Adorazione dei magi (recto). Adorazione dei Magi (recto)

anta 1520 - 1520

Il lato esterno del pannello presenta la Sacra famiglia con due re magi. Gesù bambino, seduto sulle ginocchia della madre, benedice il primo re mago con la mano destra. Quest'ultimo, con le braccia umilmente incrociate, sta baciando il piede del salvatore futuro, dopo essersi tolto il turbante e aver consegnato a san Giuseppe il suo dono, un prezioso calice con coperchio. Alle sue spalle, il secondo re mago, di media età, dai tratti moreschi, rappresentante del continente africano, si prepara ad adorare il bambino. L'incontro avviene davanti alla stalla di Betlemme sotto la quale si scorgono il bue e l'asino. Sul lato interno, il pannello reca un'immagine di san Pietro con un libro e le chiavi

  • OGGETTO anta
  • MATERIA E TECNICA tavola/ tecnica mista
  • ATTRIBUZIONI Bonfanti Liberale Detto Liberale Da Verona (1445 Ca./ 1527 ?)
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’identificazione della tavola con uno dei portelli provenienti da Santa Maria della Scala, avanzata dal suo antico proprietario Cesare Bernasconi (1864) e da Carlo Ferrari (1871), sembra confermata dal carattere del pannello, che sul lato interno presenta due antiche bandelle di ferro battuto, prova che la tavola fungeva da sportello, movibile per mezzo di cerniere. Pare che lo sportello del Museo sia rimasto per quasi tre secoli nella sagrestia di Santa Maria della Scala, sfuggito ai commentatori di Vasari e agli autori delle guide cittadine prima di Rossi (1854). Un decennio dopo entrò nella collezione Bernasconi, dove assunse il numero 82 già occupato dal "San Rocco" di Cavazzola, che era stato venduto nel 1864 alla National Gallery di Londra (Ferrari 1871; Davies 1961, p. 379). Alcune guide non aggiornate (Giro 1869; Marchesini 1877, 1892) continuarono ad elencare il dipinto nella sagrestia di Santa Maria della Scala, creando un malinteso che ha originato la notizia di una perduta "Adorazione dei Magi" di Liberale (cfr. Crowe, Cavalcaselle 1871; Brenzoni 1930, p. 64; Del Bravo 1959, pp. 281-282; 1967, p. 76). L’errore diffuso che la nostra tavola fosse già «one of the doors of the organ at Santa Maria della Scala» (Crowe, Cavalcaselle 1871) è stato corretto da Trecca (1912, p. 197) e Del Bravo (1959, p. 246). Le portelle d’organo della chiesa erano invece, secondo Dal Pozzo (1718, p. 26), opere tarde di Giovanni Francesco Caroto, raffiguranti un’"Annunciazione" (Lanceni 1720, p. 303). Per un altro malinteso, l’"Adorazione" è stata identificata con una "Sacra conversazione" conservata in Santa Maria della Scala, di un seguace del Perugino, che Dal Pozzo aveva elencato come di Liberale (1718, p. 251). L’episodio, raccontato da Vasari, della custodia dipinta da Liberale e montata davanti alla miracolosa "Madonna delle Grazie" non pare finora ricordato dalla storiografia collegata all’affresco scaligero. Sotto quest’immagine, opera di Turone (Cuppini 1966, pp. 33-35), si trova un altare fondato nel 1432. A partire dal 1467 circa esso fu gestito dalla «Compagnia detta volgarmente della Madonna della Scala», che nel 1738 fece trasferire l’affresco, insieme con il supporto murario, nella posizione attuale «circa nove piedi verso la Sagrestia», sulla parete meridionale della terza campata (Biancolini, VIII, 1771, pp. 188, 199-200; cfr. però Cuppini 1966, p. 33). È quindi probabile che la stessa compagnia abbia incaricato Liberale di dipingere i due portelli menzionati da Vasari, che per qualche tempo protessero l’immagine venerata «dal fumo delle candele» (Vasari 1568). Per l'attribuzione a Liberale è da registrare un unanime consenso, escluso il dubbio comunicato da Riccardo Lotze il 17 giugno 1904 «che questo dipinto sia una falsificazione di Carlo Ferrari detto il Ferrarin e che, per questo forte sospetto, egli infranse la negativa fotografica» (notizia di Pietro Sgulmero conservata nella scheda del Museo; si trattava della lastra n. 56 di cui sono rimaste delle copie; cfr. Lotze 1899). Generalmente accolta è anche l'assegnazione all'attività tarda del pittore. Più esplicitamente si è espresso Del Bravo (1959, p. 247; 1962, pp. 57-58), collocando l'opera nel «1516-20 circa», immediatamente prima della pala di "San Girolamo" (inv. 912-1B625), dipinta per un altare consacrato nel 1521. Entrambe le opere appartengono alla maniera tarda del pittore, caratterizzata in modo crescente da pennellate larghe, applicate frettolosamente, e da disarmonie formali spiegabili con un calo dell'autocontrollo artistico. Risulta quindi difficile immaginare per quest'opera, secondo l'affermazione vasariana, la stima dei pittori veronesi; stima più plausibile da parte di committenti provinciali che, come Liberale, attorno al 1520 non erano al corrente dei progressi dell'arte contemporanea. La carenza di fantasia e ispirazione si manifesta nel ricorso a modelli da parte dell'anziano pittore. La disposizione della Madonna con il bambino adorato e baciato dal primo re mago riecheggia la miniatura eseguita dallo stesso Liberale nel 1473 per il Graduale 19.4 del duomo di Siena (f. 7v; Del Bravo 1967, pp. LXII-LXIII, fig. 60; Eberhardt 1983, pp. 119, 121-122; Eberhardt 2005). Il confronto tra le due "Epifanie" evidenzia di nuovo la tragedia personale del pittore, che in gioventù era stato un artista inventivo e d'avanguardia, ma che mezzo secolo dopo, nella città natale, si trova invece in posizione di retroguardia, superato dalle correnti artistiche più moderne. Paragonando il dipinto con l'"Epifania" miniata da Liberale intorno alla metà degli anni novanta (inv. 4360-1B321), si scoprono elementi simili quali l'atteggiamento del secondo re mago e, al rovescio, la collocazione di san Giuseppe. Essi rivelano che l'intera immagine tarda risulta compilata con formule di repertorio attinte da un fondo di schizzi raccolti dall'artista durante la sua lunga attività (da Hans-Joachim Eberhardt 2010, cat. 176)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715106
  • NUMERO D'INVENTARIO 963
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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