Ritratto di Maria Cristina Albertina di Sassonia-Curlandia

dipinto, post 1795 - ante 1804

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, seduto su una sedia dalla seduta imbottita e rivestita di velluto, con taglio poco al di sotto del punto vita. Il corpo è raffigurato di tre quarti e il viso frontale, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli semi raccolti, con scriminatura centrale e boccoli che ricadono dietro alle spalle. Veste dall’ampio scollo quadrato profilato, lateralmente a sulle spalle da un ricco pizzo inamidato. Maniche drappeggiate al di sopra del gomito. Il braccio in primo piano lascia vedere una sorta di diadema al termine della manica. Il busto è attraversato da un manto, finemente ornato da un motivo decorativo in filo dorato lungo i bordi, che scende sulla gonna. Un braccio è appoggiato al piano circolare di un tavolino; la mano trattiene un medaglione ovale, di cui non si vede l’effigie, munito di catenella metallica. L’altro braccio è piegato. La mano è posta vicino al volto. Il gomito poggia sul poggiolo di una finestra dalla quale si vede un ampio brano di prati e montagne con cielo al tramonto striato da nubi sullo sfondo. Sulla destra, un tendone panneggiato, chiude scenograficamente la composizione. La tela è posta entro una cornice, in legno intagliato e dorato, di formato e luce rettangolare. Tipologia a gola. Battuta per

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 89.2 cm
    Larghezza: 67 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Francese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI ambito piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’esistenza di una collezione iconografica della dinastia dei Savoia-Carignano e dei suoi rami collaterali, è attestata a partire almeno dall’inventario redatto nel 1838 che riportava nella Sala di Ricevimento a sinistra di quella di accesso al secondo piano del castello la presenza di diciotto ritratti di principi e principesse di Carignano, muniti tutti di cornice in legno dorato con ornati in pastiglia e dotata di targa con l’iscrizione per il riconoscimento dell’effigiato. Questa tipologia di cornice è ancora riconoscibile in parte delle opere pittoriche esposte nella stanza 22. Lo stesso assetto è testimoniato nel successivo inventario del 1850, con l’incremento dei ritratti di Carlo Alberto e Maria Teresa di Toscana e di due tele di maggiore formato per i capostipiti, Maria di Borbone e il principe Tommaso, e poi nella Guida alla residenza di Giuseppe Casale, pubblicata nel 1873, dove si registrava anche la presenza, in questa stessa sala, dei ritratti dei più recenti esponenti del casato. La tela rappresenta Maria Cristina Albertina di Sassonia (Dresda, 1779-Parigi, 1852), principessa di Carignano. Era figlia di Carlo Cristoforo, nominato duca di Curlandia dal re e padre Federico Augusto II, principe elettore di Sassonia e re di Polonia, e della nobildonna polacca Francesca von Corvin-Krasinski. Nel 1797 sposò Carlo Emanuele di Savoia Carignano. Fu madre del re Carlo Alberto e della principessa Maria Elisabetta, consorte dell’arciduca Ranieri d’Asburgo-Lorena, viceré del Lombardo Veneto. Donna colta e di simpatie filo francesi, rimasta vedova nell’anno 1800, già trasferita a Challot, nei pressi di Parigi, con il marito e il figlio, si trasferì definitivamente nella capitale dell’impero. Si risposò nel 1816 con Giulio Massimiliano Thibault de Montléart, un uditore al Consiglio di Stato napoleonico. Fino alla maggiore età di Carlo svolse il ruolo di reggente. Tra il 1814 e il 1831 visse tra Parigi, Dresda e Vienna. Dopo la morte di Carlo Alberto, soggiornò nel castello di Moncalieri. La tela è ricordata tra quelle esposte nella serie dinastica allestita in castello e attestata dall’inventario del 1838, come confermano i caratteri della cornice. La fisionomia giovanile del volto e la tipologia dell’abito, con un raffinato pizzo di gusto neocinquecentesco e un manto che richiama la moda all’antica, pur in assenza di ulteriori contrassegni, permettono di ipotizzare una datazione dell’opera tra gli ultimi anni del XVIII secolo, forse poco prima del matrimonio con il principe sabaudo, e l’inizio del secolo successivo. La stesura levigata e la qualità dell’opera richiamano i modi della ritrattistica internazionale, da Giambattista Lampi a Elisabeth Vigée Le Brun, lasciando ipotizzare che il dipinto sia stato eseguito da un artista esterno al contesto piemontese. In occasione della mostra dei ritratti dei Principi Savoia-Carignano (1991-1992) Elena Ragusa propose anche, per l’attribuzione dell’opera, il nome di Philipp Hetsch, pittore formatosi a Parigi con Vien, David e Vernet, ma attivo anche alla corte di Dresda, ma ricordò anche che nel 1797, durante il viaggio dei principi di Carignano lungo la penisola italiana, possibile occasione per l’esecuzione del ritratto, la coppia incontrò il pittore piemontese Vincenzo Antonio Revelli. Tuttavia, la sua produzione nota, anche nel settore della ritrattistica, non sembra avvicinarsi alla qualità dell’opera in oggetto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399413
  • NUMERO D'INVENTARIO R 6306
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 6306 (giallo) - capitale alto-basso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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