Pompeo Magno. Pompeo Magno
dipinto
1500 - 1549
Giolfino Nicola (bottega)
1476/ 1555
Il dipinto raffigura il busto di uomo con barba, in armatura e con una corona di alloro sul capo
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Giolfino Nicola (bottega)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le due tavolette, raffiguranti il condottiero Gneo Pompeo Magno e la sua seconda moglie Emilia (n. inv. 228-1B0800), sono entrate al Museo nel 1892 con la collezione di Antonio Pompei come opera di ignoto, senza che ne sia stato rilevato il collegamento con le due grandi tavole dei "Trionfi di Pompeo" (n. inv. 635-1B0751 e 1B0752), provenienti dalla stessa raccolta e attribuite invece a Nicolò Giolfino (Catalogo [1892]). L’acquisto (Avena 1919) di un disegno eseguito nel 1704 da Michelangelo Cornale per conservare ai posteri la memoria di un ciclo decorativo, in parte dipinto su tavola e in parte affrescato, «in cubiculo superiori manu leva posito prope aulam » nel palazzo dei fratelli Giugno, Lelio Girolamo e Antonio Pompei a San Tommaso, destinato ad essere distrutto per la costruzione di nuove scale (n. inv. 13313-2B695), ha consentito di collegare tra loro le quattro tavole di Castelvecchio e di ricomporre nelle sue linee generali il ciclo, pur senza chiarire la disposizione originaria dell’arredo pittorico, per il resto perduto. In un disegno a matita conservato tra le carte dell’Archivio Pompei e datato 20 maggio 1689, accanto alla riproduzione del busto (perduto) della prima moglie di Pompeo, Antistia, sposata nell’86 a.C. e ripudiata per sposare Emilia, figliastra di Lucio Cornelio Silla, anch’essa raffigurata nel foglio, è annotato, infatti, che le due tavole si trovavano «nella Camera à mano sinistra nell’entrar in sala et sono segate senza cornise, havendo anticamente servito à qualche uso di adobbo di Camera che ora non si può sapere [...]. Nella medesima Camera è all’intorno dipinto per friso uno de Trionfi di Pompeo Magno» (Peretti 1999). Non si può quindi escludere che queste tre tavolette facessero parte in precedenza di un ciclo destinato a un altro ambiente, forse dedicato a illustrare la vita privata e le virtù familiari del condottiero (Plutarco, Pompeo, 2, 10; 53, 1) e comunque incompleto. Sembra infatti molto verosimile che ai ritratti della prima moglie, ripudiata dopo solo quattro anni, e della seconda, sposata per motivi politici già gravida del primo marito e morta quasi subito di parto, dovessero seguire anche quelli delle altre tre mogli, che giocarono nella sua vita un ruolo ben più importante: Mucia, sposata nel 79 a.C., che gli diede tre figli e fu poi ripudiata per la sua condotta scandalosa nel 62 a.C. (Plutarco, Pompeo, 42, 13); l’amatissima Giulia, figlia di Cesare e morta anch’essa di parto nel 54 a.C. (Plutarco, Pompeo, 47, 10; 53, 5); e infine Cornelia, donna di grande bellezza e cultura, che gli rimase fedele fino alla morte (Plutarco, Pompeo, 55, 1-3; 80, 10). Quest’ultima potrebbe essere rappresentata a figura intera accanto al condottiero nella tavola riprodotta nel disegno di Cornale e oggi perduta, da legare evidentemente alle altre per le sommarie indicazioni architettoniche entro cui tutte risultavano inserite. Le due tavolette superstiti di "Pompeo" e di "Emilia", attribuite a Nicola Giolfino da Antonio Avena (1937a) e in parte anche dalla critica successiva, sembrano piuttosto da mantenere nell’ambito della bottega per il tratto più corsivo e popolaresco, che le differenzia dai "Trionfi", ai quali sono presumibilmente coeve. (da Marina Repetto Contaldo 2010, pp. 377-378)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717805
- NUMERO D'INVENTARIO 214
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0