reliquiario a teca - a cassetta, opera isolata - bottega romana (ultimo quarto sec. XVI)
L'oggetto poggia su sedici sostegni con zampe ferine terminnati in una cornice architettonica. La parte ingeriore della cassa è ornata da baccellature alle quali si sovrappongono, in corrispondenza delle superiori sedici candelabre, mensole dalle quali si dipartono ghirlande di fiori. Ciascuna candelabra presenta, inferiormente, una testina femminile, un nodo centrale fiorito e un capitello ionico. La superficie della cassa risulta scompartita, sui quattro lati in tre settori: i dei laterali sono ornati da un motivo continuo a scagliette che costituisce una grata di protezione per il cristallo; nella parzione centrale è modellata una nicchia architettonica onrata da semicolonne laterali e sormontata da timpano entro la quale sono rappresentati, stanti i santi Ottaviano, Solutore e Avventore e di santa Giuliana. Una cornice modinata e ornata da fasci di foglie di alloro stilizzate, delimita il coperchio. Sulla stessa iscrizione sui quattro lati, a partire dalla fronte dell'urna. Sulla cornice del coperchio, un timpano spezzato sormontato da un fastigio sul quale sono cesellati episodi della Passione di Cristo
- OGGETTO reliquiario a teca a cassetta
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione/ doratura/ cesellatura
- AMBITO CULTURALE Bottega Romana
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto, sulla base della descrizione di mons. Gastaldi che ne riportava anche, pur erroneamente, l'iscrizione, oltre il fastigio portava alla sommità l'immagine del Cristo risorto, ora perduta (cfr. L. Gastaldi, Memorie Storiche del Martirio e del Culto dei SS. Martiri Solutore, Avventore ed Ottavio i protettori più antichi della Città di Torino, Torino, 1880, pp. 100-102). L'opera venne donata da Vincenzo Parpaglia, abate dell'abbazia di S. Solutore, ambasciatore di Emanuele Filiberto presso la Sede Apostolica di Roma, che si era attivamente adoperato perché i Gesuiti potessero ottenere che le reliquie dei Martiri venissero traslate dalla chiesa di S. Andrea nel loro Collegio, in attesa che fosse costruita la nuova chiesa (cfr. V. Moccagatta, La chiesa dei Santi Martiri di Torino. Architettura, decorazione, arredo, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, n.s., anno XXV-XXVI, 1971-1972, p. 68, nota 4). E il Parpaglia inviò l'urna in dono proprio in occasione della solenne traslazione (cfr. Sacchini, Historia Societatis Jesu, p. IV, 1, 3, nn. 68-72; A. Monti, Storia della Compagnia di Gesù della Provincia Torinese, Chieri, vol. I, 1914, p. 169). La traslazione avvenne il 19 gennaio 1575; dal Collegio l'urna fu in seguito sistemata nella chiesa dei Santi Martiri, ove ebbe via via col tempo ubicazioni diverse (cfr. Moccagatta, op. cit., p. 91). Finissimo lavoro di oreficeria riflette il gusto del tempo in cui fu preparata con quelle sue scansioni ben definite, con le piccole nicchie a dare pieno risalto alle figure, con le decorazioni che si ripetono con inalterata successione, ogni motivo in una sua sede ben definita nell'economia strutturale e a un tempo simbolica di tutta l'urna. L'oggetto, di particolare valore artistico e devozionale è ricordato anche in Brevi cenni storici sulla chiesa dei Santi Martiri in Torino, Torino, s.d. (1928), p. 53, fig. a p. 53, ove per altro è ripresa dal Gastaldi l'errata trascrizione dell'epigrafe
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100007936
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- ISCRIZIONI coperchio/ cornice - MAURITIO DUCE EX TIHEBEA LEG./ HIC REQUIESCUNT CORPORA S.S./ SOLUTORIS/ ADVENTORIS ET OCTAVII - lettere capitali -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0