Cristo in trono portato in volo da angeli

portale, (?) 1600 - (?) 1799

portale costituito da due piedritti con lesene e capitelli dorici sostenenti timpano con simbolo francescano entro clipeo. Un rilievo, sul fronte principale verso Chiostro dei Fiorentini, raffigurante Cristo in trono sorretto da due angeli in volo, è posto tra l’architrave e il timpano. Il foro porta è chiuso da un cancello metallico a due ante

  • OGGETTO portale
  • MATERIA E TECNICA MARMO GRECO
    pietra d'istria
    METALLO
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LOCALIZZAZIONE ex - convento
  • INDIRIZZO sestiere di San Polo n. 3002, campo dei Frari, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il portale in esame è situato all'interno dell’Archivio di Stato di Venezia (ex -Convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari): il fronte principale si affaccia sul Chiostro dei Fiorentini mentre la facciata opposta si presenta verso il cortile porticato della Trinità. Il prospetto monumentale è costituito da piedritti e capitelli a volute sostenenti trabeazione e soprastante rilievo marmoreo e timpano con simbolo religioso. Tale portale risulta opera complessa dovuta all'assemblaggio di più pezzi erratici: la lastra con rilievo è probabilmente opera proveniente da un sarcofago mentre gli elementi architettonici quali piedritti ed elementi modanati tra i capitelli e il timpano sono stati adattati al contesto. Il portale verso il chiostro della Trinità è a semplici elementi architettonici; due scalini in pietra d’Istria conducono da un portico all'altro. Un cancello metallico a doppia anta chiude il foro porta. Non è dato sapere né quanto il fronte del sarcofago e neppure il resto del portale siano stati assemblati; tuttavia si suppone una datazione tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo. Tale ipotesi è dedotta dalle fasi architettoniche dell’edificio: “La fabbrica antica, grandiosa nel concetto, ma non del pari robusta nelle muraglie; il suolo cedevole, come è dovunque a Venezia; produsse il 14 luglio 1778 (né allora soltanto) la caduta di parte del colonnato nel cortile della Trinità, del refettorio, e di alcune stanze superiori. […] L’abile architetto Bernardino Maccaruzzi […] notò, fra l’altro, le pesanti urne infisse nel muro e nella contigua chiesetta della Madonna del pianto, le quali lo aggravavano […]. I provveditori alla Sanità invitavano allora gli eredi, o chi vi avesse avuto interesse, a far valere i loro diritti sulle arche o le lapidi che enumeravano. Vi troviamo i nomi dei Baffo, Barbarigo, Barbaro, Bernardo, Contarini, Dalmario, Dolfin […]. Nessuno essendosi presentato, le arche e i depositi vennero atterrati[…]” (Archivio di Stato in Venezia negli anni 1876-1880, 1881, pp. 6-7). Cristo, seduto in un trono sorretto da due angeli in volo, ha la mano destra alzata nell'atto di benedire. Con l’altra regge un libro aperto con iscrizione “PAX V / OBIS” (si evidenzia che l’ultima lettera è stata incisa nella pietra rovescia). Un manto copre le spalle ricadendo sul braccio sinistro. I piedi, poggianti su pedana, sono scalzi e leggermente divaricati. I due angeli sono scolpiti in volo con i corpi orizzontali coperti da lunghe tuniche svolazzanti; le teste con capelli a boccoli sono arricchite da fascia. Il tema iconografico, già espressione artistica nell'arte paleocristiana e protobizantina (si veda per la raffigurazione degli angeli il sarcofago di Zarigüzel e la lastra del Topkapi – Istanbul), è presente nella lastra della cappella delle reliquie della Basilica di San Marco: questa potrebbe esserne il modello seppure vi siano delle differenze (a esempio la capacità di rappresentare gli oggetti). Secondo la critica d’arte (Tigler, 2009, p. 161) la latra in esame potrebbe essere parte della tomba di Jacopo Contarini (doge dal 1275 al 1280; Da Mosto di fatti racconta nel suo volume intitolato “I Dogi di Venezia” che tale uomo illustre fu sepolto nel chiostro dei Frari e che il monumento sepolcrale era arricchito da arcosolio e motivo a mosaico nella lunetta). A Venezia esiste altra opera colla medesima iconografia: si tratta del sarcofago del doge Ranieri Zen presso la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo datata alla metà del Duecento. Altri due fronti di sarcofago, uno costituente la tomba in marmo rosso di Verona di Rogati-Neri presso la Basilica di Sant'Antonio da Padova e l’altro in esposizione nella città di a Vienna, nel Kunsthistorisches Museum, sono da annoverare nel medesimo gruppo iconografico. Tuttavia il “Redentore in trono sorretto da angeli” dei Frari, della Basilica del Santo e quella del museo viennese paiono assomigliarsi maggiormente: gli angeli in volo sono scolpiti nelle medesime posizioni con vestiti panneggiati nell’atto di sorreggere il seggio; il braccio di Cristo con la mano con dito indice e medio alzati in segno di benedizione sono in tutti e tre i casi scolpiti nella medesima posizione come pure il cuscino sul quale è poggiato. Comunque nella lastra dell’Archivio di Stato Cristo sorregge un libro aperto a differenza del volume chiuso negli altri due esemplari (nel sarcofago di SS. Giovanni e Paolo il volume non è presente); inoltre qui le figure alate calzano delle scarpe a differenza dei piedi scalzi nelle altre sculture. La datazione di tale rilievo è da far risalire alla seconda metà del XIII secolo per opera di probabile artista veneziano. Nel timpano è scolpito il simbolo dei Frati Minori Francescani: due braccia incrociate, uno nudo (braccio di Cristo) e l'altro vestito del saio (braccio di Francesco con le mani segnate dalle stigmate)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500677895
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI lastra tombale, libro aperto - PAX V / OBIS (con lettera S retroflessa) - maiuscolo - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - (?) 1600 - (?) 1799

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE