Santa Maria Fonte delle Grazie

Tricarico, XII

Il Santuario di Santa Maria Fonte delle Grazie è ubicato a 12 chilometri da Tricarico (MT) ed immerso nel folto bosco comunale Fonti-Tre Cancelli. La proprietà del luogo sacro è del capitolo cattedrale di Tricarico. Il culto religioso è legato all’Affresco cinquecentesco collocato sull’altare maggiore del luogo sacro all’interno di una nicchia sulla quale è raffigurata una tela la "SS.ma Trinità". La Vergine è rappresentata assisa sorregge tra le braccia il Bambino che con la destra benedice e con la sinistra regge la sfera del mondo sormontata da una croce. Alle spalle della due figure è rappresentato un baldacchino, mentre due angeli incoronano la Madonna. Nella visita pastorale in Basilicata di Papa Giovanni Paolo II il luogo di culto è stato menzionato: «La vostra Regione è Terra benedetta da Maria. I numerosi santuari che la punteggiano sono meta costante del popolo di Dio che, pellegrino ai piedi della Vergine, trova in Lei pace e sostegno nella vita cristiana. Mi piace ricordare alcune di queste oasi di meditazione e di pietà mariana, nelle quali la Madre di Dio è venerata sotto vari titoli. Nella Diocesi di Tursi-Lagonegro: Maria Regina di Tricarico, Maria SS.ma di Fonti a Tricarico» (Regina Coeli, 28 aprile 1991 - https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/angelus/1991/documents/hf_jp-ii_reg_19910428.pdf). Il 2 luglio 2024 (Boll. Vol. II fol. 18 n. 018) l'Arciviescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ha confermato e dichiarato la chiesa di Santa Maria Fonte delle Grazie a Santuario Mariano Diocesano come luogo di pellegrinaggi, di preghiera e di pietà popolare per i fedeli della diocesi di Tricarico e delle diocesi limitrofe «ab immemorabili»

  • OGGETTO santuario mariano, diocesano
  • LOCALIZZAZIONE Tricarico (MT) - Basilicata , ITALIA
  • INDIRIZZO Contrada Fonti, 37, Tricarico (MT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il culto della Madonna di Fonti affonda le sue origine in una leggenda di fondazione: “Dove ora sorge la chiesa un tempo eravi un roveto impenetrabile, intorno al quale pascolavano gli armenti. Un mandriano, avendo smarrito una delle sue migliori vacche, si mise a cercarla per tutto il bosco. Ed ecco che, dopo tanto affannarsi, la ritrova, piegata sulle gambe posteriori ed intenta a fissare con i suoi glauchi occhi la Immagine della Vergine, dipinta sullo scorcio di un muricciuolo diruto e corroso. Di tale scoverta dette avviso ai compagni, e la notizia si divulgò ben presto fra il clero ed il popolo”. La prima attestazione di un edificio cristiano nel territorio di Tricarico denominato "chiesa di Santa Maria delle Fonti" risale ai secoli XII-XIII ed è collegata alla fondazione di chiese verginiane, site nel cuore più montuoso della Basilicata, lungo entrambe le sponde del medio Basento. Al pari di tutte le altre essa sarebbe stata, infatti, dipendente dall’abbazia di Montevergine e strettamente connessa al monastero di Santa Maria di Cognato, che dovette avere un particolare valore affettivo per i verginiani, essendo legato al ricordo della dimora di San Guglielmo in quel remoto angolo della Basilicata, che coincide ancor oggi con la foresta di Gallipoli Cognato. Numerose bolle pontificie attestano la grande spiritualità alla Vergine di Fonti, la prima esplicita menzione della chiesa di Santa Maria delle Fonti è nella bolla emanata da Innocenzo III nel 1209; ulteriori testimonianze provengono dalla bolla di Alessandro IV (1261), ove si fa più netta la distinzione tra i possedimenti in San Chirico e le chiese di San Giovanni e di Santa Maria degli Angeli in diocesi di Tricarico: “In tenimento Sancti Clerici ecclesiam Sanctae Mariae de Angelis, homines, vineas et alias possessiones, quas ibidem habetis” ed ancora “In comitatu Tricaricensi ecclesiam Sanctae Margaritae, ecclesiam Sanctae Mariae de Oliva, ecclesiam Sancti Iconij, ecclesiam Sanctae Mariae de Funtis, ecclesiam Sanctae Helenae et ecclesiam Sanctae Mariae de Angelis cum hominibus, molendinis et omnibus pertinentiis suis” ed ancora “In diocesis Tricarici: ecclesias Sancti Johannis et Sanctae Mariae de Angelis, homines, redditus et possessiones quas habetis in Sancto Clerico et pertinentiis eius”. La bolla di Urbano IV (1264) cita per l’ultima volta la chiesa “Sanctae Mariae de Fonte cum domibus et possessionibus suis”, mentre un diploma di Federico II del dicembre 1220 accenna vagamente a tutte queste chiese ubicate fuori dagli abitati, specificando che il monastero di Montevergine possedeva “quasdam ecclesias et triginta casatas villanorum in Sancto Clerico de Tricarico”. In una relazione "ad limina" del 1661 del vescovo Pier Luigi Carafa junior, è identificata per la prima volta come Santuario per la devozione di genti provenienti da tutta la Basilicata. Dalla relazione di Potito Antonio della Ratta, vicario capitolare durante la vacanza della diocesi tricaricese negli anni 1805-1819, con cui egli ricostruisce gli eventi miracolosi legati al Santuario in un periodo particolarmente critico per la Chiesa tricaricese, fortemente avversata dal contesto storico e ideologico dell’età giacobina e del decennio francese, durante il quale il luogo sacro ed il bosco di Fonti divennero teatro di scontri fra truppe francesi e filo-borboniche e il culto della Vergine di Fonti fu dai francesi sottoposto - nell’interpretazione anti-giacobina del Della Ratta - a tentativi di distruzione. Per tre anni vennero sospesi i pellegrinaggi a causa dell’incendio e del saccheggio della chiesa e per l’insicurezza di quei luoghi boscosi esposti pure al brigantaggio (1809); nel maggio 1813 una serie di prodigiose lacrimazioni della Vergine, di cui restano tracce significative, affiancate da molti miracoli di “storpi raddrizzati, ciechi illuminati, paralitici risanati, infermi guariti”, rinvigorì quella devozione mariana, rafforzata anche dall’assunzione di particolari indulgenze. Su questi fatti si esprimeva Bonaventura Ricotti: “[...] Quindi in gran fama per fervor di divozione veniva un santuario della Madonna di Fonte, chiesetta collocata in una foresta tricaricense. Gran concorso di circonvicini paesi trae colà per ottener medela ai mali di questa valle di lagrime alla miracolosa immagine di nostra Donna per virtù di prodigio rinvenuta, e che ha venerazione nella prima domenica di maggio, ove il clero di Tricarico preseduto da un canonico va a salmodiare, con molta cura celebrando riti religiosi, e raccogliendo non poche votive offerte, che la pietà de’ devoti offre nelle mani del sacerdozio di Tricarico. La immagine itera i suoi prodigi, e la moltitudine accorrente guarda da quella scaturir sudore, che goccia in liquido [...]”. Le fonti narrative d’inizio Novecento forniscono molte informazioni sulla chiesa, ipotizzando che in origine dovette trattarsi solo di una “cappelluccia” nel bosco di Tricarico, o non altro che un “muricciuolo” grossolanamente costruito, come parve al muratore Francesco Paolo Grassi, allorché al vecchio altare fu sostituito, nel 1898, l’attuale in marmo. Si avanzò anche l’ipotesi che la chiesa potesse essere opera di Sarolo, valente mastro costruttore e lapicida di Muro Lucano (Biscaglia Carmela, Il Santuario di Santa Maria di Fonti. Fasi storiche e costruttive in «Basilicata Regione Notizie», XXVII, 2002, pp. 47-64)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 17-ICCD_MODI_9594639800271
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA memoria (1)
    memoria (2)
    memoria (3)
    memoria (4)
    memoria (5)
    memoria (6)
    memoria (7)
    memoria (8)
    memoria (9)
    memoria (10)
    memoria (11)
    memoria (12)
    memoria (13)
    memoria (14)
    memoria (15)
    memoria (16)
    memoria (17)
    memoria (18)
    memoria (19)
    memoria (20)
    memoria (21)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'