Ritratto di Camillo Silvestri
dipinto
ca 1790 - ca 1810
Anonimo Pittore Veneto Della Fine Del Xviii Secolo (fine Del Xviii Secolo)
Fine del XVIII secolo
Pittura ad olio su tela
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
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ATTRIBUZIONI
Anonimo Pittore Veneto Della Fine Del Xviii Secolo (fine Del Xviii Secolo)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia dei Concordi
- LOCALIZZAZIONE Accademia dei Concordi
- INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele 14, Rovigo (RO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, che proviene dal lascito Silvestri, è al centro di una questione di riconoscimento: l'inventario del 1930 cita, infatti, due ritratti di Camillo Silvestri con medesime misure (uno ovale, uno no). Uno di questi venne probabilmente commissionato dall'Accademia per rappresentare i suoi più nobili esponenti, e infatti è citato dal Biscaccia in Pinacoteca (1846, p. 63, n. 172) come opera di Pietro Rotari (da lui chiamato erroneamente “Notari”), mentre l’altro venne chiesto probabilmente dalla famiglia d’origine (secondo la tradizione al lombardo Antonio de Giorgi) e giunse nel patrimonio concordiano solo dopo il lascito del 1876 (che generò una controversia perdurata fino al 1877). Fantelli (1985) credeva che la tela ovata (1985, p. 99, n. 200) (probabilmente per la qualità più alta ma non riferibile al Rotari) fosse quella citata da Biscaccia (1846), mentre riconosceva l’altra alla collezione Silvestri. Naturalmente, non è possibile alcun riferimento al pittore lombardo Antonio De Giorgi, ma al più ai suoi modi. In occasione della già citata mostra a Palazzo Roncale a Rovigo (2023-2024), Mazzetti lo catalogava semplicemente come “Scuola veneta del XVIII secolo”. In effetti, anche per chi scrive non ci sono reali elementi che riconducano al De Giorgi, neppure a confronto con i pochi ritratti a lui attribuiti (di fatto tre): quello di “Ludovico Campo” commissionato nel 1764 dell’Accademia dei Concordi, quello del “Cardinale Vitaliano Borromeo”, pagato nel 1768 e ora all’Ambrosiana di Milano e il meno noto “Ritratto di Giuseppe Bassini” lodigiano, parte della “Serie di ritratti di ecclesiastici”, che sul retro avrebbe un’iscrizione che riconduce al lombardo. Pertanto, in assenza di ulteriori proposte, il ritratto è da considerarsi opera di un pittore mediocre del XVIII secolo, forse di area veneta, magari accostabile a certi esiti di Lattanzio Querena. Camillo Silvestri (1645-1719) fu un illuminato cittadino di Rovigo, erudito poliedrico con interessi che andavano dall’archeologia e la epigrafia (la sua collezione personale era molto nota) all’idraulica (fu diverse volte presidente del Consorzio di Campagna Vecchia). Oltre che a partecipare alla vita politica della sua città (tra i vari ruoli, fu regolatore per dieci volte), fu un prolifico scrittore: sebbene l’ “Istoria agraria del Polesine di Rovigo” sia una delle opere più note, nel ritratto viene sottolineato il suo grande amore per Giovenale, di cui il conte regge le “Satire” (il cui studio culminerà nella traduzione di “Giuvenale e Persio”, edita nel 1711 a Padova)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730527
- NUMERO D'INVENTARIO 262
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0