Foce Sele-Tanagro
  • LOCALIZZAZIONE Sala Consilina (SA) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Grammatico, Sala Consilina (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il suo nome ha una doppia radice: la prima di origine longobarda sta ad indicare la corte signorile, la seconda di origine latina si riferisce a “Consilinum”, un centro romano situato non lontano. La fascia pedemontana dove sorge Sala Consilina fu sede degli insediamenti più remoti del Vallo di Diano. L'attributo Consilina trae origine da un antico nucleo abitato "Consilinum", posto sull'altura della "Civita" nei pressi di Padula, che in età romana ebbe una notevole importanza, come testimoniano i reperti archeologici che recenti scavi hanno portato alla luce. Sono stati proprio gli scavi archeologici, eseguiti tra il 1955 e il 1959 nelle contrade Sant'Antonio e San Nicola, ad avvalorare l'ipotesi di un primo insediamento umano nel territorio di Sala Consilina già nel IX secolo a.C. Lo sviluppo di Sala ebbe inizio nell’Alto Medioevo, al momento della discesa longobarda verso l’estrema Penisola tra la fine del secolo VI e i primi anni del VII sec. L'antico centro romano di Consilinum, ormai abbandonato, risorse nello stesso luogo col nome attuale, nell’VIII secolo quando i Saraceni, invasori, assalirono, distruggendo la comunità di Marcelanium, oggi San Giovanni in Fonte, che fu sobborgo di Consilinum. Fu allora che la cittadinanza superstite abbandonò la fascia pianeggiante e si trasferì sulla pendice montata ove fu fondata l'attuale Sala Consilina. Assunse una fisionomia meglio definita dopo il Mille e, più precisamente, durante la dominazione normanna, allorquando sembra sorgessero le chiese di San Leone IX, Santo Stefano, Sant’Eustachio. Il paese si sviluppò tra il Vallone di Sant’Eustachio e Valle Ombrosa, nella località denominata Cívita. Nel Duecento il Castello e la Civita di Sala dovevano aver già guadagnato una posizione di predominio, per la particolare posizione strategica e per l'inaccessibilità dei luoghi. Sembra infatti accertato che nel 1246 nel Castello di Sala si sia rifugiato Tommaso Sanseverino reduce dalla congiura di Capaccio e che vi sia stato orribilmente trucidato, insieme con il figlio Guglielmo dagli uomini di Federico Il. Quando poi nell'Italia meridionale crebbe la potenza normanna fu inevitabile il conflitto tra Longobardi e Normanni. Il vincitore fu Roberto il Guiscardo, che si insediò in Salerno e affidò il Cilento a un viceconte. Si deve proprio a Roberto il Guiscardo la costruzione del Castello che domina dall'alto l'abitato di Sala Consilina, venuto poi in potere degli Svevi e passato attraverso il vario e audace gioco di fortuna politica, nelle mani della famiglia dei Sanseverino che con il suo capostipite, lo ambizioso guerriero Torgisio, diventò signore feudale della baronia del Cilento. La sorte, toccata poi al Castello suddetto, ha segnato le varie tappe della storia salese. Il maniero subì la prima distruzione agli inizi della seconda metà del XIII secolo, quando i Sanseverino si ribellarono a Manfredi, figlio naturale di Federico II di Svevia. Lo stesso Federico II, però, evidentemente conscio dell'importanza strategica del Castello, perché da esso era possibile controllare tutta la valle, in quegli anni ordinò che la fortificazione venisse riparata e che ad essa concorressero Padula, Atena, Polla, Diano e i suoi Casali. Il Trecento dovette essere un secolo tra i più tristi per Sala Consilina, perché a cominciare dal 1318 la popolazione fu decimata da innumerevoli pestilenze. Risorto per volontà ed opera della nobile famiglia salernitana, il Castello fu usato contro gli Aragonesi di Napoli nel 1400, quando subì e non sopportò l'aggressione di 40.000 armati che lo diroccarono. Passato alla Principessa Filomarino, che lo ricostruì, il Castello venne in signoria del nipote principe Carafa che fu mandato a morte dai salesi per il suo spirito dispotico e sanguinario. Alla fine del XV secolo sotto gli spalti rocciosi su cui era impiantato il Castello, che in varie e alterne vicende occupò tutto l’acrocoro dell’altura, sorsero le abitazioni dei feudatari e dei signorotti locali, con chiese e cappelle gentilizie. Il ‘500 fu, invece, un secolo di generale ripresa demografica, di cui beneficiò anche Sala. Nel Seicento Sala divenne sede vescovile, pur mantenendone Capaccio la titolarità, la qual cosa favorì lo sviluppo dell’abitato intorno alla Chiesa di San Pietro e al Vescovado. Intorno alla metà del XVII secolo, la situazione degenerò nuovamente, questa volta, però, il flagello che si abbatté su tutto il Mezzogiorno fu la peste del 1656: anche Sala fu decimata dall'epidemia, riportando conseguenze pesanti sulla sua struttura demografica, economica e sociale L’Età moderna si segnala soprattutto per un’apprezzabile espansione demografica e di conseguenza urbana, sopravvenuta dopo la grave depressione seicentesca. Il Settecento è il secolo di grande fioritura cittadina: vengono edificati i palazzi gentilizi degli Acciari e dei Grammatico; vengono fondati luoghi di culto privati di notevole pregio, come la cappella di San Giuseppe della famiglia Bigotti e quella degli Acciari; si pone mano a consistenti rifacimenti delle antiche chiese. Un decisivo sviluppo del tessuto urbano si ha nel Settecento e Ottocento, oltre le mura dell’antica Civita, lungo la costa che va da Santa Maria della Pietà al Quartiere. Il terremoto del 1980 causò danni rilevanti: furono fortemente danneggiati numerosi edifici ecclesiastici monumentali, fra cui le chiese della SS. Annunziata, di S. Antonio di Padova, S. Leone IX, S. Nicola, S. Rocco, S. Sebastiano e S. Stefano Protomartire, il battistero paleocristiano di S. Giovanni in Fonte e la grancia certosina. A seguito alla ricostruzione determinata dal terremoto del 1980 il centro abitato si è sviluppato nella vallata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916309
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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