decorazione plastico-architettonica,
Giulio Romano (bottega)
1499 ca./ 1546

struttura scandita da lesene con capitelli decorati ad ovoli che sorreggono la copertura formata da tre volte a crociera alternate a volte a botte, decorate a cassettoni, che sono comprese tra arconi decorati da rosoni. Nelle absidi che concludono i lati della struttura vi sono catini decorati da cornici geometriche, a losanghe e cerchi, che racchiudono figure. Lo spazio tra le lesene presenta cornici quadrate con fregio vegetale sormontate da nicchie decorate da motivo a conchiglia e da testina alata, al centro della base. Anche le absidi laterali sono segnate dalle lesene alternate al medesimo tipo di nicchie

  • OGGETTO decorazione plastico-architettonica
  • ATTRIBUZIONI Giulio Romano (bottega): architetto
  • LOCALIZZAZIONE di San Benedetto abate
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'intervento di Giulio Romano quale architetto del vestibolo è fissato al 1542 da Benedetto Fiadrini, riordinatore dell'archivio polironiano nel 1790 (si veda il regesto nel catalogo della mostra a cura di Piva, 1981, p. 39, ripreso in Piva, 2007, p. 60). Il 9 ottobre 1547 la basilica è consacrata (si veda il regesto in P. Piva, 1981, p. 40 e Caleffi, 2010, p. 14) e a tale data risultano già terminate le porte lignee della facciata. Pertanto secondo Piva (1981, p. 238, ripreso dal medesimo Piva, 2007, p. 60) entro il 1547 sono terminati anche gli stucchi del vestibolo che rientrano nella notevole campagna decorativa diretta da Giulio Romano (per la quale si propone il riferimento orizzontale 0300185379) che comprende anche le lunette del deambulatorio e il ciclo iconografico del fregio della navata centrale e del transetto con continui rimandi alle "grottesche" di Villa Madama di Roma o agli stucchi della Sala delle Aquile di palazzo Te a Mantova (Piva, 1981, p. 239). Il complesso programma iconografico svolto dalle decorazioni a stucco del vestibolo, probablmente elaborato dal colto abate Cortese nel delicato momento pretridentino, non è ancora stato chiarito con certezza. Anche perchè probabilmente si completava con le statue commissionate successivamente a Begarelli, che in parte sono state spostate all'interno, e la cui posizione originaria è fondamentale per una corretta lettura di insieme (a tal proposito si veda Piva, 1981, pp. 258-260). Per il vestibolo Giulio Romano progetta una struttura classica, aggettante, biabsidata, scandita da "travate ritmiche su dodici sostegni" (Piva, 2007, p. 63). Secondo lo studioso Carpiceci (riportato in Piva, 2007, p. 63) il progetto originario deriva da un disegno di Raffaello trascritto dal Serlio che Giulio Romano recupera per soddisfare il gusto del committente, l'abate Gregorio Cortese, che propende per il classicismo romano di Bramante e Raffaello. Il richiamo a Roma acquista anche un valore ideologico in quanto esprime il principio del rinnovamento spirituale della Chiesa posto sotto la guida del papato (Caleffi, 2010, p. 21), principio che proprio a Polirone aveva il suo punto di riferimento, nel movimento degli spirituali moderati e nel colto abate per il quale Roma e la classicità significavano anche opposizione al luteranesimo (Piva, 1981, p. 238). Nel 2001 la facciata e il vestibolo sono stati restaurati (Caleffi, 2010, p. 83), in seguito alla pulitura sono stati recuperati i colori originari
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185379
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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