Battitura, martellatura e cesellatura di contenitori di rame

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Due ramai, posti al centro di un vicolo, sagomano il rame battendo con martelli e servendosi di incudini. Altri due artigiani sono su una scalinata laterale e usano la stessa tecnica. Un altro artigiano martella un contenitore di rame; un altro procede alla decorazione per martellatura di un cilindro di rame. Un ultimo ramaio decora con il cesello una lastra di rame rettangolare

  • OGGETTO battitura, martellatura e cesellatura di contenitori di rame
  • CLASSIFICAZIONE TECNICHE
  • LOCALIZZAZIONE Force (AP)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sebbene il documento non faccia riferimento a una località specifica, si può desumere che la località presa in esame sia Force (AP). A Force, l'attività dei ramai ha avuto fino alla seconda guerra mondiale una rilevanza tale da costituire la principale attività del luogo. La presenza di ramai è documentata a partire dalla fine del 1500. Ne è testimonianza la presenza di un maglio costruito probabilmente nel XVI secolo da monaci farfensi. Secondo alcune ricostruzioni, l'arte del rame arrivò a Force con un gruppo di artigiani nomadi. Altri sostengono invece che furono i monaci farfensi a intraprendere questo tipo di attività. Altri ancora ritengono che sia stato il maestro ramaio Felice Rosati a diffondere a Force, nel XVIII secolo, l'arte del rame. Nel corso del XIX secolo l’attività dei ramai forcesi raggiunse il periodo di massimo splendore. Oggi, il lavoro dei ramai o #calderai# di Force è documentato nell'esposizione del Museo del Rame e trova continuità nella presenza di alcune botteghe artigiane. In passato, i manufatti realizzati erano prevalentemente di uso domestico e spesso destinati alla cottura. Non mancava però una produzione di oggetti ornamentali. La lavorazione tradizionale del rame iniziava con la fusione di pezzi di rame usato; il metallo, una volta fuso, veniva posto in crogioli per formare i masselli. Una volta induriti, i masselli venivano posti sotto il maglio (spesso idraulico) per la battitura e la sagomatura. Le squadre di #magliari# erano di solito composte da circa 3-5 persone coordinate dal maestro forgiatore ed erano munite di grandi tenaglie. Il massello veniva riscaldato e rilavorato diverse volte, fino ad assottigliarsi e a prendere una forma cava. I vari semilavorati ottenuti dalla battitura costituivano poi i pezzi base per la lavorazione dei prodotti finiti, eseguita con battitura e formatura a freddo mediante mazzuole in legno e incudini. Nelle fasi finali, i prodotti erano decorati con diverse tecniche, tra cui la martellatura, con produzione di sfaccettature mediate colpi di martello; la cesellatura, che consiste nell'incidere un determinato motivo sulla superficie; la lavorazione a sbalzo, con decorazione ottenuta lavorando un foglio di metallo dal retro, in modo da far sporgere i rilievi sul davanti. Per gli utensili da cucina si procedeva alla stagnatura, attraverso la quale l'intero recipiente veniva ricoperto da uno strato di stagno per aumentare la resistenza del rame. I ramai o #calderai# di Force avevano un gergo di lavoro, conosciuto come #baccaiamento# o #bakkajamendo#
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 11-ICCD_MODI_6665390494541
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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