Ritratto di Umberto III di Savoia

dipinto, post 1701 - ante 1750

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla. Il corpo è quasi frontale, mentre il viso, imberbe, è ruotato di lieve tre quarti, con lo sguardo rivolto verso l’alto, a sinistra. Porta i capelli, mossi e canuti, sino sotto le orecchie, un cappello poggia sul capo. Indossa una camicia dal collo alto e, al di sopra, una tunica. Sulle spalle poggia un mantello trattenuto da fermagli circolari e catena con nodi sabaudi. Fondo unito di colore scuro. In alto al centro iscrizione su una riga. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare, in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia. Fasce modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 62.5 cm
    Larghezza: 49.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, come indicato nell’iscrizione presente nella porzione superiore del dipinto, raffigura il conte Umberto III di Savoia (Avigliana, 1136-Chambéry, 1189). Figlio di Amedeo III e di Matilde di Albon, fu conte di Savoia, Aosta e Moriana dal 1148. Da un punto di vista politico-militare si dovette confrontare con il ripetuto passaggio nei suoi domini dell’imperatore Federico Barbarossa. Ebbe ben quattro consorti: Faidiva di Tolosa, Gertrude di Fiandra, Clementina Zahringen e Beatrice di Maçon. Fu sepolto all’abbazia di Altacomba. La sua figura, nel corso dei secoli, fu oggetto di racconti e leggende e le venne riconosciuto anche, come testimoniato dall’iscrizione presente sulla tela, un alone di santità. Fu beatificato da Gregorio XVI nel 1838. L’iconografia del dipinto è derivata, pur con un certo margine di libertà, dal ritratto incluso nella serie dell’Albero Gentilizio della Casa di Savoia, pubblicato dall’abate Ferrero di Lavriano a Torino nel 1701, elemento che, insieme ai dati di stile, induce a ipotizzare una datazione per l’opera in oggetto nella prima metà del Settecento. La medesima iconografia, ma in un dipinto a figura intera, si rintraccia anche in un’opera, parimenti proveniente dal castello di Racconigi. L'opera è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399641
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5614
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a sinistra - R 5614 (giallo) - maiuscolo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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