Selvaggina. Natura morta con volatili morti
dipinto
ca 1685 - ca 1712
Van De Kerckhoven, Jacob (anversa, 1637 - Venezia, 1712)
Anversa, 1637 - Venezia, 1712
Dipinto su tela
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Olandese
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ATTRIBUZIONI
Van De Kerckhoven, Jacob (anversa, 1637 - Venezia, 1712)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
De Koninck, David
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Roverella
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Roverella
- INDIRIZZO via Laurenti 8/10, Rovigo (RO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il quadro venne visto insieme al suo pendant (inv. 245) dal Bartoli (1793) che li descrisse con queste parole: “I due Ovati esprimenti una quantità di morti volatili, ed alcuni aranci, così naturalmente dipinti, che pare non resti luogo a desiderarsi di più, sono lavori, per quanto io credo di David Konink. V'è in uno la marca I. V. D. K. dalle cui due ultime lettere si può ricavare il nome del da me supposto pittore, che forse avrà avuti altri due nomi ignoti a chi scrisse di lui, come dimostrano le due prime iniziali I. V. che tutta per esteso vorrei leggere così: Joan. Vincen. David. Konink”. Tale attribuzione venne reiterata anche al passaggio del 1876-1877 alla Pinacoteca e nell’inventario del 1930 dell’Accademia dei Concordi, nonché nelle guide del 1931 e del 1953. Valcanover (1962), al contrario, le indicò genericamente come opere di un artista fiammingo del XVII secolo, parere favorevolmente accolto da Romagnolo (1981). Fantelli (1985), pur non variando l’attribuzione, sottolineò lo stile plastico di stampo olandese addolcito da esperienze italiane, accostabile all’esperienza di De Koninck (anversese di origine, ma attivo a Roma tra 1671 e 1694) o di Fyt, che visse a Venezia prima del 1641. Proni (1998) per prima attribuiva entrambi gli ovali a Jacob Van De Kerckhoven, ma senza addurre le ragioni. A parere di chi scrive l’opera va riferita a Jacob Van De Kerckhoven, allievo di Jan Fyt ad Anversa, celebre pittore di nature vive e morte e maestro di David de Koninck e Pieter Boel. Van De Kerckhoven nacque intorno al 1637 ma si trasferì a Venezia, dove venne registrato dal 1685 per il pagamento delle tasse alla Milizia de Mar, da cui fu esentato poiché troppo vecchio, nel 1712. Il suo cognome fu italianizzato in “Giacomo da Castello”, forse derivante dal sestriere dove abitava. Nella sua bottega si formò, tra gli altri, Giovanni Agostino Cassana. Oltre al fatto che la firma (poco visibile ma presente) ricalca le iniziali del suo nome in modo esatto ed è spesso ripetuta nei suoi quadri (si veda, ad esempio, “Natura viva con anatra, colombe, uva e mele cotogne”, in collezione privata a Forlì, pendant di un quadro con “Zucca con uva, fichi e mele”, oppure ancora la “Natura morta con lepre e selvaggina” al Museo di Belle arti di Budapest), l’impostazione reitera da vicino i suoi modelli. Il formato ovale, che consente di concentrare meglio il campo visivo, era spesso utilizzato dal pittore. Il soggetto – la cacciagione – è molto frequente nei suoi quadri, che in molti casi risultano prodotti a coppie. Nell’impostazione della scena frequentemente Van De Kerckhoven crea un ambiente privo di decorazioni in cui gli elementi della natura morta sono disposti sopra e sotto un gradino di pietra posto in diagonale, mantenendo comunque una visione ravvicinata. La precisione lenticolare e la plasticità con cui vengono resi i dettagli del piumaggio sono del tutto peculiari. Alcuni riscontri più o meno puntuali permettono un ulteriore paragone con il limitato catalogo dell’artista: ad esempio, i volatili in alto a destra, più piccoli e disposti in maniera concentrica, vengono in altri esemplari posizionati sopra al ricorrente gradino, nei margini angolari dei dipinti e si ritrovano molto simili in opere quali la “Natura morta con oca, faraona, germani, tordi, testa di cinghiale, funghi e ostriche” in collezione privata a Milano (vedi Proni, 1998, p. 455, fig. 585), oppure nella “Natura morta con testa di cinghiale, cesto con tordi, fagiani, cavoli, cavolfiori, asparagi e bottiglie di vino”, pendant della “Natura morta con lepre, cesto con beccacce e carciofi, fagiano, piccioni, uccelli, ostriche e agrumi” (quest’ultima firmata “Al Sig. Jacobus Vanden Kerckhoven / Pittor fiamengho / in Vinegia”), entrambe vendute all’asta presso im Kinsky Auktionshaus a Vienna il 28 novembre 2004 (lotto 1025) e provenienti da una collezione privata italiana. Anche una delle nature morte del Museo di Stoccarda (inv. 224) presenta la medesima ricorrenza, ma possiede anche un altro riscontro abbastanza puntuale, rappresentato dall’uccello morto nel margine inferiore, che si rispecchia in quello più in basso nel dipinto dell’Accademia dei Concordi. Questo, a sua volta, è vicino all’omologo nell’angolo inferiore destro della già citata “Natura morta con lepre e selvaggina” di Budapest (inv. 851). Risulta difficile datare l’opera per la mancanza di un catalogo ragionato di riferimento e per l’esiguità del corpus noto dell’artista, motivo per cui la cronologia oscilla tra il 1685 e il 1712. Il quadro di Budapest, tuttavia, è datato intorno al nono decennio: data la medesima autografia ma la diversità stilistica, si potrebbe assumere quell’intervallo come termine post quem
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730534
- NUMERO D'INVENTARIO 245
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
- ISCRIZIONI Margine inferiore destro - I.V.D.K - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0