Madonna con il bambino in trono e angeli. Madonna con il bambino in trono e angeli
dipinto
1500-1524
Il dipinto raffigura la Madonna seduta su un trono poggiato su un alto basamento. La Vergine è ritratta con le mani giunte ed è sormontata dalla colomba dello Spirito Santo. Sulle sue ginocchia, Gesù bambino appare sdraiato, con la testa appoggiata sul cuscino e in posa benedicente. Al gruppo centrale si aggiungono una coppia di angeli musicanti e altri due che incoronano la Madonna. Sullo fondo un paesaggio collinare
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
- LOCALIZZAZIONE n.d
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La provenienza antica della pala d’altare pervenuta al Museo con la raccolta Bernasconi non è nota, ma il dipinto dovette giungere in quest’ultima dopo la redazione del primo catalogo della collezione (1851), nel quale infatti non viene citato. Anche se nella composizione non compare la figura di un devoto, si può tentare di identificare il dipinto con la «V.M.a incoronata da due angiolini, Bambino sul cuscino e un divoto ai piedi – quadro rittocato – Sc.a Antica», registrata nel 1854 nella raccolta di Francesco Caldana, quadreria dalla quale transitarono diverse opere giunte poi a Bernasconi (Guzzo 1992-1993, p. 502 n. 33). Del resto la descrizione corrisponde anche perché parla di un’opera reduce da un intervento di ridipintura degno di nota, situazione che per il nostro dipinto segnalava già Carlo Ferrari nel 1871, registrando che il nome del pittore, Gentile Bellini, scritto sul gradino, era «apocrifo, o almeno ridipinto, come in genere tutto il resto del quadro», che «di più è patito». Probabilmente, quindi, in origine la tela doveva essere sensibilmente più grande e fu successivamente decurtata lateralmente sacrificando appunto una o più figure ai lati del trono, forse anche di santi. L’inquadratura sul trono appare ora malamente centrata, con il basamento architettonico spostato a sinistra e lo sviluppo orizzontale del primo gradino interrotto dai limiti del quadro. Diversi elementi compositivi danno inoltre l’impressione di essere stati ridotti: sopra la colomba dello Spirito santo si intuisce appena il disegno della volta di un arco, gli angeli inginocchiati in alto mancano dei piedi e hanno le ali rifilate, così come è incompleta la tastiera dello strumento a corde dell’angelo seduto. Dato lo stato di alterazione dei valori pittorici originari la valutazione stilistica non può che rimanere incerta. Malgrado l’evidenza dell’impianto belliniano, forse l’opera non è nemmeno veneziana e va ricondotta a una bottega veronese. È pur vero che il riferimento stilistico e iconografico più immediato per le corpose figure della Madonna e del bambino sembrerebbe rintracciabile nella pittura di Girolamo Mocetto, che a Verona lasciò un modello simile nella pala dei Santi Nazaro e Celso del 1517. La tentazione di avvicinare il dipinto a questo artista tuttavia sfuma, e appare possibile solo a livello di una mediazione indiretta, di fronte alle figure dei quattro angeli dalle vesti panneggiate con un disegno insistito, i due in alto sovradimensionati rispetto ai due in basso, che rimandano da vicino a una produzione locale che ricorda quella di Francesco Morone e di Gian Maria Falconetto negli affreschi della cupola della cappella di San Biagio sempre ai Santi Nazaro e Celso. (da Francesca Rossi 2010, pp. 218-219)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717864
- NUMERO D'INVENTARIO 6858
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI in basso al centro - VIRGO / MATER / DEI / GENTIL BELLINO - corsivo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0