tzulfarina (solforatrice, STRUMENTI E ACCESSORI/ AGRO-SILVO-PASTORALI)
XX
Attrezzo costituito da cilindro metallico dotato di fori ad una delle estremità
- OGGETTO solforatrice
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MATERIA E TECNICA
metallo/ latta
fusione a stampo, foratura
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MISURE
Larghezza: 28 cm
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CLASSIFICAZIONE
STRUMENTI E ACCESSORI/ AGRO-SILVO-PASTORALI
- AMBITO CULTURALE Produzione Artigianale Lussurgese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Tecnologia Contadina
- INDIRIZZO Via Deodato Meloni, 1, Santu Lussurgiu (OR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’oggetto fa parte della collezione del Museo della tecnologia contadina di Santu Lussurgiu (OR), che testimonia l’impegno condotto in Sardegna dall’Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo (UNLA). A livello nazionale, l’azione dell’UNLA si sviluppò attraverso i Centri di cultura popolare (Ccp), strutture educative per gli adulti affidate a maestri elementari esperti, che dal 1948-49 si diffusero in alcune regioni centro-meridionali, tra cui la Sardegna. Il centro di Santu Lussurgiu, piuttosto apprezzato a livello nazionale, si distinse per capacità organizzativa e d’azione, svolgendo un ruolo propulsore per gli altri centri (VDC: SantuLussurgiu_VDC_001). Ciò è in larga parte dovuto alla capacità del suo maestro dirigente, Francesco Salis (1923-2007), grazie al quale prese vita, dopo una prima mostra temporanea, la collezione permanente di oggetti e strumenti (VDC: SantuLussurgiu_VDC_002, SantuLussurgiu_VDC_003). Mentre quasi tutti i Ccp sardi chiusero verso la fine degli anni '70 del secolo scorso, il Centro lussurgese, oggi dedicato alla memoria del Maestro, è tuttora attivo, rivestendo ancora il proprio ruolo socioculturale. Dalla seconda metà dell’Ottocento, con il diffondersi delle due più gravi malattie fungine della vite (oidio e peronospora), si assiste al progressivo sviluppo di attrezzature in grado di distribuire nel modo migliore i prodotti antiparassitari sulla vegetazione. Nello specifico, i trattamenti con zolfi semplici venivano ritenuti il rimedio più efficace contro l’oidio. Solo negli anni Sessanta del secolo scorso si assistette alla grande innovazione delle irroratrici a polverizzazione pneumatica. Sino a quel momento, il trattamento con polveri alle colture prevedeva quasi esclusivamente l’utilizzo dello zolfo o i suoi preparati, e solo in seguito si è diffuso l’uso di prodotti con differenti principi attivi. Per lo spargimento dello zolfo sulle colture erano assai diffusi in tutta Italia piccoli soffietti a mantice o cilindrici in pelle, oppure tenuti sulle spalle, come le solforatrici indossate sulle spalle a mo’ di zaino, con serbatoio prima in legno e poi in lamiera (BIBR: Zampicinini 2010)
- TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
- FUNZIONE E MODALITÀ D'USO trattamenti antiparassitariLa quantità scelta di polvere antiparassitaria era posta all'interno del tubo cilindrico. Lo strumento veniva impugnato e manipolato con movimenti energici (dall’alto verso il basso o da destra verso sinistra e viceversa), facendo fuoriuscire lo zolfo dai fori presenti nella parte frontale del cilindro per andare a finire sulla vite
- CRONOLOGIA D'USO sec. XX seconda metà
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AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Ardu Mauro
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000250090
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0