Madonna del cardellino. Madonna e due angeli in adorazione del bambino

dipinto ante 1495 - ante 0000

Dipinto raffigurante la Madonna in adorazione del bambino, adagiato su un cuscino con un cardellino nella mano destra. Ai lati, due angeli in preghiera

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ tecnica mista
  • ATTRIBUZIONI Bonfanti Liberale Detto Liberale Da Verona (1445 Ca./ 1527 ?)
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A seguito del restauro condotto nel 2002, è possibile apprezzare la qualità pittorica del dipinto, precedentemente offuscata dalle ridipinture documentate nelle foto Lotze (inv. 38164-10C1988) e Anderson (inv. 38842-10C2666). Nella bibliografia sul dipinto è da registrare il generale consenso sull’autografia di Liberale, sotto il cui nome la tavola appare già nei cataloghi manoscritti della collezione di Antonio Pompei (1799-1885). Oltre a ciò, sono estremamente scarni i commenti editi e vi si cercano invano concrete analisi stilistico-cronologiche o studi sull’iconografia (si ricorda, per esempio, la comunicazione orale di E. Modigliani che si limitava a constatare: «può essere Liberale»). Tra le poche opinioni pubblicate sulla posizione cronologica della "Madonna" di Castelvecchio, Bernardini (1902) e Marinelli (1991) propendevano per una datazione piuttosto tarda. Del Bravo, invece, nella sua tesi inedita del 1959 (pp. 205-206), entro il catalogo delle opere in «ordine approssimativamente cronologico», collocava la tavola, insieme con numerosi altri dipinti, subito dopo la "Madonna" di Berlino del 1489 e le pitture della cappella Bonaveri e prima dell’ancona dispersa del 1503 (Avena 1910, p. 141-143), cioè nell’ultimo decennio del Quattrocento, opinione condivisa anche da Eberhardt (2010, pp. 229-231). A sostegno di tale ipotesi, quest’ultimo osservava che le parti meglio conservate del dipinto, il manto blu e la veste rossa, ricordano ancora la diligente modellatura differenziata, caratteristica della fase ‘scultorea’ nelle opere degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta, cui appartengono il "San Sebastiano" di Berlino, la "Pietà" di Monaco, la "Madonna" del 1489 di Berlino e le pitture per la cappella Bonaveri. La qualità dell'esecuzione originaria a pennellate fini si manifesta, nella nostra "Madonna", anche nel delicato velo che, con slanci virtuosamente dipinti, si delinea sulle spalle e sul petto di Maria. Il suo sguardo teneramente animato è ancora lontano da quello sempre più rassegnato e spento, tipico delle figure dipinte nei primi tre decenni del Cinquecento. Di conseguenza, Eberhardt (2010) proponeva una datazione negli anni veronesi ante 1495, prima che il pittore lasciasse spazio in misura crescente a forme schematiche e grossolane e ad espressioni stanche, segni del calo qualitativo nella sua produzione tarda già manifesto nella pala del 1503. La composizione della Madonna in adorazione del bambino ravviva ricordi belliniano-vivariniani (e, infatti, Cavenaghi in una comunicazione al Museo del 12 agosto 1904 attribuiva la tavola proprio a Vivarini) degli anni Ottanta, quando Liberale aveva lavorato a Venezia e quando, nel 1487, gli fu affidata la sua commissione forse più prestigiosa, quella per la pala (dispersa) dell’altar maggiore della chiesa olivetana di Sant’Elena (Danzi 1997; Tagliaferro 1999). Mentre i due angeli guardano il bambino che, con il gesto della sinistra, risponde teneramente all’affetto materno, gli occhi di Gesù e di Maria non s’incontrano. Lo sguardo della madre, come quello del figlio, finisce nel vuoto e le conferisce un’aria assente, malinconica, di presentimento doloroso, come traspare anche in alcune Madonne dallo sguardo sperduto di Giovanni Bellini. Quest’interpretazione è consona al significato simbolico del cardellino, elemento assai diffuso in dipinti del genere, che allude alla Passione (Friedmann 1946, p. 9; su alcuni esempi veronesi, pp. 98-100, 165). Il richiamo al futuro sacrificio ritorna, inoltre, nella lastra di pietra su cui è poggiato il bambino che ricorda una mensa d’altare (si veda come confronto, la “Sacra famiglia” di Liberale a Castelvecchio, inv. 914-1B275). L'immagine con il bambino sdraiato su una piattaforma di pietra, piuttosto larga e in posizione obliqua, trova un precedente veronese nella "Madonna" di Bonsignori del 1483 (inv. 869-1B148). Ma mentre Bonsignori vi intendeva, come supporto, ancora un tradizionale parapetto connesso con l'architettura, la piattaforma di Liberale è un elemento indipendente e ha assunto, come accenno alla Passione, la forma di una lastra tombale (Zamperini 2003, pp. 17-18). Come quadro da camera, quest'immagine devozionale risulta riuscitissima per le sue qualità spirituali. La Madonna offre non solo l'esempio formale dell'adorazione e preghiera privata ma si rivolge al fedele anche sul piano emozionale, destando in lui compassione per il Salvatore, destinato a morire per i peccati umani. (da Hans-Joachim Eberhardt 2010, pp. 229-231)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715185
  • NUMERO D'INVENTARIO 986
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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