Foglio miniato per l'incipit di un libro liturgico (messale?). San Girolamo, stemma dell'Ordine degli Olivetani di S. Maria in organo e San Benedetto

miniatura 1490 - 1495
Dai Libri Francesco (bottega)
1450 ca./ 1503-1506

Cornice ornata con candelabra azzurra e fregi di corallo, sul lato destro; con asta ricoperta di foglie d’alloro sul lato opposto. Nella fascia superiore decorazione a foglie, fiori e dischetti d’oro filigranati. Nel margine inferiore, tre medaglioni bordati con foglie d’alloro. Quello centrale contiene le insegne degli olivetani, i due laterali accolgono san Girolamo e san Benedetto (?) in saio bianco. Nell’asportare il testo, che in origine comprendeva una iniziale miniata di cui restano le estreme propaggini, due riccioli rosa, sul bordo sinistro, è stato risparmiato il sottile fregio dell’intercolumnio. La fragilità dell’asta ha reso necessario incollare la cornice su cartone

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA ORO
    pergamena/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Dai Libri Francesco (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pagina staccata ornava un messale, assieme a molti altri frammenti (iniziali figurate e non) raggruppabili per la stretta affinità stilistica, la qualità pastosa del colore e la scelta dei motivi decorativi. L’accurata asportazione del testo impedisce una diretta verifica circa il manoscritto di origine. Tuttavia, il formato ridotto elimina ogni possibilità di connettere la cornice miniata a un libro da coro (antifonario, graduale, kiriale, salterio, ecc.), mentre la ricchezza e l’ufficialità dell’apparato portano ad escludere che si trattasse di un testo di studio o di edificazione privata e indirizzano verso un libro liturgico per uso individuale, come un breviario, un messale, ecc. La pagina è organizzata su due colonne; quella di sinistra conserva gli estremi lembi di una iniziale alta 90 mm circa. Lo specchio di scrittura è contenuto entro la misura massima di 240 x 180 mm. Tra le iniziali staccate di Castelvecchio, circa quarantacinque si suppongono provenire da uno stesso messale, con la vistosa carenza dell’«Ad te levavi», l’incipit che di norma apre il volume. Era forse questo foglio il frontespizio del messale? Gli elementi obiettivi non smentiscono, anzi avvalorano l’ipotesi: la dimensione media delle iniziali è coerente con questo formato; l’ipotetica iniziale "A" del frontespizio sarebbe, com’è lecito attendersi, la più grande fra tutte, ma in modo proporzionato. Anch’essa era dello stesso colore rosa delle altre iniziali. L’interlinea testuale di 8 mm, idealmente trasferita entro lo specchio di scrittura stabilito, darebbe luogo a colonne di 30 righe, perfettamente coincidenti con il numero medio di righe per pagina in messali di questo formato. La presunta iniziale "A", asportata, non è tra quelle di Castelvecchio, come del resto molte altre figurate del messale. Ma c’è forse una giustificazione per l’altrimenti inspiegabile ablazione del testo dalla pagina. Cessata la funzione liturgica dei libri, le miniature ritagliate, passate in proprietà ai collezionisti, venivano disposte a gruppi entro cornici, a formare quadretti. Non c’era motivo di ritagliare il testo da una pagina interamente miniata perché, ai fini dello spazio occupato entro una cornice, nulla cambia, e ai fini estetici la pagina viene impoverita. Ma se si considera che, eliminando il testo, si recupera una grande iniziale che può essere venduta separatamente dal perimetro miniato, abbiamo forse la chiave di lettura: non è insipienza a muovere le forbici, ma tornaconto. La "A" potrebbe essere stata venduta separatamente, e oggi è dispersa. Anche in questa prova, purtroppo mutilata malignamente, l’attribuzione a Francesco viene dalla comparazione con il codice dei Mercanti (inv. 36464). Il san Girolamo con occhi di spillo è stretto parente del san Zeno degli "Statuti". La candelabra azzurra, elemento ricorrente in Francesco, è posta contro un marmo verde con striature blu, lo stesso dell’edicola di "Verona-Giustizia". Nella pagina staccata compaiono i bordi fioriti e ornati di dischetti d’oro, prestiti dal lessico ferrarese che sembrano essere ricorrenti stilemi del linguaggio di Francesco. E ancora una volta la carta si fregia, nel margine verticale di sinistra, di aste rivestite di foglie d’alloro. V’è insomma un modesto influsso emiliano, limitato ad alcuni aspetti della decorazione. È da ricordare la collaborazione del giovane Girolamo, con un’unica, squisita "Natività", in un corale per il convento di San Francesco in Brescia. Inspiegabile assolo in una vasta opera di diciassette corali, condotta da Jacopo Filippo Medici d’Argenta con fra Evangelista da Reggio, nella prima metà degli anni novanta. Gli stessi maestri erano contemporaneamente impegnati con i graduali e gli antifonari della cattedrale di Ferrara. L’esaltante esperimento di Girolamo, che sembra refrattario, almeno a questa data, agli esempi dei ferraresi, è però testimonianza di un qualche legame tra Francesco Dai Libri, padre del giovane talento, e i miniatori emiliani che vengono così a conoscere Girolamo e ne ospitano il debutto fra le loro carte. Anche in mancanza di documenti è lecito supporlo. Un contatto con i maestri ferraresi, stabilito non si sa quanto, ha di certo fornito a Francesco alcune espedienti decorativi, Resta da proporre una data di esecuzione della pagina. Essa potrebbe cadere nella prima metà degli anni novanta, epoca compatibile con la mestizia dei santi di Francesco, non ancora involuta in ottusità, come, di lì a poco, verificheremo. (da Gino Castiglioni 2010, pp. 320-321)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717636
  • NUMERO D'INVENTARIO 4548
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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