L’habitat rupestre si articola in una serie di complessi distinti, raggiungibili attraverso un lungo camminamento creato sul costone roccioso, talvolta caratterizzato da ripide scale a gradini. Gli eremi presentano un’articolazione in più ambienti, comobiando spazi rupestri e parti in muratura. Alcuni eremi sono strutturati su più livelli, e presentano soppalchi o cantine., nelle struture si ritrovano numerosi fori per l’alloggiamento di pali documentano la presenza di strutture lignee o che servivano per la divisione interna degli spazi, per solai, imposte o recinzioni. Molte strutture presentano piccole esterne, recintate e protette, antistanti le grotte stesse, o la realizzazione di muri imponenti con funzione di terrazzamento e contenimento, edificati per garantire la tenuta di piccoli terrazze in piano, destinate a piccole attività agricole, produttive o per la sosta e ricovero degli animali. In alcune strutture sono stati rinvenuti ambienti dedicati al culto, che mantengono altari e e pareti decorate. La denominazione degli eremi deriva da una lunga tradizione orale riportata da studiosi locali e di cui conservano ancora memoria i monaci pulsanensi, ma è possibile elencare, grazie anche alla mappatura compiuta da alcuni studiosi, gli eremi di S. Giovanni da Matera, Pinnacolo, Mulino, Studio, Mandrie, Rondinella, Cantina, Prigione, S. Margherita, S. Nicola, Sant’Arcangelo; e ancora S. Caterina Megalomartire, Pietre, S. Giorgio Megalomartire, S. Gregorio Magno, S. Spiridione, S.Simeone, S. Trifone, S. Plemone, S. Basilio, Sant’Antonio il Grande, S. Benedetto, S. Mauro e S. Pacomio