Ritratto di Girolamo Frachetta. Ritratto di Girolamo Frachetta

dipinto ca 1619 - post 1619
Marcabruni, Giuseppe (attribuito)
Attivo a Rovigo tra XVI e XVII secolo

Dipinto ad olio su tela

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ATTRIBUZIONI Marcabruni, Giuseppe (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia dei Concordi
  • LOCALIZZAZIONE Accademia dei Concordi
  • INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele 14, Rovigo (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il quadro proviene dalla collezione Silvestri, sebbene non risulti menzionato né dal Bartoli (1793) né da Rinaldo Silvestri (1794). Rappresenta l’erudito Girolamo Frachetta o Fracchetta, noto per la sua produzione sia in ambito letterario che in quello politico-economico, nato a Rovigo e vissuto tra il 1559 e il 1619. La corretta lettura del dipinto è ostacolata delle numerose ridipinture ottocentesche e ciò si configura come un ulteriore elemento di incertezza nella ricerca di un autore. Mentre Romagnolo (1981) lo riferiva ad un ignoto pittore del XVIII secolo, Fantelli (1985) accostava in via di ipotesi il dipinto dell'Accademia dei Concordi a due ritratti di monaci del Museo Civico di Padova in deposito presso l'Abbazia di Praglia (inv. 1074-1075), tradizionalmente attribuiti a Matteo Ponzone. Fantelli (1985) segnala che un ulteriore ritratto di analogo soggetto veniva menzionata da Biscaccia (1846) in Pinacoteca, dove effettivamente si trovano altri due quadri dedicati al Frachetta, il più pregevole dei quali è di mano di Bartolomeo Nazari. Nel catalogo della Pinacoteca del 1985, la tela rodigina veniva datata alle soglie del XVII secolo, benché presenti caratteri riferibili alla produzione tintorettesca. La qualità e l'impostazione dell'opera depongono a favore di un ambito provinciale veneto del Seicento. Secondo lo scrivente, si può dubitativamente riferire questo dipinto al pittore Giuseppe Marcabruni. Di costui non sappiamo praticamente nulla, se non che era attivo nel capoluogo polesano tra gli ultimi anni del sedicesimo secolo e la prima e la seconda decade del diciassettesimo. L'unica testimonianza sul suo conto viene dal Bartoli (1793), che lo qualifica come “pittore valoroso” - anche se dimenticato dalle fonti - attivo a Rovigo attorno al 1590. Il suo nome si ritrova sulla pala proveniente dalla Chiesa di Sant'Agostino, dedicata ai “Santi Gregorio Magno Girolamo, Giovanni Battista e Biagio”, che è attualmente conservata presso la Pinacoteca dei Concordi. Il Bartoli (1793) gli riferisce anche la tela con “San Carlo Borromeo in gloria tra due confratelli”, proveniente dalla stessa chiesa e oggi parimente conservata presso la Pinacoteca dei Concordi. La presenza del Santo lombardo circoscrive la datazione necessariamente dopo il 1610, mentre per la prima pala si ipotizza una collocazione cronologica alla prima decade del XVII secolo. Nonostante la rovina, dalle due opere si traggono alcuni caratteri della pittura del Marcabruni: il riferimento ai grandi maestri veneziani (in questo caso Palma il Giovane), un gusto cromatico poco raffinato che verte prevalentemente su toni giallastri, una stentata capacità nel rendere la figura sia dal punto di vista anatomico che da quello di vista emotivo (i personaggi appaiono alquanto ingessati), nonché la limitata abilità ritrattistica. Sul piano tecnico, invece, la stesura è leggera e pastosa e permette di vedere la trama della tela. Un’altra opera entrata nel catalogo del Marcabruni è rappresentata da quel che resta della decorazione a fresco della Cappella della Madonna (ora della Maddalena) nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, datata tra il 1615 e il 1620: quest’opera, in cui il pittore si firma “venetus”, restituisce l’idea di un artista di salda cultura veneta, testimoniata dai rimandi al catalogo di Leandro Bassano e a quello di Palma il Giovane (a quest’ultimo, peraltro, gli affreschi sono stati per lungo tempo ricondotti). Sebbene secondo lo scrivente sia un po’ azzardato, i diversi riferimenti ai grandi maestri della pittura veneziana inducevano S. De Mieri (2012) a ipotizzare che il Marcabruni fosse originario della laguna. Poiché le caratteristiche sin qui delineate sono per la maggior parte presenti anche nel ritratto del Frachetta, è lecito dubitativamente collocare quest’opera nell’ambito della produzione dell’artista rodigino, facendolo figurare come il primo possibile ritratto del suo catalogo. La datazione può seguire la morte dell’umanista polesano, occorsa nel 1619, collocandosi in un periodo in cui – grazie alla riscoperta degli affreschi presso la basilica dei Santi Giovanni e Paolo – si può a buon titolo presumere che il Marcabruni fosse ancora in attività
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730553
  • NUMERO D'INVENTARIO 217
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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