San Girolamo tra san Paolo e san Francesco d’Assisi. San Girolamo tra san Paolo e san Francesco d’Assisi

dipinto 1521 - 1521

Al centro del dipinto, san Girolamo in veste di cardinale è raffigurato al di sopra di una pedana scorciata come dottore della Chiesa e regge un modello architettonico in mano. A sinistra, san Paolo replica la posa di Girolamo rivolgendo lo sguardo verso il cielo, supplicando la grazia divina. A destra san Francesco sta esponendo il crocefisso ai fedeli. Sullo sfondo una veduta di Verona topograficamente abbastanza fedele come a suo tempo appariva dal complesso (distrutto) di Santa Maria della Vittoria verso nord ovest, con la torre dei Lamberti, il campanile di Santa Anastasia e, sulla collina a destra, due torri del castello di San Pietro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ tecnica mista
  • ATTRIBUZIONI Bonfanti Liberale Detto Liberale Da Verona (1445 Ca./ 1527 ?)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE «Nella Vittoria chiesa, et convento di certi frati Heremiti dipinse nella capella di san Girolamo in una tavola per la famiglia de’ Scaltritegli, un san Girolamo in habito di Cardinale, et un san Francesco, e san Paolo molto lodati»: così scrive Vasari (1568), secondo il ragguaglio fornitogli da fra Marco de’ Medici. Un’altra fonte importantissima, segnalata in una postilla di Pietro Sgulmero allo Zannandreis (dopo il 1891), è la pubblicazione di Giovanni Battista Sajanello (1760) sui monumenti storici dell’ordine degli eremiti di San Girolamo della congregazione del beato Pietro da Pisa, cui apparteneva il convento veronese. L’opera contiene informazioni preziose sulla storia della cappella di San Girolamo annessa alla chiesa di Santa Maria della Vittoria Nuova: la dotazione di questa cappella risale al 12 gennaio 1505, data del testamento di Paolo Scaltrielli, ma il suo altare fu consacrato soltanto il 27 febbraio 1521. Dopo l’estinzione degli Scaltrielli la cappella passò ai Pompei, che nel 1655 fecero eseguire un nuovo altare marmoreo. «Tabula SS. Hieronymum, Paulum (non Petrum, ut scribit Blancolinus) et Franciscum exhibens est opus Stephani Liberalis Veronensis. Reliquae picturae, quae illum Sacellum exornant, sunt Francisci Moroni» (Sajanello 1760, p. 558). Dipinta per l’altare del 1521, la tavola è stata rifilata su tutti e quattro i lati probabilmente per adattarla a quello barocco del 1655, perdendo, in alto, parte della ghirlanda e, in basso, una striscia del suolo coperto dal capello cardinalizio e dalle varie piantine. Giudicando, sul retro, dalla montatura dei ponticelli ferrei delle tre traverse, il ritaglio mancante in alto doveva superare quello inferiore di oltre 10 cm; ne risulta che la tavola in origine era di circa 30 cm più alta. Sul retro si legge un vecchio numero 28, che non corrisponde a nessun elenco conosciuto. Il dipinto, con i santi Francesco, Girolamo e Paolo (la presenza di quest’ultimo è spiegabile come protettore del donatore Paolo Scaltrielli), presenta uno schema già utilizzato da Liberale per la pala di “San Metrone” dove il rapporto con i fedeli è stabilito similmente dal santo di destra, sempre un francescano, Antonio da Padova (Flores D’Arcais 1980, p. 489). Scelto, dopo la demaniazione del 1806 (Lenotti 1955, p. 33; Fasanari 1964, pp. 114, 125), per la futura pinacoteca comunale, il dipinto venne giudicato «buono in terzo grado» nell’"Elenco" del 1812, «una delle migliori» opere di Liberale da Bernasconi nel 1858, «buona» dallo stesso nel 1864 (p. 452) e da Förster (1878), addirittura migliore della “Madonna” berlinese. Quando la cappella di San Girolamo fu donata al Comune, nel 1857, si rimise la tavola sull’altare barocco (Bernasconi 1858 e 1864; Avena 1907, pp. 50-51). Dopo l’inondazione dell’Adige del 1882 essa venne riportata in Museo, come risulta da una lettera di Pietro Sgulmero, segnalata a Eberhardt (2010, pp. 235-236) da Marina Contaldo Repetto, indirizzata il 27 luglio 1895 all’allora conservatore Francesco Dal Fabbro: «mi fu riferito, ma non con certezza, che la tavola, danneggiata dalla piena dell’Adige del 1882, era stata fin da quell’anno levata dalla cappellina per essere ristaurata». Avendo ritrovato l’opera «tra i quadri, che il bravo Pasetti ha tolto in questi giorni dalle soffitte del Museo», Sgulmero proponeva nella sua qualità di Vice Ispettore ai Monumenti di riportare il dipinto dopo il restauro nella cappella «sul suo altarino». La tavola rimase però al Museo. A parte la denominazione inesatta («opus Stephani Liberalis Veronensis») di Sajanello e le riserve formulate da Bernardini (1902), tutta la critica concorda sull’autografia e, per quanto si è espressa, sulla datazione tarda dell’opera, eccettuato Avena (1937), secondo cui i tre santi «vanno assegnati alla sua potente maturità, forse agli anni intorno al 1490». Il giudizio più esplicito lo dobbiamo a Del Bravo. Nel 1959 (p. 85) fece riferimento «al confuso e stanco periodo estremo, che vedo partire dalla pala con San Gerolamo che fu dipinta dopo il 1513», data di consacrazione della chiesa (Biancolini, IV, 1752, p. 696). Tale data va sostituita con quella della consacrazione della cappella di San Girolamo (1521), nell’ultimo decennio del pittore, come d’altronde aveva intuito giustamente Del Bravo in un contributo successivo (1963). L'anno 1521 non solo è un'importante data d'appoggio per la tavola, ma anche un termine di riferimento per l'operosità degli ultimi anni di Liberale, attivo fino alla morte, alla quale vanno assegnati, tra i dipinti di Castelvecchio, l'"Adorazione dei magi" (inv. 963-1B176), L'"Ancona Miniscalchi (inv. 36460-1B3265), la "Piccola Natività" (inv. 940-1B204), la "Deposizione" (inv. 927-1B377) e la "Sacra famiglia" (inv. 914-1B275). (da Hans-Joachim Eberhardt 2010, pp. 235-236)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717857
  • NUMERO D'INVENTARIO 912
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI sul retro - 28 - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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