Incredulità di san Tommaso. incredulità di San Tommaso
dipinto
ca 1520 - ca 1520
Morando Paolo Detto Cavazzola (1486/ 1522)
1486/ 1522
Al centro del dipinto, san Tommaso in ginocchio davanti a Cristo nell'atto di toccare con la mano destra la ferita del Risorto. Alle loro spalle, parti di un edificio religioso; a sinistra, nel paesaggio in secondo piano è raffigurato l'episodio dell'Ascensione; a destra, entro un'abside incompleta, quello della Pentecoste
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
tela/ pittura a tempera
-
ATTRIBUZIONI
Morando Paolo Detto Cavazzola (1486/ 1522)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela, sfuggita a Vasari, fa parte delle civiche collezioni d’arte di Verona dal momento stesso della fondazione del Museo, a testimonianza delle qualità artistiche del principale esponente del primo Cinquecento veronese, morto trentaseienne nel 1522, particolarmente lodate dallo stesso storico aretino. Proviene per demaniazione dal convento di Santa Chiara a Verona, insieme alle due tele con i "Santi Michele arcangelo e Paolo" e "Pietro e Giovanni battista" pure al Museo di Castelvecchio (nn. inv. 1388-1B0307; 1388-1B0302). La commissione, legata a quel mondo francescano per il quale l’artista realizzò alcuni dei suoi capolavori in San Bernardino, si pone al culmine della sua prima maturità ed è datata da Christian Hornig, e da tutti gli studiosi che se ne sono occupati, intorno al 1520. Paola Marini (2010, pp. 451-452) sottolineava i rapporti stilistici con la "Pala delle Virtù" (n. inv. 1410-1B0335), che lo vede aggiornato sulle novità di Perugino e di Raffaello, e dei loro esiti a Ferrara e a Mantova, oltre che in Umbria. Si tratta delle più intense esperienze post mantegnesche e post belliniane di cui sono protagonisti il Costa, il Francia, l’Ortolano e Dosso giovane. Analogie con la stessa pala, che costituisce anche l’ultima opera di Paolo del 1522, sono riscontrabili anche nella ricchezza e luminosità del colore, mentre questa tela, di minori dimensioni, si distingue per una particolare finezza di pittura, apprezzabile nelle condizioni di conservazione complessivamente buone. Come sempre, Paolo Morando interpreta le esigenze della committenza con una trasparente chiarezza iconologica. L’episodio dell’incredulità di san Tommaso – imperniato sul calmo splendore del Cristo risorto ammantato di bianco, ai cui piedi sta, in rosso, l’apostolo Tommaso – fa da cerniera tra il momento precedente dell’Ascensione, a sinistra, accompagnata dai piccoli angeli perugineschi e quello successivo della Pentecoste, a destra, sotto la quale si intravedono le tracce di una prevista impaginazione su un livello più alto, in seguito abbandonata. Due mandorle di luce, di mantegnesca memoria, circondano il corpo del Cristo che sale e la colomba dello Spirito santo che scende nei due episodi in questo caso collaterali al grande incontro dell’uomo con il mistero cristiano. Di un’aureola a raggi dorati sono ben visibili i resti intorno a tutto il corpo di Gesù, dalla dignità solenne che contraddistingue agli astanti della "Pala delle Virtù". Marini (2010) osservava, inoltre, come la scenografia costruita per questa didascalica narrazione testimoni una cultura architettonica meno aggiornata di quella pittorica, non ancora in sintonia con le novità bramantesche e raffaellesche, quale a Verona si era ad esempio manifestata nelle ristrutturazioni di fine Quattrocento. In questo senso, anziché come resti di chiesa in rovina, la studiosa interpretava la struttura come edificio religioso in avanzata costruzione sui fondamenti della Fede, tra i quali sono proprio gli episodi oggetto del dipinto. Riferimenti alla Passione e al rifiorire della vita dopo la morte e insieme deliziosi particolari capaci di sollecitare l’attenzione dello spettatore sono, a sinistra, i pettirossi e il tronco tagliato che rifiorisce, sul quale si posa una farfalla. (da Paola Marini 2010, pp. 451-452)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715237
- NUMERO D'INVENTARIO 1393
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0