San Francesco di Paola. San Francesco di Paola

dipinto ca 1730 - ca 1740

Pittura a olio su tela

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • ATTRIBUZIONI Piazzetta Giovanni Battista (1683/ 1754)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia dei Concordi
  • LOCALIZZAZIONE Accademia dei Concordi
  • INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele 14, Rovigo (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Bartoli (1793) documenta il dipinto nella quadreria Silvestri come una “delle più diligenti, e ben colorite operazioni” del Piazzetta. Entrato in Pinacoteca nel 1876, l’attribuzione non viene messa in discussione trattandosi di un modello frequente nella bottega già dal quarto decennio del Settecento. Pallucchini (1934; 1946) data il dipinto ante 1740, ovvero prima dello schiarimento della tavolozza operato dal Piazzetta su influenza di Tiepolo. L’artista, tuttavia, come evidenzia Fantelli (1985) mantiene la sua caratteristica volumetria e l’indagine psicologica. L’opera in esame costituisce un esempio delle immagini di santi, filosofi o teste “di fantasia”/“di carattere” tipici della produzione della bottega piazzettesca. Il santo, che regge tra le mani i propri attributi, ovvero il libro della regola e il bastone, volge lo sguardo al cielo, dove campeggia l’iscrizione “Charitas”, avvolto in una cupa atmosfera in cui il chiaroscuro è ottenuto con il digradare delle tonalità brunacee stese con corpose pennellate e la luce intensa e radente contribuisce ad isolare la figura in uno spazio indefinito. Il dipinto è costruito infatti mediante un violento chiaroscuro, dove la luce gioca un ruolo fondamentale sia nel far emergere dal fondo la figura del santo sia nella creazione dei volumi. Il fascio di luce che spiove dall’alto a sinistra mette in risalto lo sguardo ardente di fede e rivolto al cielo del santo, il suo volto dal naso pronunciato, gli occhi infossati, la testa calva, nonché i peli della folta barba bianca che incornicia il viso rischiarandolo con pennellate libere e veloci e facendolo spiccare sul fondale. Forte è l’attenzione alla psicologia del personaggio e alta la qualità pittorica, soprattutto nella resa “soffice” della barba e nello sguardo; lo scorcio della testa di sotto in sù ne sottolinea i tratti popolari che accentuano il trasporto devozionale. Numerosi sono i volti piazzetteschi a cui si può avvicinare la testa rodigina, volti che ripresi con un brusco scorcio dal basso sembrano quasi divenire un motivo patetico-espressivo ricorrente dell’arte piazzettesca della maturità: il S. Giuseppe col Bambino di Praga (Národnì Galerie); il S. Cristoforo di New York (Metropolitan Museum); l’Abramo del Sacrificio d’Isacco di Londra e il S. Pietro attribuito al Chiozzotto (menzionato come suo pendant) della Pinacoteca del Seminario di Rovigo; l’Abramo del Sacrificio di Isacco della Baroda Museum and Picture Gallery); il S. Pietro della collezione Scholz-Forni di Amburgo; il S. Giuseppe della Pinacoteca di Brera e quello della collezione Rampazzo di Padova
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730856
  • NUMERO D'INVENTARIO 272
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Piazzetta Giovanni Battista (1683/ 1754)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1730 - ca 1740

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE