Madonna con il bambino e santa Margherita. Madonna con il bambino e santa Margherita
dipinto
1485 - 1489
Bonsignori Francesco (1460 Ca./ 1519)
1460 ca./ 1519
Il dipinto raffigura, a sinistra, la Madonna che sorregge il bambino in piedi sulle sue ginocchia. Gesù bambino con la mano sinistra afferra il mantello della madre e poggia la destra sulla sua spalla. A destra, santa Margherita con la palma del martirio e una croce
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Bonsignori Francesco (1460 Ca./ 1519)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela appartenne ad Andrea Monga (1794-1861), instancabile collezionista di quadri e di reperti archeologici e promotore dei primi scavi al teatro romano, e poi al figlio Bortolo, che alla sua morte, nel settembre 1911, legò al Comune di Verona quanto aveva conservato delle raccolte paterne. Nulla è noto della sua storia precedente, quando e dove fosse acquistata, a chi fosse attribuita. Pur essendo una felice sintesi della più ortodossa cultura mantegnesca, nessuno ne ha mai sostenuto seriamente l’autografia, a differenza dell’altra e migliore "Madonna" del Museo (inv. 869-1B0148). Copia secondo alcuni (Berenson, Lightbown), mediocre opera di bottega secondo altri, condotta forse su disegni del maestro (Fiocco), se ne era riconosciuta da tempo l’origine veronese (Trevisani proponeva a tal proposito il nome di Giovan Francesco Caroto). Spetta a Sergio Marinelli la soluzione del dilemma attributivo grazie ad una convincente proposta in favore di Francesco Bonsignori. Il pittore veronese rivela qui la sua impronta stilistica sia nella resa dei capelli, che sembrano intagliati con la sgorbia, sia in panneggi altrettanto taglienti e come sgusciati nel legno. La datazione del dipinto dovrebbe cadere nella seconda metà degli anni ottanta del Quattrocento, quando Bonsignori, trasferitosi a Mantova presso la corte dei Gonzaga (nei registri marchionali il suo nome è allibrato per la prima volta nel 1485: Schmitt 1961, p. 140, doc. VI), venne attratto nell’orbita del più anziano e prestigioso collega. L’assorta figura di santa Margherita si colloca in una serie ideale che prosegue con la Maddalena della pala di San Paolo in Campo Marzio e più tardi con il busto di santa del Poldi Pezzoli (inv. 1591/628), dove l’addolcimento dei tratti fisionomici attesta ormai la sopraggiunta conoscenza delle opere di Lorenzo Costa (Peretti 2010, p. 248). Il nesso iconografico che lega la Madonna al bambino ripropone una idea elaborata da Mantegna probabilmente negli anni ottanta, una composizione – testimoniata da un disegno forse autografo della Fondation Custodia di Parigi, inv. 4983 – che conobbe una grande fortuna fino all’inizio del Cinquecento, anche in ambiente veronese (Agosti 1993, pp. 70-71, 80 nota 54). Bonsignori variò questo schema nella pala di San Bernardino (1488), e anche Falconetto lo citò in un curioso particolare degli affreschi nella cappella di San Biagio (1498-1499), l’anconetta che l’evangelista Luca sta dipingendo nel suo studio (Peretti 2001b, p. 94, fig. 26). Gianni Peretti (2010) notava, inoltre, come la parte inferiore del corpo del bambino, il braccio della madre e la mano che lo afferra e lo sostiene ritornino in controparte e con minime varianti nella "Madonna" del Museo già citata. Più in generale, la tela differisce dalle versioni note del tema perché il bambino, invece di cingere con il braccio il collo della madre, si appoggia con il gomito sulla sua spalla e con l’altra mano ne afferra un lembo del mantello, dettaglio che accentua l’aura affettiva dell’immagine. (da Gianni Peretti 2010, p. 248)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715192
- NUMERO D'INVENTARIO 854
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0