Stella d'Italia

monumento ai caduti a colonna,

Il monumento è ubicato in un’aiola a semicerchio, sulla sinistra della strada provinciale 42 per il Tonale: dietro scorre il fiume Oglio, dirimpetto vi è la piazza principale del paese con il palazzo del municipio. L’area di rispetto, sul lato frontale, è delimitata da una ringhiera composta da 8 proietti da 381 mm. Esso, alquanto imponente, si struttura in 3 parti. Vi è un basamento (h. 250 cm), a sezione esagonale, in granito e pietra Simona. Sul lato frontale è apposta la lapide, chiaramente successiva al 1945, riportante i 9 morti nella Grande guerra e i 10 deceduti (ben 5 gli ufficiali) nel conflitto 1940-1945. Per tutti è specificato: grado, cognome, nome, data di morte; per quelli nel secondo conflitto, anche il luogo di decesso. Sui fianchi, invece, sono apposte 2 lapidi con le epigrafi dedicatorie originali del 1922, sormontate da un tropaion riproducente, in modo stilizzato e sproporzionato: un elmo mod. Adrian visto di fronte, e 2 fucili incrociati. Si erge poi la colonna (h. circa 600 cm), la quale altro non è che un fascio di 6 colonne, terminanti in altrettanti capitelli corinzi. Essa si compone di 9 sezioni di blocchi granitici sovrapposti, in cui sono state scolpite le predette colonne. Infine, la colonna è sormontata da una lanterna (h. circa 200 cm), composta da 6 colonne più piccole che sorreggono una cupola semisferica, al cui apice è infisso un fregio in ferro battuto, il quale riproduce un’alabarda – che richiama vagamente la Croce di Cristo – e una Stella d’Italia. Alla sua base, a grandi caratteri bronzei applicati, vi è il motto “Gloria”

  • OGGETTO monumento ai caduti a colonna
  • MATERIA E TECNICA MARMO BIANCO
    bronzo/ fusione
    GRANITO
    pietra simona
  • LOCALIZZAZIONE Piazza Roma
  • INDIRIZZO Piazza Roma, Cedegolo (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Su questo monumento non si è rinvenuto quasi nessun cenno nella stampa dell’epoca. Ciò è strano, e contrasta con la sua notevole mole e imponenza, anche tralasciando il fatto che in quel tempo Cedegolo era solo una frazione del Comune di Grevo. E’ certo che nella sua genesi vi furono delle polemiche, comparse sul quotidiano cattolico nel febbraio del 1921, in cui le sezioni di Cedegolo e Grevo dell’Associazione Nazionale Combattenti polemizzavano con l’amministrazione comunale, che a detta loro tergiversava nella questione del ricordo ai morti in guerra; pertanto esse avevano intenzione di rivolgersi direttamente alla popolazione. Sembra altrettanto certo che la ciclopica colonna – per soli 9 morti – fu inaugurata nell’estate del 1922. Stando alla “Enciclopedia Bresciana” – che però non cita alcuna fonte – la cerimonia d’inaugurazione avvenne il 13 luglio, mentre una cartolina commemorativa coeva sostiene che essa fu il 13 agosto. Ad ogni modo, dallo spoglio sistematico dei mesi di luglio e agosto, in nessuno dei 3 quotidiani del tempo fu riportata la notizia. Riguardo a questo grandioso monumento, sono da fare 2 considerazioni. La prima, di carattere socio-antropologico, pertiene alle 2 lapidi dedicatorie, che sono fregiate da un tropaion bronzeo identico a quello del piccolo obelisco di Vighizzolo di Montichiari (esso pure del 1922) o della lapide – non censita, poiché non dedicata ai caduti – commemorante il XXV del regno di Vittorio Emanuele III a Soprazzocco. Un’epigrafe è decisamente retorica, ampollosa. L’altra, invece, presenta 2 singolarità. Evoca la morte in guerra come un ancestrale do ut des: “cadeste / perché / la patria immortale”, cioè la propria comunità, “vivesse”; concetto che si è rinvenuto esplicitato in modo assai simile nel monumento di Casto (1973). Però, nel lutto di cui andare fieri, sono ricordati solo e soltanto “i padri, i figli, i fratelli”; delle donne non vi è traccia alcuna. Il secondo rilievo, invece, è di natura storica. Nel 1927 la sede comunale fu trasferita da Grevo a Cedegolo e, nel 1928, nel Comune di Cedegolo confluirono i Comuni di Berzo Demo e Sellero, fino ad allora autonomi. Da quegli anni il Comune assunse notevole importanza come polo per la produzione di energia elettrica; il fascismo realizzò svariate opere. Nel 1938 fu eretta ed inaugurata la nuova casa comunale, dirimpetto al monumento, sede pure delle organizzazioni del Partito Nazionale Fascista. Di essa faceva parte una torre, la nicchia nella facciata della quale fu adibita a nuovo monumento ai morti nella Grande guerra. Nel lapidario, tutt’oggi esistente, erano ricordati i 58 deceduti di tutte le frazioni del nuovo Comune, che dopo il 1945 fu smembrato, ritornando alla situazione ante 1928. Fonti e bibliografia. Da Cedegolo. Per i nostri gloriosi caduti. Il Comune non provvederà ad un degno ricordo???!!!, “Il Cittadino di Brescia”, 23-2-1921; Opere pubbliche dell’anni XVI inaugurate a Cedegolo e a Vione fra entusiastiche dimostrazioni al Duce – La nuova casa comunale di Cedegolo, “Il Popolo di Brescia”, 15 e 16 novembre 1938. “Enciclopedia Bresciana”, Cedegolo, ad vocem; Raccolte Luca Agosti, Calcinato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303275057
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ISCRIZIONI al di sopra del fascio di colonne - GLORIA // -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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