Santuario Nostra Signora di Prestarona
Le notizie storiche sul Santuario di Nostra Signora di Prestarona sono riportate in una pergamena del 1507 conservata nell’archivio capitolare di Gerace. Nel documento risulta che i monaci italo-greci di san Filippo d’Argirò, già prima dell’anno 1000, possedevano la chiesa di Nostra Signora di Prestarona, sita nella omonima vallata. Ogni martedì del mese rendevano lode alla Madonna, venerata in un quadro raffigurante “Nostra Dama con Gesù in Braza”. Le monete, che i re normanni fecero coniare nella zecca di Mileto, recavano l’effigie di detta “Madonna col Bambino”. La “Grangia di Prestarona” si accentrava attorno ad una Madonna che prendeva il nome dalle numerose colombe che popolavano la zona e, soprattutto, l’acrocoro di “Chau”, la “Madonna Tòn Peristeròn, delle colombe”. Il nome “Prestarona” deriva, dunque, dal greco “Prestaronas” che vuol dire colomba. Il Santuario moderno si è sviluppato intorno alle costruzioni bizantine che, nel corso dei secoli, hanno subito vari rimaneggiamenti. Alla chiesetta è annesso un conventino nel quale ha abitato per secoli, dopo la partenza dei Basiliani, un eremita. Originariamente nella chiesetta si venerava un’icona poi scomparsa, al suo posto venne collocato sull’altare maggiore il grande quadro raffigurante la “Vergine con san Filippo e san Jejunio”, che adornava la volta del soffitto. Nel 1859 Caterina Frascà donò al Santuario la bella statua lignea opera dello scultore Rocco Larussa di Villa San Giovanni. Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Nostra Signora di Prestarona con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 - Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 - 1. Premessa). La festa principale è celebrata la prima domenica dopo Pasqua. I festeggiamenti iniziano con il triduo in onore di Nostra Signora di Prestarona, detta anche “Madonna delle Colombe”. Dopo la celebrazione eucaristica la statua della Vergine viene portata in processione per tutta la vallata, seguita dai pellegrini che l'accompagnano con canti e preghiere
- OGGETTO santuario mariano, diocesano
- LOCALIZZAZIONE Canolo (RC) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Contrada Praca, 21-47, Canolo (RC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La devozione dei Geracesi per questa Madonna è grandissima. Nella cappella dell’Itria, che si apre nel soccorpo della Cattedrale è ospitata la statua raffigurante la “Madonna con Bambino” che gioca con una colomba, cioè la Madonna di Prestarona, risalente al 1300, opera della scuola pisana di Tino da Camaino. Nel corso delle varie vicende, la Madonna ha cambiato sede ed è stata sistemata, fra l’altro, sulla via campestre che porta a Prestarona, ma nel 1976 è ritornata nella cappella dell’Itria e, in mezzo ai campi è rimasta una copia della statua autentica. Questo continue migrazioni da Gerace a Prestarona sono raccontate da una leggenda locale secondo la quale san Jejunio, san Filippo e la Madonna di Prestarona erano due fratelli e una sorella che abitavano nel Convento in contrada san Filippo. San Jejunio si recava a pregare nella contrada che da lui poi prese il nome: si chiama, infatti, Contrada san Jejunio o Eremita. San Filippo restava in convento, la Madonna, invece, scappava spesso e i Monaci erano costretti ad uscire per andarla a cercare. Un giorno decisero di seguirla di nascosto e videro che si dirigeva verso la valle di Prestarona e che, lungo la strada, si fermava a pregare proprio nel punto dove attualmente è ubicata la Cappelletta della Madonna. Scendendo a valle notarono che Lei a volte saliva su un albero di gelso e lì santificava ferma sul tronco, altre volte si fermava su quel masso dove fu poi eretta la sua Chiesa-Santuario. La lasciarono pregare, ma divenuta notte fonda, la presero per mano e la riportarono in convento. Una sera, però, non fece più ritorno e i fratelli la trovarono in fondo alla valle definitivamente santificata e tramutata in pietra. I Monaci riferirono alle autorità ecclesiastiche di Gerace l’accaduto, e il vescovo insieme con i canonici, il clero minore e i fedeli andò incontro alla Madonna che fu portata, con solenne processione, in Cattedrale. Il giorno dopo, però, la statua era scomparsa e alcuni contadini riferirono che la Madonna era ritornata nella valle. Il vescovo la fece riportare in Cattedrale con una processione ancora più solenne, ma con grande meraviglia ogni mattina la statua faceva ritorno a Prestarona, fino a quando l’ordinario diocesano non si inchinò al volere della Madonna e, in quel luogo, fece costruire il Santuario a Lei dedicato
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 18-ICCD_MODI_1212129330571
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
documentazione fotografica integrativa (1)
documentazione fotografica integrativa (2)
documentazione fotografica integrativa (3)
documentazione fotografica integrativa (4)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0