Concerto di campane (Concerto di campane #a cordette# San Salvatore di Cogorno 1995, bene complesso)

Luca Dellacasa, all’epoca delle registrazioni venticinquenne e studente d’organo e clavicembalo in conservatorio, suona il concerto di campane della basilica di San Salvatore dei Fieschi nella frazione di San Salvatore nel comune di Cogorno, in provincia di Genova. Suona in occasione della festa della Madonna Addolorata (#’A Madonna do salamme#). Il concerto è composto da sei campane a #battaglio cadente# intonate in re maggiore quindi nello specifico le campane sono in “re”, “mi”, “fa#”, “sol”, “la” e “si”. Il campanaro utilizza la tecnica #a cordette# ed esegue quattordici brani. Il primo brano eseguito dal campanaro è una suonata composta da #do Pedrìn#; Pedrìn era il soprannome del campanaro titolare di San Cosimo di Struppa negli anni precedenti il 1948. La suonata, in tempo binario e dal ritmo puntato, presenta la seguente struttura: A - variazione su A - A - variazione su A. Il secondo brano (00:01:04) dal titolo “A te mia cara Narcisa” (come riportato negli appunti di Mauro Balma; non è stato possibile ricostruirne l’origine), in tempo binario, è organizzato nella seguente struttura: A x2 - B - C. Il campanaro esegue poi il brano dal titolo “La cicala” (00:02:29; come riportato negli appunti di Mauro Balma e del quale non è stato possibile ricostruire l’origine), in tempo ternario e dal carattere vivace, presenta la seguente struttura: A x2 - B x2 - A - B x2. Il quarto brano (00:04:29) è la riduzione per campane dell’inno cattolico di tradizione popolare “Noi vogliam Dio” composto dal parroco di Sorigny François-Xavier Moreau in occasione di un suo pellegrinaggio nel 1882 da Turenna a Lourdes. Il campanaro esegue l’intera melodia dell’inno per due volte. Il brano successivo, senza indicazione di titolo, è preceduto da un’introduzione (00:06:40) composta da ritmi irregolari di quintine e settimine. Inizia poi il brano vero e proprio (00:08:02), in tempo binario e dall’andamento vivace, che è organizzato nel seguente schema: A - B - C - A - B - C. Il settimo brano, introdotto da una breve sequenza melodica, è un #perigordino# (00:10:44). Il genere del #perigordino# o, in dialetto ligure, #perigurdín# anche #peligurdín#, è una danza corale francese originaria della regione del Périgord e risalente al XVIII sec.; viene ballata a coppia su una musica dal ritmo di 3/4, 3/8 o 6/8. Inserita anche da Giuseppe Verdi alla fine del I atto di “Rigoletto”, ebbe un momento di grande diffusione nell’Ottocento e, nella regione delle Quattro Province, è ancora conservata come repertorio musicale. Il #perigordino# ballato, al contrario, sembrerebbe essere uscito dall’uso negli anni intorno alla Seconda guerra mondiale. In tempo ternario e dall’andamento vivace, il #perigordino# eseguito dal campanaro ha una struttura composta da due motivi melodici organizzati come da schema: A x2 - variazioni su A - A - variazione su A - B x2. Segue il brano “Cara burbetta (La canzone del soldato)” (00:12:33) una canzone militare di autore anonimo e qui in una riduzione per concerto di campane. In tempo ternario e dall’andamento moderato, il campanaro esegue la melodia della canzone per intero che ripete per due volte. Il nono brano (00:13:47) è senza indicazione di titolo: in tempo binario e dall’andamento moderato segue lo schema A - variazione su A x3 - A - variazione su A. Il decimo brano (00:15:13), anch’esso senza indicazione di titolo, è aperto da una breve sequenza melodica e, in tempo binario e dall’andamento vivace, è organizzato nella seguente struttura: A x2 - B - A - B. L’undicesimo brano (00:17:45) è senza indicazione di titolo, è in tempo binario ed è caratterizzato da un ritmo puntato; propone due temi che ripete una sola volta. Il dodicesimo brano (00:18:53) è senza indicazione di titolo, è in tempo binario ed è organizzato nella seguente struttura: A - B - A - B. Il tredicesimo brano, senza indicazione di titolo (00:20:33), è in tempo ternario e ha un andamento allegro; la struttura è la seguente: A x2 - B x2 - A x2 - B x2. Il quattordicesimo e ultimo brano (00:22:52) è senza indicazione di titolo, è in tempo ternario e presenta la seguente struttura: intro - A - B - A - B - A - B x2 - A. La registrazione del concerto è stata realizzata da Mauro Balma il 14 maggio del 1995

  • OGGETTO Concerto di campane #a cordette# San Salvatore di Cogorno 1995
  • CLASSIFICAZIONE MUSICA STRUMENTALE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i sistemi di suono delle campane in Italia si trova il #sistema ligure#. Fino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari liguri erano costituiti da 3 campane ma nelle città, nelle chiese più grandi e nelle Cattedrali si potevano contare fino a 5-7 campane. La tendenza generalizzata nel tempo è stata quella di aumentare il numero di campane, non solo nelle Cattedrali ma anche nelle Chiese di più piccole dimensioni. La tradizione campanaria ligure privilegia l’esecuzione di melodie a campane ferme, o #a carillon# (termine quest’ultimo utilizzato però impropriamente poiché in genere indica le batterie di decine di campane semitonate diffuse principalmente in Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania). Altro spazio importante è riservato alle cosiddette #tecniche miste#, ossia quelle che prevedono l’uso di una o due campane in movimento contemporaneamente al suono delle altre ferme. L’uso delle sole campane a distesa o a bicchiere senza accompagnamento musicale delle altre suonate da ferme è da associarsi, prevalentemente, per richiami e funzioni funebri, pur con alcune eccezioni. Ancora fino agli anni ’50 del Novecento si suonava principalmente con il metodo # a corde altrimenti detto #a cordette# (in uso ancora oggi), dato che il numero dei bronzi si fermava in media a 5. L’aumento del numero delle campane portò all’introduzione anche della tastiera e poi, a partire dagli anni ’70, dell’elettrificazione. In generale le campane ferme vengono azionate principalmente in tre modi: #a cordette#, #a tastiera# (con i pestelli) o agendo manualmente sui battagli. I Concerti a 5 campane rappresentavano buona parte dei concerti liguri fino agli anni ’50-’60, soprattutto nei piccoli paesi. Sono tutt'oggi molto diffusi e si suonano ancora #a cordette# concerti fino a 6 campane. La maggior parte è intonata in scala maggiore, alcuni in scala minore. Il repertorio campanario ligure è costituito principalmente da: segnali, suonate #alla romana#, #baudette# e simili, suonate antiche, suonate recenti, lodi religiose e simili, canzoni e canti profani, brani patriottici, ballabili, brani tratti dal repertorio colto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Cogorno (GE) - Liguria , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE Festa dell'Addolorata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377876
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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