Fiamma del Sacrificio-del Ricordo

monumento ai caduti a lapide,

La lapide è murata nella facciata di un edificio prospiciente la Piazza, a circa 170 cm da terra. Ha forma di rettangolo, poggiante sul lato più corto. La lapide è collocata in una massiccia cornice marmorea, abbellita sul lato inferiore da una fiaccola scolpita ad altorilievo. Invece, il lato più alto è sovrastato da un frontone, che dà al manufatto l'aspetto di un'edicola, appena al di sotto del quale è stato scolpito un motto latino. Lo spazio della lapide è così suddiviso. In alto è incisa l'epigrafe dedicatoria. Seguono i nomi dei 24 morti nella Grande guerra. Essi sono divisi in 2 gruppi, ognuno su due colonne. Nel primo, quello più in alto, sono elencati i residenti nel capoluogo, mentre nel secondo, più in basso, vi sono i residenti nella frazione Mocasina. In ambedue i gruppi, i morti sono in ordine di grado militare, indi alfabetico. Per ognuno è specificato: cognome, nome, e grado

  • OGGETTO monumento ai caduti a lapide
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
  • LOCALIZZAZIONE Piazza Zanardelli
  • INDIRIZZO Piazza Zanardelli, Calvagese Della Riviera (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La storia di questa lapide è piuttosto complessa. A pochi giorni dall'inaugurazione di una lapide ai morti della frazione Mocasina (cfr. specifica scheda di catalogo), vi fu la notizia che nel capoluogo di Calvagese era sorto un comitato per l'erezione di un ricordo ai morti di tutto il paese. Anima del comitato, di cui era presidente, era il nobile Ugo De Zinis, possidente del luogo che aveva elargito allo scopo ben 2.000 lire. Già nell'agosto del 1920 giacevano davanti al municipio dei blocchi di pietre occorrenti al monumento. Questo, nelle intenzioni dello Zinis e dell'arciprete, doveva sorgere davanti alla chiesa, discosta dal centro del paese. La popolazione "mutatisi i tempi e le circostanze locali" - fra l'altro nelle elezioni del 1920-1921 ebbe successo il Partito Socialista, fino alla crisi comunale del 1923 - vi si oppose, e desiderava il monumento nella piazza, centrale e più frequentata. Quindi, tutto si bloccò. C'era il timore che, qualora si fosse collocato il monumento in piazza, lo Zinis avrebbe ritirato la sua cospicua offerta. Per risolvere l'impasse vi fu anche chi suggerì di lasciare che si erigesse il monumento davanti alla chiesa e di approntare, a spese del Comune, una lapide. Però, a parte la spesa ulteriore, sembrava "una enormità" che in un Comune di 1.200 abitanti vi fossero ben 3 ricordi. Mancano ulteriori dettagli sull'evoluzione degli eventi, ma risulta che, alfine, lo Zinis portò il monumento nella sua proprietà privata, dove sta tutt'oggi, e che l'8 dicembre 1923 - anche se su di essa vi è la data dell'11 novembre - fu inaugurata la lapide, nel medesimo giorno in cui furono inaugurati anche il gagliardetto della locale sezione del Partito Nazionale Fascista e la bandiera dell'Associazione Nazionale Combattenti. Le tracce di questa articolata, sofferta vicenda sopravvivono ancora nella memoria dei più anziani del luogo, come constatato di persona. Sono, infine, da segnalare 2 circostanze. La prima è il motto latino sulla lapide. Nel corso di questa campagna di catalogazione, di rado si sono rinvenute epigrafi in latino, come ad esempio a Cimmo o a Pontevico. Qui il motto ed il suo significato suppliscono alla mancanza di simboli religiosi cristiani: "Essi vinsero la morte". Il concetto poteva essere declinato anche nel senso della religione laica della patria, che li eternò nel marmo e secondo la quale essi caddero, come asserisce poi l'epigrafe in italiano in modo conciso e significativo, "per una patria più forte e sicura". In secondo luogo si nota, anche qui, che in genere "l'acribia patriottica" non era la norma, specie quando i morti da ricordare crescevano di numero. Ossia ci si limitava a riportare i dati essenziali dei deceduti, cioè gli imprescindibili nomi e cognomi, vuoi per superficialità, vuoi per lo spazio ed il lavoro (e i denari) ulteriori che avrebbero necessitato le informazioni supplementari. Così, sul ricordo, non fu specificato in 2 casi l'ambita qualifica, in senso patriottico, della distinzione per valor militare: Francesco Giustacchini, contadino, veterano dei battaglioni alpini "Monte Suello" e "Monte Tonale", medaglia di bronzo e d'argento al valore, morto alla presa della Bainsizza; e Cesare Bianchini, contadino, veterano del Carso nel 13° fanteria, promosso per merito di guerra nella presa di Gorizia, poi morto alla Vertoiba. Fonti e bibliografia: Da Calvagese. Per i caduti, "Il Cittadino di Brescia", 17-4-1920; Calvagese. Per il monumento ai caduti, "La Provincia di Brescia", 22-9-1922; A Calvagese. La situazione locale, "Il Cittadino di Brescia", 6-4-1923; A Calvagese. Festa patriottica, "Il Cittadino di Brescia", 2-12-1923; Testimonianza orale del sig. Danieli da Mocasina, classe 1944 (3-3-2023); E. Cerutti, Bresciani alla Grande guerra. Una storia nazionale, FrancoAngeli, Milano 2017
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303274976
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ISCRIZIONI in alto, sotto il frontone - MORTE VICERUNT // -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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