Processione delle offerte votive alla Madonna del Carmine di Avigliano

XX

I fedeli attendono l'inizio della processione della Madonna del Carmine nella piazza antistante la chiesa madre del paese. Nella piazza affollata sono state sistemate le colorate offerte votive. Ciascuna delle grandi costruzioni è stata numerata e reca sulla parte frontale una targhetta con indicazioni del donatore. Gli uomini appartenenti alla famiglia dell’offerente caricano sulle proprie spalle le costruzioni votive e attraversano l’arco della piazza che conduce alla strada verso il Santuario. Tra i partecipanti al corteo ci sono anche donne che indossano il costume aviglianese. I portatori sostano lungo la strada in attesa dell'arrivo della statua della Vergine. La statua viene trasportata dagli appartenenti alla Confraternita della Madonna del Carmine all'interno di una teca ed è seguita dalla banda musicale. Sfila per primo lo stendardo costituito da un pennone e manto azzurro, sul quale è rappresentata l'effigie della Vergine. I castelli votivi precedono la statua della Vergine durante il percorso, lungo il quale, oltre agli uomini addetti al trasporto dei grandi ex-voto, sfilano anche le giovani donne della famiglia dell'offerente, con il compito di reggere i nastri colorati legati ad essi. Numerosi fedeli attendono ai lati della strada l'arrivo della statua della Madonna del Carmine e coloro che seguono il corteo si uniscono in una preghiera collettiva scandita da un sacerdote al megafono. Quando la processione è ormai prossima al Santuario, situato sul Monte Carmelo, vengono intonate preghiere ed inni in onore della Vergine

  • OGGETTO processione delle offerte votive alla madonna del carmine di avigliano
  • CLASSIFICAZIONE FESTA-CERIMONIA
  • LOCALIZZAZIONE Avigliano (PZ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si ipotizza che il culto della Madonna del Carmine si sia diffuso ad Avigliano in epoca medioevale, ad opera di reduci delle crociate provenienti dall’Oriente. Le notizie più certe risalgono al 1694 quando, dopo una prolungata carestia, si verificò un fortissimo terremoto e gli abitanti del paese si rifugiarono per quaranta giorni su una montagnola poco distante dal centro abitato, dove pregarono incessantemente la Vergine. Secondo la tradizione in tale occasione il paese non subì ingenti danni e la popolazione venne risparmiata. Nel 1696, in ricordo dell’evento ritenuto miracoloso, si decise la costruzione di una cappella sulla montagnola dove gli aviglianesi si erano rifugiati. Venne commissionata ad una scuola napoletana la statua della Madonna in legno policromo, la stessa scultura che ancora oggi viene venerata. Si decise anche l’istituzione della Confraternita dell’Ordine Carmelitano, caratterizzata dall’uso del saio con cappuccio simile a quello dei frati dell’ordine carmelitano ed addetti al trasporto della statua. Ogni anno il 16 luglio la Madonna del Carmine doveva essere portata in processione dal paese al Santuario, dove rimaneva fino alla seconda domenica di settembre. Tuttavia, a causa di numerosi incidenti dovuti a contrasti per ragioni feudali e che sfociavano in violenze durante i festeggiamenti, le processioni vennero abolite. Soltanto nel 1719, in seguito ad un’apparizione miracolosa, si decise di riprendere il culto, da allora mai più interrotto. I doni votivi, chiamati anche #cinti#, che tradizionalmente accompagnano la processione verso il Santuario sono di grandissime dimensioni. Si tratta di apparati effimeri costituiti da candele, nastri colorati, legno intagliato, carta, spighe di grano e fiori, che talvolta assumono l’aspetto della facciata di una cattedrale o di edicole dedicate alla Madonna, di cui recano una piccola riproduzione. Questo tipo di ex voto ha una connotazione fortemente simbolica: i nastri colorati rappresentano il legame con il sacro ed il voto delle donne che si scioglieva alla fine del rito; il legno richiama la croce e le candele la luce della fede. Durante la processione di luglio i #cinti# vengono lasciati nella cappella della Madonna al Monte Carmine, a settembre poi vengono distrutti e le candele donate ai fedeli. Le grandi macchine votive sono il frutto di un particolareggiato lavoro artistico ed artigianale, che si tramanda di padre in figlio. Coloro che richiedono la realizzazione di grande dono votivo, come il #cinto#, devono compiere una sorta di questua. L’immagine più antica di grande ex voto ci viene tramandata da uno schizzo del 1747 conservato nell'Archivio Storico di Napoli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 17-ICCD_MODI_8392200062541
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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