centro storico, agricolo, difensivo, Pietramontecorvino, Pietra (denominazione storica, XII secolo), Castel di Pietra (denominazione storica, 1220) (XII)

Pietramontecorvino, XII

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, situata a nord-ovest rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili. Centro agricolo dei Monti Dauni il cui nucleo originario sorge su un ingente macigno e domina la valle del Triolo, affluente del Candelaro. Il territorio ancora oggi vanta una grande ricchezza di sorgenti e boschi, come bosco san Cristoforo, che prende il nome da una piccola cella francescana

  • OGGETTO centro storico agricolo, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro del Sub Appennino Dauno Settentrionale, situato 456 metri di altitudine. Sorge su un ingente macigno e domina la valle detta Guado degli Uncini bagnata dal Triolo
  • LOCALIZZAZIONE Pietramontecorvino (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Arco Ducale, Pietramontecorvino (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il borgo antico conserva ancora intatte le caratteristiche ambientali e architettoniche dell'originario tessuto urbanistico medievale. Lo fondarono i profughi dell'antica Montecorvino, in fuga dall’assedio condotto nel 1137 da Ruggero II d'Altavilla, e assunse il nome di Pietra per l'ubicazione su una collina rocciosa. Nelle fonti l’insediamento è menzionato a partire dalla metà del XII secolo tra le città infeudate della contea di Civitate. Nel Catalogus Baronum risulta feudo di Rogerio de Parisio; più tardi, intorno al 1220, il sito è menzionato come Castel di Pietra in due donazioni in favore del monastero di Santa Maria della Grotta. Nei primi decenni del XIV secolo divenne feudo personale della regina Sancia, moglie di Roberto d’Angiò, per passare più tardi, nel 1337, sotto il dominio di Carlo De Cabannis, vice siniscalco del Regno. Il borgo, arroccato su uno sperone roccioso che garantiva il controllo delle valli circostanti, si andò sviluppando attorno al nucleo castrale che costituisce il complesso monumentale “Terra Vecchia”. Questo si articola nella chiesa di Santa Maria Assunta, in due edifici turriti di diversa altezza e medesimo impianto quadrangolare collegati da due setti murari, e in una cortina muraria poi inglobata nel Palazzo ducale. Analisi condotte nell’ambito di una recente ricerca archeologica sulle architetture del complesso, condotte dall’Università di Foggia, suggeriscono l’identificazione del nucleo più antico del castrum con la torre orientale, alla quale successivamente si sarebbero aggiunti il muro di cinta sul fronte settentrionale e la torre occidentale. Quest’ultima fu concepita probabilmente, oltre che per finalità difensive, anche per finalità residenziali, come dimostra la ricchezza di finiture interne, e andrebbe collocata cronologicamente tra il XII e il XIII secolo. Ad est delle torri è situata la Chiesa Madre dedicata all’Assunta, citata nelle fonti a partire dal Trecento ma, in base alle analisi di alcuni frammenti, collocabile nel XII secolo, probabilmente alla data di insediamento del castrum o del primo ampliamento. La ricerca ha anche indicato le dinamiche di sviluppo del borgo, che si estese successivamente ai piedi del complesso castrale, sulle pendici meridionali dello sperone, individuando due ipotetici circuiti murari: uno più interno lungo Via Antonelli, desumibile dal tessuto insediativo, e uno più ampio testimoniato da tracce di muratura con profilo “a scarpa” e da edifici interpretabili come torrette dislocate lungo la cinta. All’interno delle mura il tessuto abitativo è caratterizzato da isolati stretti e lunghi dislocati lungo tre assi stradali e formati da una doppia schiera di case addossate le une alle altre. Tre erano gli accessi al borgo: ad est, dove tutt’ora si apre un arco a sesto acuto che immette in via Port’Alta; la “Porta Santa Caterina” a sud e un altro varco riconoscibile sul fianco della torre occidentale, dove si trovano dei gradini scavati nella roccia. Al di fuori delle prime due porte si situavano le chiese scomparse di San Biagio e Santa Caterina; pure fuori le mura si trovavano le chiese del Rosario, dell’Annunziata e il convento di San Francesco, che funsero da poli di attrazione dell’abitato verso nord-ovest. Nel 1415 il feudo venne assegnato ad Attendolo Sforza, poi ai conti Cavaniglia di Troia che lo vendettero ai Carafa. Dopo ulteriori passaggi venne acquistato nel 1580 dai Montalto, pochi anni dopo proprietari anche di Motta e Volturino, che manterranno l’estesa signoria fino all’eversione della feudalità nel 1806. Testimonianze dei Montalto sono nel Palazzo ducale, dove campeggia sul soffitto di un salone lo stemma araldico costituito da un’aquila su un campo formato da tre pali rossi e tre d’argento con la scritta “Duriora decoxi” (Frantumai cose più dure); a questa famiglia si deve anche un importante rifacimento della Chiesa Madre realizzato nel ‘700, con la creazione del loggiato e della scalinata, l’apertura del portale sul lato est e il capovolgimento dell'area absidale, probabilmente per permettere al duca di assistere alla liturgia senza abbandonare il palazzo, così raggiungibile da una porta sulla destra del presbiterio. Al 1713 risale la riconsacrazione della chiesa ad opera del cardinale Vincenzo Maria Orsini, futuro Papa Benedetto XIII, in occasione della sua visita apostolica alla diocesi di Volturara e Montecorvino. Nel 1862 fu concesso alla municipalità di Pietra di trasformare il nome in Pietramontecorvino a ricordo della remota origine dei suoi abitanti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365374
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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