Madonna con il bambino. Madonna con il bambino
dipinto
1490 - 1499
Andrea Da Murano (notizie 1463/ 1512)
notizie 1463/ 1512
Frammento di tavola con la Madonna e il bambino, con la Vergine a mani giunte sul retro di un davanzale in marmo ed il bambino nudo dormiente disteso su un cuscino, con due prugne strette tra le mani ed appoggiate al petto
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Andrea Da Murano (notizie 1463/ 1512)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE "La tavola, in considerazione della porzione mancante dal petto alla testa, doveva raggiungere i 70-75 centimetri di altezza e deve considerarsi, in relazione ai 43 di larghezza, di dimensioni standard per tali oggetti devozionali. L’iconografia non presenza sostanziali difformità rispetto ai moduli vivarineschi, introdotti da Bartolomeo Vivarini nel polittico di Ca’ Morosini del 1464 (Pallucchini 1962, fig. 149), che costituiscono una costante della sua produzione, come nella "Madonna e santi" del Museo di Capodimonte a Napoli del 1465 o in quella di Lussingrande di dieci anni dopo (ibidem, figg. 150, 171). Pur imputabile alla perdita di molta materia pittorica, nondimeno l’aspetto grafico del frammento costituisce il principale elemento stilistico di riconoscimento, quale carattere tipico della scuola muranese ed in generale di quel ramo della cultura artistica veneziana rimasto legato alla cultura toscana importata nelle lagune da Andrea del Castagno alla metà del Quattrocento. L’attribuzione iniziale di Vignola a Lazzaro Bastiani riconosceva già allora tale carattere stilistico in un momento, tra Otto e Novecento, in cui Bastiani raccoglieva, ad iniziare da Crowe e Cavalcaselle, numerosi consensi attributivi – ed un certo interesse antiquariale – quale rappresentante della scuola vivarinesca veneziana, consensi successivamente trasferiti sui suoi contemporanei. L’attribuzione ad Andrea da Murano di Alberta De Nicolò e il raggruppamento del frammento con la "Madonna in adorazione" della Collezione Cini, quale residuo di un catalogo di immagini devozionali mariane, individuava nella tavola veronese i debiti nei confronti di Bartolomeo Vivarini sia nella scelta iconografica sia in quella stilistica e la peculiare esasperazione da parte di Andrea di tali caratteri. Il più recente riconoscimento dell'attività di intagliatore ligneo del muranese nella bottega del fratello Girolamo spiega, già nell'ottavo decennio, gli esiti di forzatura volumetrica che l'analisi della sua attività pittorica aveva circoscritto, con uno strano attardamento delle forme, tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento, intorno alla grande pala di Trebaseleghe, realizzata tra il 1497 e il 1501 (De Nicolò Salmazo 1976). L’arretramento cronologico della pala di Cittadella con il "Lamento sul corpo di Cristo" alla fine del settimo, inizio dell’ottavo decennio (Ericani 2003, pp. 53-57) permette ora di riferire tale momento stilistico all’ultimo decennio del secolo, nel quale deve essere collocato anche il frammento veronese, per le consonanze con la tavola centinata centrale di Trebaseleghe, prima opera realizzata, allo scadere del secolo, del vasto complesso pittorico" (da Giuliana Ericani 2010, cat. 128)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715172
- NUMERO D'INVENTARIO 966
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0