Madonna con il bambino e san Giovannino. Madonna con Bambino e San Giovannino
dipinto
1500 - 1699
Luini Bernardino (maniera)
1480-1485 ca./ 1532
Il dipinto raffigura la Madonna seduta, di profilo, con Gesù bambino in piedi sulle sue ginocchia che porge dei fiori a san Giovannino
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Luini Bernardino (maniera)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu riconosciuto genericamente alla scuola lombarda nell’inventario steso in occasione dell’ingresso al Museo della collezione di Giulio Pompei (1853), ma un dato ulteriore sulla sua fortuna critica precedente si ricava dalla scritta antica a pennello sul retro della tavola, «messer Aurelio Luini», probabilmente apposta da un antico collezionista. Il soggetto si colloca giustamente in ambito luinesco, ma più precisamente come derivazione da un prototipo perduto del padre di Aurelio, Bernardino, di cui si conoscono numerose riprese analoghe all’esemplare veronese. Si è creduto di poter identificare l’originale con un dipinto già in una collezione privata di Messina segnalato nel 1983, di cui non si conosce l’attuale ubicazione (Marani 1997, p. 334), ma dall’esame di una vecchia fotografia esistente nella fototeca del Kunsthistorisches Institut di Firenze anche quel caso sembra ricadere tra le copie. Sull’esempio del maestro Leonardo, Luini si cimentò ripetutamente con il tema della Madonna con i due bambini, Gesù e san Giovannino, colti in dialogo affettuoso mentre si baciano, si abbracciano o si scambiano fiori, simboli della Passione di Cristo. Prove autografe di questo genere di composizioni sono per esempio a Milano, Pinacoteca Ambrosiana (inv. 535), e a Brera (inv. Reg. Cron. 759; Sannazzaro 1988, pp. 226-227, n. 128). La derivazione veronese, realizzata su una tavola unica con un leggero strato di preparazione e priva di disegno soggiacente, è stata oggetto di un antico restauro non documentato che ha infierito sulle velature pittoriche superficiali, ma la tecnica esecutiva della pittura originale denota comunque una stesura sottile, sorda, priva di densità e uniformemente sfocata, caratterizzata da una crettatura impercettibile. La mano pare quella di un copista attivo tra Cinque e Seicento. Versioni molto vicine per dimensioni e qualità pittoriche al dipinto del Museo si segnalano a Budapest, Szépmuvészeti Muzeum (inv. 51.2962, cm 42 x 32,6) e sul mercato antiquario (Christie’s, New York East, 29 maggio 2001, lot. 221, cm 45 x 35), mentre due riprese più scadenti si conservano a Milano, Castello Sforzesco (inv. 668, cm 44 x 34; inv. 595, cm 49,5 x 36; Marani 1997, pp. 333-336 nn. 230-231). (da Francesca Rossi 2010, p. 429)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717759
- NUMERO D'INVENTARIO 5198
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul retro in alto - De m Aurelio Louino di M[...]o [...]9 - corsivo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0