Crise supplica Agamennone di restituirgli la figlia Criseide. Crise supplica Agamennone di restituirgli la figlia Criseide
dipinto
post 1543 - post 0000
Giolfino Nicola (cerchia)
1476/ 1555
Il dipinto raffigura, a destra, un gruppo di cinque personaggi tra cui uno in ginocchio che porge dei doni; a sinistra, davanti ad un accampamento, altri cinque personaggi tra cui due fanciulle. Sullo sfondo, un paesaggio lacustre con colline e castelli
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Giolfino Nicola (cerchia)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La scena raffigura il momento in cui Crise, sacerdote di Apollo, giunto a Troia presso l’accampamento dei Greci con ricchi doni, tenta di riscattare la figlia Criseide, schiava di Agamennone, che però rifiuta di restituirla, scatenando così l’ira di Apollo e il diffondersi tra gli Achei di una terribile pestilenza (Iliade, I, 12-32). Con questa corretta lettura e l’attribuzione alla scuola di Nicolò Giolfino, la grande tavola figura nel catalogo della collezione Monga (Vignola 1911), mentre secondo Avena (1937) il dipinto, da lui erroneamente descritto come "Achille consegna a Crise la figlia", sarebbe piuttosto da assegnare a Girolamo Mocetto, per i cui modi però Heinemann (1962) lo giudica «troppo rustico». L’indagine dendrocronologica, condotta in occasione del recente restauro, ha dimostrato che le quattro tavole di cui è composto l’insieme, ancora in buono stato di conservazione, sono state ricavate da una pianta di larice abbattuta poco dopo il 1543, giustificando in certo qual modo l’attribuzione di Vignola. L’autore del dipinto è infatti da considerare un artista locale ritardatario (forse un decoratore di soffitti lignei, come sembrerebbe indicare la povertà della stesura pittorica priva di preparazione sottostante) che si cimenta in una composizione di maggior impegno, mescolandovi motivi di un repertorio ancora quattrocentesco – come la città goticheggiante sullo sfondo – e desunzioni più che evidenti dall’analoga, documentatissima, produzione di Nicola Giolfino. Significativo in tal senso può risultare, ad esempio, il confronto con l’"Achille in Sciro" del Museo di Castelvecchio (n. inv. 679-1B0189) o con il frammento di cassone raffigurante "Chiomara e Orgiagone", passato dalla raccolta Benson di Londra sul mercato antiquario (Christie’s, New York, 10 giugno 1983, p. 122 n. 70) e attualmente in collezione privata veronese. (da Marina Repetto Contaldo 2010, pp. 388-389)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717799
- NUMERO D'INVENTARIO 5558
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0