Venere della tartaruga. Venere

dipinto, ca 1545 - ca 1555

DIPINTO su tela. CORNICE a listello con battuta a gola

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 182 cm
    Larghezza: 94.5 cm
  • ATTRIBUZIONI Siciolante Girolamo Detto Siciolante Girolamo Da Sermoneta (maniera): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera faceva parte della collezione dell'industriale piemontese Riccardo Gualino (Biella 1879 - Firenze 1964). A seguito del notevole apprezzamento ricevuto con l'esposizione di parte della sua collezione in Galleria Sabauda nel 1928, due anni dopo Gualino decise di donare alla Galleria una cospicua parte di tali opere, fra cui questo dipinto. Nel 1933, insieme ad altre 48 opere, venne inviato in temporaneo deposito alla sede dell'ambasciata italiana a Londra in Grosvenore Square, dove venne collocato al primo piano nella sala da ballo ('Dagli ori antichi' 1982, p. 40). Tornato in Italia per una esposizione temporanea a Roma nel 1945, il dipinto rimase a Londra fino al 1958, quando insieme alle altre opere ex-Gualino rientrò finalmente a Torino. Attribuita tradizionalmente a Sebastiano del Piombo, l'opera viene collocata nel periodo veneziano del Luciani per il colore giorgionesco e la monumentalità classica della composizione da Venturi (1928), che la accosta alla figura della vera madre nel 'Giudizio di Salomone' allora nella collezione Bankes di Kingston Lacy. Dubbi nei confronti di tale attribuzione sono avanzati già da Gombosi (ad vocem "Piombo fra Sebastiano", in "Thieme-Becker Kunstlerlexikon, Lipsia 1933, XXVII, p.74) e da Dussler ("Sebastiano del Piombo", Basilea 1942, p. 146), mentre Federico Zeri (1951) l'ha assegnata a Gerolamo Siciolante da Sermoneta, allievo di Perin del Vaga, accostandola fra l'altro alla 'Pazienza' della Galleria Palatina di Firenze che però è da riferirsi a Giorgio Vasari. Concorda con tale attribuzione, Noemi Gabrielli (1971) che fa notare come dalle indagini radiografiche sia emerso il fatto che volto della dea è una ridipintura settecentesca che cela quello originale frontale e allungato. Invece Hunter (1996) espunge l'opera dal catalogo di Siciolante, dandola ad anonimo. Nonostante l'importante ridipintura costringa a una certa cautela, il dipinto sembra riferibile all'artista o quantomeno al suo ambito, sulla base del confronto con opere sicuramente autografe come la pala di San Martino Maggiore a Bologna e il nudo femminile nella Pinacoteca Capitolina di Roma, opere databili alla fine del quinto decennio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350965
  • NUMERO D'INVENTARIO 973
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Galleria Sabauda
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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