Scipione Clusone con paggio
dipinto,
Robusti Jacopo Detto Tintoretto (1518/ 1594)
1518/ 1594
All'interno di una stanza con un'apertura rettangolare su di un paesaggio, è raffigurata una figura virile con indosso un corsaletto da parata e una spada nel fodero alla cintola. Un paggio, nano, armato di stiletto collocato dietro alla schiena, gli porge l'elmo. Su di un ripiano sono collocate le due manopole. Accanto alla figura virile è raffigurato uno stemma araldico con una iscrizione
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Robusti Jacopo Detto Tintoretto (1518/ 1594)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Spinola di Pellicceria
- INDIRIZZO piazza di Pellicceria 1, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera faceva parte di un nucleo recuperato in Germania da Rodolfo Siviero dopo il secondo conflitto mondiale, il cosiddetto “gruppo Hitler”, formato da capolavori destinati dal Furher ad un costruendo museo di Linz a lui intitolato. Venne assegnata nel 1988 alla Soprintendenza di Genova, e da qui alla Galleria Nazionale della Liguria. La destinazione della tela fu probabilmente suggerita dalla sua collocazione prebellica, in quanto facente già parte della locale collezione Gnecco. Quest’ultima fu tra le realtà più importanti del mercato antiquario genovese e che contribuirono a rivitalizzarlo, soprattutto a partire dagli anni Quaranta – Cinquanta del Novecento. Non si sa in che anni l’opera giunse nella collezione genovese, ma si può ipotizzare che essa vi pervenne dopo il 1915, anno in cui la tela fu presentata alla Ehrich Galleries di New York. L’ubicazione newyorkese è stata segnalata in occasione di un articolo del 1915 di G.F. Hill (“Notes on Italian Medals”, pubblicato sul Burlington Magazine. Vedi bibliografia) su di una medaglia cinquecentesca della Serenissima recante il volto del condottiero veronese Scipione Clusone: il dipinto venne usato dallo studioso come paragone identificativo del soggetto illustrato, senza però entrare nel merito di considerazioni attributive. Il problema sull’identità dell’autore fu affrontato per prima da Paola Rossi che nella sua pubblicazione del 1974 dapprima lo attribuisce alla bottega del maestro veneziano per poi, nella scheda della mostra del 1994, successiva al restauro del 1990, assegnargli la completa paternità dell’opera. Le analisi tecniche compiute durante il restauro, oltre a segnalare la preesistenza di almeno due interventi ottocenteschi, hanno confermato la perfetta consonanza con il fare di Tintoretto, individuata anche nell’uso di una tela “di tipo fiammingo con tramatura molto fitta e regolare”, come riportato successivamente da Pittaluga nel 2009 (vedi bibliografia). Anche sull’identificazione del personaggio, ritratto con un corsaletto da parata brunito a bande incise, mentre prende dalle mani del suo paggio nano la borgognotta crestata con il medesimo ornamento (e sul tavolino accanto sono riposte le due manopole), non vi sono dubbi, poiché l’età indicata nel ritratto risulta coerente con i documenti biografici a disposizione su Scipione Clusone, che lo vedono attivo come capitano colonnello per la repubblica di Venezia tra gli anni Quaranta e Settanta del Cinquecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377383
- NUMERO D'INVENTARIO SBAS 28404
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Spinola di Pellicceria
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Spinola di Pellicceria
- DATA DI COMPILAZIONE 2021
- ISCRIZIONI in alto a destra - IACOMO.TENTO[...]/ FECE. MDCLXI - capitale, minuscolo, maiuscolo - a pennello - italiano
- STEMMI in alto a destra - gentilizio - Stemma - In alto aquila nera bicipite su campo oro, al centro drago nero su campo rosso, in basso bande alternate di verde e argento
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0