Concerto di campane (Concerto di campane #a cordette# Serra Riccò 2002, bene complesso)

Luca Dellacasa, diplomato in organo e composizione e campanaro, suona il concerto di campane della chiesa di Santa Maria Assunta a Serra Riccò, in provincia di Genova. Il concerto è composto da cinque campane intonate in scala di re maggiore e nello specifico le campane sono in “re”, “mi”, “fa#”, “sol”, “la”. Il campanaro utilizza la tecnica #a cordette# ed esegue nove brani dei quali, per la maggior parte, è sconosciuta sia l’origine che il titolo. Il campanaro apre il concerto eseguendo una breve sequenza musicale in tempo binario. Il primo brano (00:00:57), introdotto a sua volta da una frase musicale, è composto da due sezioni: la prima propone un tema semplice in tempo ternario che viene ripetuto per due volte; la seconda è composta da gruppi di sestine che generano una sequenza di note veloce e dal carattere festoso. Queste due sezioni vengono ripetute entrambe per due volte. Il secondo brano (00:02:46), introdotto da un breve frase musicale, è in tempo binario, dal ritmo puntato e segue la struttura A - B - A - B; ciascun tema viene ripetuto per due volte prima di passare al tema successivo. Il terzo brano è aperto da una piccola sequenza introduttiva (00:04:58) a cui segue, dopo una breve pausa, l'inizio del terzo brano. Questo, nonostante Mauro Balma nei suoi appunti non ne specifichi il titolo, è riconoscibile all’ascolto come la riduzione per concerto di campane del brano “Era lei si si”. Si tratta di una canzone degli anni Trenta con testo e musica di Enrico Frati incisa per la casa discografica Columbia Records nel 1939 da Carlo Buti, cantante e attore toscano. La versione che ne propone Dellacasa è composta solo dal tema del ritornello che in questa esecuzione viene ripetuto per tre volte; il brano finisce in una coda caratterizzata da un tema in ritmo terzinato. Il quarto brano (00:07:18), anche se Mauro Balma non lo specifica nei suoi appunti, all’ascolto è riconoscibile come la riduzione per concerto di campane del brano “Marina”. L'arrangiamento per concerto di campane eseguito da Dellacasa si articola in una prima sezione nella quale viene presentato il ritornello della canzone, poi una seconda sezione con la musica delle strofe e una terza sezione nella quale viene proposto nuovamente il tema del ritornello. Il quinto brano (00:09:21), anch’esso anticipato da una breve sequenza introduttiva, è in tempo binario e segue la struttura A - B - A - B - coda; ciascun tema viene ripetuto per due volte prima di passare al tema successivo. Il sesto brano (00:12:17) viene introdotto da due bicordi, è in tempo ternario ed è organizzato nella seguente struttura A - B - A - B - A - B. Il tema A, caratterizzato da un andamento più lento, dai valori delle note più lunghi e dalla presenza di acciaccature di abbellimento, è seguito dal tema B composto da valori delle note più corti, un ritmo terzinato e un andamento allegro. Il settimo brano (00:14:23), in tempo binario e dal ritmo puntato, presenta un solo tema ripetuto per due volte mentre l’ottavo brano (00:16:01), anch’esso in tempo binario e dal carattere festoso, presenta tre temi organizzati nella seguente struttura: A - B - C - A - B - C. A conclusione del concerto il campanaro esegue un ultimo brano (00:18:13) introdotto da una breve scala discendente composta da bicordi. Il brano, anche se Mauro Balma nei suoi appunti lo presenta come un brano senza indicazione di titolo, è in realtà un #perigordino# o, in dialetto ligure, #perigurdín# anche detto #peligurdín#. Si tratta di una danza corale francese originaria della regione del Périgord e risalente al XVIII sec.; viene ballata a coppia su una musica dal ritmo di 3/4, 3/8 o 6/8. Inserita anche da Giuseppe Verdi alla fine del I atto di “Rigoletto”, ebbe un momento di grande diffusione nell’Ottocento e, nella regione delle Quattro Province, è ancora conservata come repertorio musicale. Il #perigordino# ballato, al contrario, sembrerebbe essere uscito dall’uso negli anni intorno alla Seconda guerra mondiale. Nell’esecuzione di Dellacasa il #perigordino#, in tempo ternario e dall’andamento terzinato, ha una struttura composta da due motivi che vengono proposti in maniera alternata come esemplificato nel seguente schema: A x3 - B x2 - A x2 - B x2 - A x2 - B x2. La registrazione del concerto è stata realizzata da Mauro Balma il 14 agosto del 2002, a distanza di poco più di dieci anni dalla prima registrazione di Dellacasa effettuata dal ricercatore risalente per l’esattezza al 12 luglio del 1991 e facente parte anch’essa della presente collezione

  • OGGETTO Concerto di campane #a cordette# Serra Riccò 2002
  • CLASSIFICAZIONE MUSICA STRUMENTALE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i sistemi di suono delle campane in Italia si trova il #sistema ligure#. Fino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari liguri erano costituiti da 3 campane ma nelle città, nelle chiese più grandi e nelle Cattedrali si potevano contare fino a 5-7 campane. La tendenza generalizzata nel tempo è stata quella di aumentare il numero di campane, non solo nelle Cattedrali ma anche nelle Chiese di più piccole dimensioni. La tradizione campanaria ligure privilegia l’esecuzione di melodie a campane ferme, o #a carillon# (termine quest’ultimo utilizzato però impropriamente poiché in genere indica le batterie di decine di campane semitonate diffuse principalmente in Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania). Altro spazio importante è riservato alle cosiddette #tecniche miste#, ossia quelle che prevedono l’uso di una o due campane in movimento contemporaneamente al suono delle altre ferme. L’uso delle sole campane a distesa o a bicchiere senza accompagnamento musicale delle altre suonate da ferme è da associarsi, prevalentemente, per richiami e funzioni funebri, pur con alcune eccezioni. Ancora fino agli anni ’50 del Novecento si suonava principalmente con il metodo # a corde altrimenti detto #a cordette# (in uso ancora oggi), dato che il numero dei bronzi si fermava in media a 5. L’aumento del numero delle campane portò all’introduzione anche della tastiera e poi, a partire dagli anni ’70, dell’elettrificazione. In generale le campane ferme vengono azionate principalmente in tre modi: #a cordette#, #a tastiera# (con i pestelli) o agendo manualmente sui battagli. I Concerti a 5 campane rappresentavano buona parte dei concerti liguri fino agli anni ’50-’60, soprattutto nei piccoli paesi. Sono tutt'oggi molto diffusi e si suonano ancora #a cordette# concerti fino a 6 campane. La maggior parte è intonata in scala maggiore, alcuni in scala minore. Il repertorio campanario ligure è costituito principalmente da: segnali, suonate #alla romana#, #baudette# e simili, suonate antiche, suonate recenti, lodi religiose e simili, canzoni e canti profani, brani patriottici, ballabili, brani tratti dal repertorio colto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Serra Riccò (GE) - Liguria , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE Vigilia della Festa di Santa Maria Assunta
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377936
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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