Ritratto di Vittorio Amedeo I di Savoia-Carignano

dipinto, post 1733 - ante 1735

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio immediatamente al di sotto del punto vita. Il corpo è dipinto quasi di profilo, il voto semi-frontale, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. Porta una parrucca con scriminatura centrale e boccoli che discendono oltre le spalle. Indossa camicia, piccolo jabot in pizzo e marsina aperta, finemente ricamata in corrispondenza delle asole e dei paramani. Al di sotto si vede il petto di corazza sul quale poggia il collare dell’Ordine della Santissima Annunziata. Una fascia in tessuto, riccamente drappeggiata, è annodata alla vita. Sfondo neutro, sfumato, di colore bruno. La tela è posta entro una cornice, in legno intagliato e dorato, di formato e luce rettangolare. Tipologia a gola. Fascia interna ornata da motivo a pelacette; fascia centrale con elementi a voluta alternati a porzioni lisce; fascia esterna perlinata

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Vanloo Charles-andré (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’esistenza di una collezione iconografica della dinastia dei Savoia-Carignano e dei suoi rami collaterali, è attestata a partire almeno dall’inventario redatto nel 1838 che riportava nella Sala di Ricevimento a sinistra di quella di accesso al secondo piano del castello la presenza di diciotto ritratti di principi e principesse di Carignano, muniti tutti di cornice in legno dorato con ornati in pastiglia e dotata di targa con l’iscrizione per il riconoscimento dell’effigiato. Questa tipologia di cornice è ancora riconoscibile in parte delle opere pittoriche esposte nella stanza 22. Lo stesso assetto è testimoniato nel successivo inventario del 1850, con l’incremento dei ritratti di Carlo Alberto e Maria Teresa di Toscana e di due tele di maggiore formato per i capostipiti, Maria di Borbone e il principe Tommaso, e poi nella Guida alla residenza di Giuseppe Casale, pubblicata nel 1873, dove si registrava anche la presenza, in questa stessa sala, dei ritratti dei più recenti esponenti del casato. La tela rappresenta Vittorio Amedeo I di Savoia (Torino, 1690-Parigi, 1741) terzo principe di Carignano. Figlio primogenito del principe Emanuele Filiberto, detto il muto, e di Maria Caterina d’Este. Fu insignito del collare dell’ordine dell’Annunziata dal cugino Vittorio Amedeo II nel 1696. Nel 1714 sposò nel castello di Moncalieri Maria Vittoria Francesca di Savoia, figlia legittimata del re di Sardegna Vittorio Amedeo II, nata dalla relazione con Giovanna-Battista d'Albert di Luynes contessa di Verrua, nota come madamigella di Susa e fu dotato di un cospicuo reddito dal duca che gli venne ritirato nel 1717 per i forti debiti contratti. L’anno successivo fu costretto, per sfuggire ai creditori, a trasferirsi a Parigi, dove visse nel palazzo dinastico dell’Hotel de Soisson. Dopo la sua morte, la sontuosa residenza fu venduta per pagare i creditori e la ricca collezione d’arte dispersa all’asta sul mercato parigino. Nel 1733-34, durante la guerra di successione polacca, ottenne il titolo di luogotenente generale dell’esercito franco-sabaudo. L’opera è stata a più riprese riferita dagli studi, analogamente al ritratto della consorte che gli fa da pendent, benché originariamente i due dipinti non sembra siano stati concepiti insieme, a Carle van Loo o al suo talentuoso nipote Louis Michel, o ancora al più anziano fratello Jean Baptiste e alla loro vasta bottega. Carle fu protetto dal principe Vittorio Amedeo nei decenni di permanenza a Torino, tra il secondo e il quarto decennio del Settecento, e dopo il definitivo trasferimento in Francia, avvenuto nel 1735, fu incaricato di decorare alcune sale del palazzo parigino dei Savoia-Carignano. Non si trova, tuttavia, traccia nel catalogo redatto dopo la morte del principe per la messa all’asta della sua collezione d’arte (1742) di ritratti riferiti all’artista di origini nizzarde o a membri della sua ampia famiglia. Vale la pena di osservare che sul telaio, in basso, ma originariamente in alto, dal momento che, in occasione di restauri, forse quelli operati per la mostra sulla ritrattistica dei Savoia-Carignano del 1991, esso è stato rimontato al contrario, si conserva una etichetta antica con calligrafia quanto meno ottocentesca che riporta il nome “Charles”. La presenza di numerose iscrizioni inventariali, tutte riferibili ai primi decenni del Novecento, quando il ritratto senza dubbio già si trovava a Racconigi, non permette di confermare una originaria presenza dell’opera nel castello, né, per altro, figurano contrassegni inventariali di passaggi collezionistici precedenti. L’esibizione del petto di corazza e della onorificenza sabauda, nonché il volto maturo dell’effigiato, indurrebbero a collocare l’esecuzione dell’opera durante gli anni della guerra di successione polacca
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399419
  • NUMERO D'INVENTARIO R 6336
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 6336 (giallo) - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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