Lavorazione di un piatto di argilla

XXI

All’interno della bottega il ceramista prepara un blocco di argilla sagomandone la forma con un movimento di taglio delle mani. Poi, colpendolo con una tavoletta di legno, dà all'argilla la forma di un cilindro. Solleva tra le braccia il blocco di creta e quindi lo fa ricadere sul tavolo di legno. L'artigiano dispone poi il blocco all’interno di una struttura a gabbia che su due lati è formata da numerosi listelli di legno che servono per misurare lo spessore dei dischi di argilla. Allontana dal blocco quattro listelli, sia a destra sia a sinistra, e con un filo metallico taglia orizzontalmente un disco. Dispone l'argilla su una base circolare di pietra, la appiattisce battendola con il palmo della mano e leviga le superfici con una stecca di legno. Pone il disco di argilla così ottenuto sul piatto del tornio a pedale, sul quale è disposta una forma convessa che serve a modellare il pezzo. Fa girare in modo regolare la ruota inferiore di legno che è collegata al piatto rotante superiore tramite un albero di ferro. Mentre il tornio ruota, l’artigiano modella il piatto utilizzando entrambe le mani che bagna al bisogno, immergendole in un orcio pieno di acqua. Premendo le dita sull'argilla esegue una decorazione con motivo a spirale che parte dal centro. Elimina poi dal bordo l’argilla in eccesso. Applica un colombino circolare sul fondo del piatto operando leggere pressioni sull'argilla; modella infine il colombino creando in questo modo il piede del piatto. Al termine del lavoro, preleva il piatto dal tornio e lo espone a essiccare

  • OGGETTO lavorazione di un piatto di argilla
  • CLASSIFICAZIONE TECNICHE
  • LOCALIZZAZIONE Castelli (TE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A Castelli la produzione di ceramica ha una tradizione plurisecolare. Ad introdurre nel territorio tale attività furono, intorno al XII secolo d.C., i monaci benedettini dell’Abbazia di San Salvatore. Dal 1400 al 1700 la manifattura di Castelli conobbe un periodo di grande notorietà grazie alla realizzazione di maioliche colorate e iridescenti. Nonostante Castelli fosse un piccolo centro di provincia, il suo ruolo nella storia della maiolica italiana fu, secondo le fonti, di primissimo piano, tale da influenzare le produzioni ceramiche campane e pugliesi. La manifattura ceramica caratterizza ancora fortemente il territorio come risulta dalla presenza del Museo delle Ceramiche di Castelli, che conserva opere dal Medioevo ai nostri giorni, e da numerose botteghe artigiane ancora attive. Il ceramista che appare nel documento audiovisivo è Vincenzo di Simone, un artigiano che custodisce le tradizionali tecniche di un mestiere tramandato da generazioni e lavora nella bottega di famiglia, che è stata riconosciuta di importante valore culturale ed è tutelata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 13-ICCD_MODI_0982353386541
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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