Ritratto equestre di principessa di Casa Savoia

dipinto, post 1658 - ante 1665

La figura femminile è rappresentata al centro della tela, su un cavallo al galoppo. Il corpo è rappresentato di lieve tre quarti, il viso, giovanile, rivolto verso l’osservatore. Porta sul capo un elmo ornato da numerose piume, al di sotto si vedono i capelli bruni che scendono, raccolti in boccoli, sino alle palle. Alla veste, dall’ampio scollo, sono fissate maniche che lasciano vedere la sottostante camicia. Il busto è cinto da un petto di corazza. La gonna è morbidamente drappeggiata e mossa nell’impeto della corsa, analogamente al manto, fissato da una fascia che attraversa il busto. Sulle spalle porta a tracolla una faretra con frecce. Ne tiene una in una mano, con il braccio sollevato, mentre l’altra trattiene le briglie. La sella è finemente ornata. La criniera e la coda del cavallo sono mosse dall’aria nella corsa. Dietro al cavallo è dipinta una figura di giovane, con il viso rivolto verso la principessa, nell’atto di correre e indicare una preda al di fuori della tela. Porta i capelli corti e mossi, indossa una camicia, un giuppone abbottonato, calzoni, calze e scarpe. Tiene in mano un bastone e al fianco pende una sciabola. Il ritratto equestre è collocato in un paesaggio boschivo, con montagne sullo sfondo. Brano di cielo solcato da nubi. La tela è posta entro una cor

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 264.7 cm
    Larghezza: 202.1 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è, molto probabilmente, documentata la castello di Racconigi, stante il confronto con la descrizione inventariale, almeno dall’inventario della residenza del 1838, ove sono attestati nella “grande Sala” di accesso al secondo piano comune agli appartamenti reali: “due grandi quadri rappresentanti due principesse a cavallo con piccola cornice di legno verniciato di bianco e profilato oro” (inv. n. 1067). La stessa collocazione è ribadita nella ricognizione inventariale del 1850 e nella guida del castello di Giuseppe Casale del 1873 dove si precisa che le due tele rappresentano “Principessa a cavallo ed un cane, Principessa a cavallo ed un uomo”. I riferimenti documentari più antichi, tuttavia, non forniscono alcun dato né sull’identità dell’effigiata, né sul possibile autore del dipinto, né sull’originaria collocazione e provenienza dell’opera. L’opera, come il suo pendent collocato in questa medesima sala e le altre due tele con ritratti equestri allegorici di principesse presenti al primo piano del castello di Racconigi, queste ultime attestate solamente dall’inventario del 1878, è stata opportunamente accostata dalla storiografia alla serie di dipinti di simile soggetto eseguiti per il salone di Diana nella residenza di caccia di Venaria, realizzati tra il 1658 e il 1663 da una équipe di pittori di corte che annoverò Jan Miel, Charles Dauphin, Bartolomeo Caravoglia, Giorgio Sandri Trotti di Mombasiglio, Esprit Grandjean e Balthasar Mathieu. In considerazione della qualità media dell’opera in oggetto, sia nella resa della figura che della cavalcatura, appare difficile che l’opera sia lavoro dei più pittori del gruppo, potendo forse, più facilmente avvicinarsi al meno noto Giorgio Sandri Trotti di Mombasiglio, senza dimenticare che le tele, visto anche il loro grande formato e la componente animalisti, potrebbero aver visto all’opera contemporaneamente più specialisti nei diversi generi. Nel volume dedicato al castello di Racconigi a cura di Noemi Gabrielli (1971), la studiosa riconosceva il soggetto del dipinto nella prima madama reale Cristina di Francia (Parigi, 1606-Torino, 1663). Tuttavia, in considerazione della plausibile cronologia di esecuzione intorno alla prima metà degli anni Sessanta del Seicento, e confrontando l’ìconografia della duchessa nota, risalente a quegli anni, che propone una donna dal volto pingue e maturo, costantemente in abiti vedovili, seppure arricchiti da lussuosi gioielli, appare poco coerente l’immagine giovanile allegorica in oggetto. Benché si conoscano poche testimonianze iconografiche certe relative alle figlie della duchessa, non pare da escludere la possibilità che si tratti di Ludovica Cristina (Torino, 1629-1692), moglie dal 1642 del cardinale Maurizio suo zio, o della prima consorte del duca Carlo Emanuele II, Francesca Maddalena d’Orleans (Saint-Germain-en-Laye, 1648-Torino, 1664). Né si può escludere in questo caso, anche in considerazione del volto dalle guance più piene, tipiche dell’iconografia della principessa, l’ipotesi che si tratti della seconda consorte del duca (1665), Giovanna Battista di Savoia Nemours (Parigi, 1644-Torino, 1724). Vale la pena di segnalare inoltre, che nell’inventario post-mortem della principessa Ludovica di Savoia (Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Camerale Piemonte, Articolo 805, Inventaro della Guardarobba 1679) è segnalata una serie di quattro tele raffiguranti la madre, le sorelle e il duca Carlo Emanuele II in ritratto equestre, segno di una diffusione, oggi non più del tutto riscontrabile di questo genere di opere pittoriche. Si segnala, infine, l’esistenza di un bozzetto nelle collezioni della Fondazione Ottavio Mazzonis di Torino, con possibile provenienza dal palazzo Solaro della Chiusa, nel quale la figura femminile presenta una posa e foggia dell’abito molto simile a quella in oggetto, ma non è accompagnata dal paggio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399406
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5757
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, al centro - R 5757 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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