Natività con i santi Antonio abate e Antonio di Padova. Natività con i santi Antonio abate e Antonio da Padova

dipinto ca 1470 - 1475

Il dipinto raffigura, all'interno di una capanna di legno, la Madonna in ginocchio con le mani giunte nell'atto di adorare il bambino sdraiato a terra. A sinistra, sant'Antonio abate con un libro e un bastone; a destra, sant'Antonio da Padova con il giglio e un libro. Dietro si vedono san Giuseppe, il bue e l'asinello, e un cesto appeso con dei panni. Sullo sfondo, a destra, un paesaggio roccioso

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Montagna Bartolomeo (1449 Ca./ 1523)
  • LOCALIZZAZIONE Verona (VR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per soggetto e dimensioni la tela era certamente destinata ad un altare, ma purtroppo nulla è noto della sua storia prima del 1911, quando confluì nelle collezioni civiche insieme a quanto Bortolo Monga, che ne fu l’ultimo proprietario, aveva ricevuto e conservato delle ricchissime raccolte paterne. Nessun elemento esterno soccorre quindi nell’analisi del dipinto, che può fondarsi solamente sulle ragioni dello stile. Il dipinto, che in passato aveva ricevuto attribuzioni a Girolamo dai Libri (Vignola 1911) e, dubitativamente, a Francesco Bonsignori (Avena 1914, negata da Beghini 1997-98), è stato ricondotto da Gianni Peretti a Bartolomeo Montagna. Lo studioso (2010, pp. 254-255) sostanziava la proposta attraverso il confronto con opere giovanili come le pale del Museo Civico di Vicenza (inv. A 44), già attribuita a Carpaccio ma recentemente restituita a Montagna da Lucco, Tanzi e Villa (Villa 2003, pp. 155-157 n. 28), e della John G. Johnson Collection di Filadelfia, rispetto alle quali la tela veronese si direbbe ancora precedente, collocandosi senz’altro, se questa ipotesi attributiva trovasse conferma, nei primi anni settanta del Quattrocento. Il giovane artista infatti sembra ignorare, o non avere ancora compreso appieno, le novità linguistiche e tecniche proposte da Antonello nella pala di San Cassiano (1475), che improntano invece le opere citate e quelle immediatamente successive, come il "San Sebastiano" dell’Accademia Carrara di Bergamo. La composizione è tutta costruita su valori lineari piuttosto che volumetrici: si veda per esempio il corpo della Madonna, che disegna un arco di circonferenza quasi perfetto. Questo tipo di giovane donna, esile ed affilata, è assai comune nei dipinti giovanili di Montagna. Tra le tante, valga soprattutto il confronto con la "Madonna" di Palazzo Chiericati (inv. A 6), collocata da Puppi ad apertura del suo catalogo (1962, pp. 35, 139, fig. 1). Anche la figura del santo francescano verrà ripresa più volte nelle opere posteriori, e trova puntuale riscontro in un foglio raffigurante "San Francesco" conservato presso il Département des Arts Graphiques del Louvre, inv. 5603 (Puppi 1962, p. 151, fig. 62; secondo Lucco, il disegno sarebbe invece del tutto tipico di Cima da Conegliano, cui del resto era già riferito da tempi da Humfrey 1983, pp. 175-176). Più recentemente, invece, Mauro Lucco (2014, p. 432), pur condividendo l’idea che si tratti di una cosa vicentina, riscontrava migliori legami di stile, da un lato, con la “Madonna in trono tra i santi Nicola da Tolentino, Pietro, Giovanni evangelista, Maddalena, Francesco e il beato Bernardino Tomitano” delle Courtauld Galleries di Londra, probabilmente opera di collaborazione tra Bartolomeo e il figlio Benedetto, dove la figura di san Pietro risulta pressoché identica al nostro san Giuseppe; e, dall’altro, soprattutto nella figura della Vergine e nell’andamento delle sue pieghe, con l’“Annunciazione” in due tele del New College di Oxford che un tempo fungevano da ante esterne all’organo di San Bartolomeo a Vicenza. Secondo lo studioso, persino la soluzione architettonica meno inventiva, con il pilastro in legno della capanna a dividere il dipinto esattamente in due parti, sembrerebbe accostabile alle consuetudini tipiche di Giovanni Speranza, attivo forse attorno al 1504 che è appunto l’anno delle ante di San Bartolomeo. (da Gianni Peretti 2010, pp. 254-255)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717850
  • NUMERO D'INVENTARIO 6492
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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