centro storico, costiero, Anacapri (I)

Anacapri, I

Anacapri è un centro insulare di antichissime origini; il suo assetto economico è monopolizzato dalle attività turistiche e dal loro indotto ma non sono trascurabili la tradizionale vocazione per l'artigianato, specializzatosi nella produzione di scarpe di corda, cappelli di paglia e borse, né altre attività, quali l'agricoltura, la pesca e il commercio. Il profilo geometrico del territorio comunale, classificato collinare, punteggiato di bianche casette e caratterizzato dalla presenza di calcari dolomitici e materiali vulcanici, è abbastanza dolce; la costa è rocciosa e frastagliata, ricca di anfratti e grotte famosi: sui versanti settentrionale e meridionale di questa parte dell'isola di Capri si aprono rispettivamente la Grotta Azzurra e la Grotta Verde mentre a sud-ovest una lingua di terra protesa sul mare forma punta Carena, dominata da un faro. Come tutto il resto dell'isola, il comprensorio anacaprese, attraversato da saltellanti ruscelli, è coperto da filari di vite e da una vegetazione spontanea che lascia trapelare scorci di splendide ville

  • OGGETTO centro storico costiero
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro dell'isola di Capri, posto sul versante nord-occidentale del monte Solaro, la cui cima è raggiunta da una seggiovia
  • LOCALIZZAZIONE Anacapri (NA) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Diaz, Anacapri (NA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'isola, abitata sin dall'età paleolitica, fu conquistata dai fenici e da altri popoli, che ne fortificarono la parte alta. Tra i due versanti dell'isola, la cui storia si è spesso confusa, ci fu sempre una latente rivalità, culminata in aspri conflitti e poi composta nel 1496 da Federico I d'Aragona. Il comune è divenuto autonomo nel 1946, dopo essere stato aggregato a Capri per circa vent'anni. Antichi edifici, per lo più di carattere sacro, costellano il capoluogo comunale, a cominciare dalla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, che è la più antica. Di remota costruzione sono: la Scala Fenicia, edificata, a dispetto del nome, dai colonizzatori greci per unire il borgo a Marina Grande; la villa imperiale Damecuta, danneggiata prima dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e poi, agli inizi dell'Ottocento, da francesi e inglesi; il castello ormai in rovina, detto di Barbarossa dal nome del condottiero saraceno che lo ricostruì dopo averlo incendiato. All'età medievale risalgono il piccolo convento edificato dai domenicani (XIV secolo) e la chiesetta di Santa Sofia, ricostruita nel 1512
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916456
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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