Polittico di Boi. Polittico di Boi

polittico dipinto 1385 - 1390
Altichiero (cerchia)
1335 ca./ ante 1397

Polittico a cinque scomparti racchiuso entro una cornice lignea a nicchie ogivali modanate e traforata con timpani triangolari e decorazioni lignee a fiori d'acanto accartocciate sui coronamenti. Sant'Antonio abate e San Giovanni Evangelista presentano alla Madonna i due committenti inginocchiati, probabilmente omonimi: l'uomo indossa un mantello rosso con un berretto a cappuccio, la donna una veste di vaio con mantello sulle spalle e berretto rotondo per la consorte

  • OGGETTO polittico dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Altichiero (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il polittico, di ascendenza altichieresca, rappresenta uno degli episodi più alti della pittura degli anni Ottanta del XIV secolo e una delle rare opere su tavola del secondo Trecento veronese. Fu acquistato e poi donato al museo nel 1926 da Achille Forti, Mario Miniscalchi Erizzo, Giuseppe e Luigi Poggi. Nessuna notizia è pervenuta sull'originaria collocazione dell'opera. Proviene da una piccola cappella privata (Zanardi) in località Boi – da cui prende il nome con cui è nota – presso Caprino Veronese, un paese alle pendici del Monte Baldo; è possibile però che sia stata eseguita per una chiesa cittadina e che solo successivamente sia stata trasferita in una più modesta sede periferica (Piccoli 2010). Sappiamo che a Boi, una frazione di Caprino Veronese, esisteva una chiesa di San Pietro, forse dipendente, come gli attigui possedimenti, dal monastero veronese di San Zeno, dei quali è investita la famiglia dei Da Solferino (Sala 2000). I due donatori, vestiti come personaggi di alto rango, sono tuttavia ancora anonimi sebbene, visti i santi che li presentano, si può ipotizzare che si chiamassero Antonio e Giovanna. Gli elementi di novità rispetto al linguaggio trecentesco portarono inizialmente la collocazione dell'opera all'inizio del Quattrocento, in particolare nell'ambito di Giovanni Badile. A partire da Toesca, il polittico è rientrato nell'orbita della pittura di Altichiero e da Magaganato è stato accostato alla “Madonna con il bambino” della chiesa degli Eremitani a Padova (Mellini 2000, p. 350). Il rapporto fra le due opere sposta l'attribuzione del polittico alla bottega di Altichiero negli anni compresi tra il completamento dell'ultimo ciclo padovano (1384), e la fine del nono decennio del Trecento, anche in riferimento alla commissione della tomba Fracastoro in San Fermo Maggiore (Piccoli 2010, pp. 118, 182). Si è pensato alla collaborazione di un aiuto nel pannello centrale ed è stato rilevato che la cornice si ispira alle complesse realizzazioni lagunari (Ericani 2010). Uno dei punti di forza del polittico sta nell’attenzione al dettaglio, “con le passamanerie degli abiti e la decorazione floreale del manto della Vergine dorati a missione, la rosellina rossa e il libretto semiaperto tra le mani di Gesù, fino alla preziosità del pendente di corallo del Bambino, della fibbia rilevata sul manto di Maria, degli anelli con pietre della Vergine e della donatrice, del pastorale cesellato di sant’Antonio” (Piccoli 2010). La mano del medesimo maestro è stata riconosciuta anche in alcuni brani frammentari dipinti ne giro absidale di San Michele Arcangelo ad Arcé di Pescantina (Piccoli 2010, p. 118)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715132
  • NUMERO D'INVENTARIO 26
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI sopra il pannello con san Giacomo - S(anctus) Ia[c]obus -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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