Dabis Improbe Poenas
stampa di invenzione
ca 1635 - ca 1650
Della Bella Stefano (cerchia)
1610/ 1664
Personaggi: Mercurio; Satiro
- OGGETTO stampa di invenzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquaforte
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ATTRIBUZIONI
Della Bella Stefano (cerchia)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Incisa entro una cornice decorativa di gusto barocco, la scena raffigura Mercurio – riconoscibile dai suoi attributi tradizionali: caduceo, petaso e talari – nell’atto di afferrare per i capelli un satiro in fuga, che stringe un libro nella mano destra. Il gesto, energico e impetuoso, è accompagnato dal motto, dedotto dall’ "Eneide" di Virgilio, "Dabis, improbe, poenas" (IV, 386), frase pronunciata da Didone contro Enea come maledizione profetica. In questa vignetta, la citazione virgiliana assume un valore morale e satirico: Mercurio, dio dell'eloquenza, diventa il castigatore di un sapere deviante o ingannevole, impersonato dal satiro. La stampa fu infatti eseguita come immagine allegorica destinata al frontespizio del "Commentarius in Hippocratis Coi libellum De alimento" del medico portoghese Estêvão Rodrigues de Castro, pubblicato a Firenze nel 1635. Il satiro allude al principale bersaglio polemico del trattato, sistematicamente attaccato sotto lo pseudonimo di "Satyrus", e identificato da Alessandro Baudi di Vesme in Fortunio Liceti, noto medico e filosofo aristotelico (Baudi di Vesme, 1906). La scena traduce in immagine l’aspra disputa intellettuale e scientifica che opponeva la medicina galenico-ippocratica di de Castro alla posizione più speculativa di Liceti. L’ipotesi dello storico dell’arte risulta rafforzata dal fatto che, come frontespizio delle "Hieroglyphica" di Liceti (1653), venga utilizzata un’immagine - incisa da Giovanni Georgi - dalla medesima iconografia, in quella che potrebbe essere interpretata come una risposta ironica o una rivendicazione visiva da parte dell’autore stesso. L’attribuzione dell’incisione a Stefano della Bella si deve a Baudi di Vesme, che la include nel suo fondamentale repertorio "Le Peintre-Graveur Italien" (1906). L’acquaforte, inoltre, compare nell’ "Inventario generale delle stampe staccate e libri ornati con esse della R. Galleria compilato nel 1779-1782-1783" (Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze, ms. 463/18 1.2.). Sebbene l'inventario non riporti alcuna attribuzione, la descrizione corrisponde puntualmente al foglio in esame, documentandone la presenza e il riconoscimento nel contesto delle collezioni fiorentine di fine Settecento. Pur nella coerenza del soggetto e della struttura decorativa con il linguaggio di della Bella – in special modo nella costruzione dinamica della scena e del cartiglio barocco – la qualità esecutiva dell’incisione lascia supporre che si tratti non di una prova autografa, ma piuttosto di una ristampa successiva, o di un lavoro realizzato da un incisore attivo nella cerchia del maestro fiorentino
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700380677
- NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE.INV. 5496
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Reale di Genova
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Reale di Genova
- ISCRIZIONI Al recto: in fondo: al centro - - 366 - - numeri arabi -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0