centro storico, difensivo, Bovino, Vibinum (denominazione storica) (I a.C)

Bovino, I a.C.

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, situata a sud-ovest rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali, difensive e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili. La cittadina sorge a controllo della valle del torrente Cervaro, a 647 m s.l.m., in un punto strategico per i collegamenti tra la Daunia e l'Irpinia. La felice ubicazione determinò la sostanziale continuità insediativa tra l'abitato medievale e l'antica Vibinum, sorta come oppidum e divenuta municipio nel I secolo a.C. Della città romana rimangono tratti dell'imponente acquedotto che captava le sorgenti delle vicine colline e le dirottava verso il centro urbano, dove sono ancora visibili resti di condotte e cisterne. In epoca tardoantica diviene sede vescovile, ma sia la cattedrale che le strutture romane vengono distrutte dall'assedio dell'imperatore d'Oriente Costante II nel 663, che segna il passaggio del centro sotto il dominio bizantino. Comincia a rifiorire alla fine del IX secolo e, successivamente, viene inserita e valorizzata nel programma di fortificazione in funzione antilongobarda della Daunia. Dopo ulteriori assedi torna, ma per un breve periodo, sotto il controllo di Costantinopoli. Alla metà dell'XI secolo, infatti, i Normanni, occupano la Capitanata ed espugnano anche Bovino, una delle ultime roccaforti bizantine. A questo periodo è fatta risalire la costruzione del primo castello, attribuita al potente Drogone, figlio di Tancredi e conte di Loritello. Dopo un devastante incendio, gli stessi Normanni promuoveranno la ricostruzione e la valorizzazione della città che viene elevata a rango di Contea e dotata della monumentale cattedrale in forme romaniche. In epoca sveva la troviamo compresa nel demanio regio, successivamente, grazie alla fedeltà mostrata agli Angioni, sarà investita di numerosi privilegi divenendo, tra l'altro, sede di una importante fiera, istituita dalla regina Giovanna II nel 1423. Sotto il dominio della famiglia Estendardo la cittadina conosce un periodo di sostanziale benessere, arrestato dal disastroso terremoto del 1456. A questo evento seguiranno l'assedio dei Francesi, guidati dal comandante Lautrec, e l'epidemia di peste del 1528, che producono un consistente spopolamento e impoverimento della città. Confiscata agli Estendardo, dopo ulteriori passaggi, viene acquistata all'asta nel 1563 da Donna Delfina Loffredo, madre e tutrice di Giovanni de Guevara. Inizia un periodo di prosperità grazie alla munificenza dei duchi che trasformano il Castello in dimora gentilizia e arricchiscono il patrimonio artistico della città con la costruzione di nuove chiese. Nel corso del Seicento due eventi funesti offuscano la popolazione bovinese: il violento terremoto del 1627 e la peste del 1656, mentre nei due secoli successivi spesso richiamerà l'attenzione delle cronache il ponte sul Cervaro, lungo la Vie delle Puglie, per le ripetute aggressioni da parte dei briganti. È tale il fenomeno che nel 1811 Bovino verrà dichiarata sede di Sottointendenza

  • OGGETTO centro storico difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro situato in zona collinare del Subappennino Dauno a 646 metri s.l.m. sulla valle del fiume Cervaro
  • LOCALIZZAZIONE Bovino (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Roma, Bovino (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le prime testimonianze di “Vibinum” risalgono all’epoca della guerra annibalica, quando nei suoi pressi, come riportato dalle fonti storiche, si sarebbe accampato l’esercito cartaginese per assediare Arpi e la Daunia. Dall’oppidum primitivo si sarebbe originato, agli inizi del I secolo a.C., dapprima il municipio e poi la colonia. È in questa fase che vengono erette le mura di fortificazione provviste di torri circolari a cingere una superficie di circa 12 ettari, di cui sono ancora visibili alcuni tratti nelle strutture murarie delle abitazioni in via Lastene, via Portella, via Dante e in una parete del Castello. Di questa fase rimangono anche tracce del monumentale acquedotto, quali condotti e cisterne in area urbana e gli straordinari tratti aerei in località Mura delle Acque e Mura d’Arco. Non più visibili, invece, sono i resti delle terme documentati nell’Ottocento dallo storico locale Carlo Gaetano Nicastro. L’assetto urbano, probabilmente, anche in considerazione della perfetta continuità insediativa con la città medievale, aveva il suo fulcro in piazza Duomo, zona dalla quale proviene un mosaico conservato nel museo civico cittadino; esternamente alle mura, invece, in località “Campo”, la ricerca è propensa a collocare l’anfiteatro, del quale un’epigrafe ricorda la costruzione del podio. L’assetto urbano della città medievale si sviluppa in perfetta continuità insediativa con la città romana; ne sono fulcro la Cattedrale e il Castello. Sede vescovile dal X secolo, la Cattedrale dedicata all’Assunta fu edificata nelle forme romaniche nella seconda metà dell’XI secolo, in seguito alla conquista normanna, sul luogo di una più antica struttura altomedievale. Il prospetto è stato rimaneggiato nel XIII sec., ad opera di tale magister Zanus (come recita l'epigrafe apposta sul portale centrale). All’interno, dove si conservano numerosi elementi reimpiegati provenienti dalla basilica originaria, vi è l’accesso al cosiddetto “Cappellone di San Marco”, originariamente una chiesa autonoma consacrata nel 1197 per ospitare le reliquie di San Marco da Aecae. La piazza della Cattedrale è collegata funzionalmente al Castello, che racchiude nelle sue stratificazioni le vicende storiche della cittadina. Il nucleo primitivo del Castello fu eretto dal normanno Drogone sui resti della roccaforte romana e ampliato in epoca federiciana. All’epoca medievale risalgono pure la chiesa di San Pietro, originariamente a tre navate ma trasformata in aula unica in epoca barocca, e il santuario originario della Madonna di Valleverde, ricostruito in forme moderne nel XIX secolo. La primitiva struttura fu eretta, secondo la tradizione, a seguito dell’apparizione nel 1266 della Vergine ad un legnaiolo. L’antichità del culto è attestata da una pregevole icona lignea a rilievo della Madonna in trono, opera di matrice gotico-cistercense attribuita al periodo della dominazione angioina. Dal 1563 Bovino lega la sua storia a quella dei Duchi Guevara. All’illustre famiglia, originaria della Navarra e tra le più in vista del regno di Napoli, si deve la costruzione di diverse chiese e l’ammodernamento dell’antica fortezza, trasformata in dimora gentilizia, con la costruzione della Torre dell’Orologio e di un giardino pensile, nonché la costruzione del ponte sul Cervaro e del Palazzo di Torre Guevara, oggi in territorio di Orsara, rinomata tenuta di caccia in cui veniva ospitata anche la corte reale. Al ‘600 risalgono preziose opere custodite nella Cattedrale, tra cui una tela con il Martirio di San Sebastiano attribuita a Mattia Preti, un coro ligneo e due eleganti sepolcri marmorei collocati nella cappella di San Marco. All’epoca barocca risale anche l’ammodernamento della chiesa romanica di San Pietro trasformata in aula unica. Nel 1703 Bovino viene descritta e rappresentata “in prospettiva” dal Pacichelli; nella veduta appare munita di mura e molte alte torri, erette anche a contenere l’espansione quattrocentesca verso oriente, probabilmente dopo la ricostruzione seguente al terremoto del 1456 che in buona parte la distrusse. La veduta evidenzia anche molti vuoti nel tracciato urbano, conseguenza del terremoto del 1627; l’abitato è dominato dal Castello, trasformato dai Guevara in dimora gentilizia, e si riconoscono le torri, la Chiesa Madre e la Porta Maggiore. Extra moenia, al di là della Porta Maggiore, è rappresentata la chiesa dei Cappuccini, sorta nel 1617 come ex voto dei Guevara e dedicata all’Immacolata e a Sant’Antonio, a cui pochi anni dopo sarà annesso il convento; danneggiata dal terremoto del 1930, conserva un bel altare maggiore seicentesco con polittico e un prezioso tabernacolo in ebano e avorio. L’ex orto del convento è Villa Comunale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365343
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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