altare di Marchetti Ignazio (seconda metà sec. XVIII)

altare,

Altare in legno dorato a tre gradini con decorazioni ispirate al mondo vegetale. Al centro un tabernacolo ad edicola con colonnine scanalate che reggono una cupola su cui svetta un'aquila. Sulla porticina l'Agnello Mistico in bassorilievo

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA legno/ doratura/ intaglio
  • ATTRIBUZIONI Marchetti Ignazio (1715/ 1800)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il prezioso altare, attualmente nella cappella Valeri, è giunto in duomo in seguito alle soppressioni napoleoniche: fino al 1810 era infatti l'altar maggiore della chiesa delle Monache agostiniane di S.Caterina e, come ricordano le fonti ottocentesche (Fondo Moreau..., Cass. 46, XXXI "Chiesa parrocchiale di S.Caterina...", Ms.custodito presso la Bibl. Palatina; Scarabelli Zunti, Materiale..., I, c.131), custodiva la tela rappresentante "S.Caterina in gloria con Maria Santissima, di sotto S.Agostino e S.Monica; dall'altra parte due puttini con il mistero della SS.Trinità" (in Fondo Moreau), dipinta dall'abate Giuseppe Peroni (1710-1776), oggi in Galleria (Sivieri, scheda in Galleria Nazionale di Parma. Il '700, Milano 2000, p. 49, fig. 663). Come afferma successivamente il Donati (1824, p. 26) l'altare del Marchetti ospitò per qualche tempo in cattedrale il quadro con la "B.V., S.Maria Maddalena, S.Ciro martire e varj angeli", giudicato del genovese Giovanni Maria delle Piane (nella nota a margine di Scarabelli al Donati, ed.custodita presso SBAS di Parma e Piacenza) detto il Molinaretto, opera proveniente dall'altrettanto soppressa chiesa del Carmine. Ignazio Marchetti, autore dell'altare, nato a Parma il 4 agosto 1715 (Scarabelli, Documenti..., VII, c. 130 che riporta l'atto di battesimo dell'artista traendolo dai registri del Battesimo del battistero di Parma), bravo intagliatore in legno stipendiato fino al 1796 dalla corte borbonica, è rimasto per lungo tempo quasi dimenticato: fugaci le notizie riportate dallo stesso Scarabelli (Documenti..., VII, c. 130 e sgg.), dal Ronchini (p. 328) e di Guerra-Ghidiglia Quintavalle (pp. 27-28). Feconda e notevole la produzione di questo scultore parmigiano, impegnato in lavori sia di carattere profano che prettamente ecclesiastico (numerosi bassorilievi, cornici eseguite per decorazioni nelle sale del Palazzo del giardino, mobili per il Palazzo ducale di Colorno, etc; per uno studio più approfondito sulla su a attività si vedno Banedra 1927, p. 164, fig. 213 e p. 165, fig. 215; Bertini 1975, pp. 219-224). Il Marchetti si fece portavoce nella seconda metà del '700 di uno stile profondamente naturalistico che lascia via via, come nel nostro caso, il posto a motivi ornamentali più stlizzati ripresi spesso dal repertorio dell'antichità classica o dal Rinascimento. La sua maniera avrà poi una decisa influenza sull'attività degli intagliatori lombardi dell'ultimo scorcio del '700: è il caso dell'Albertolli, allievo per ben dieci anni dell'Accademia di Parma, i cui progetti per mobili e decorazioni di ambienti si ispireranno decisamente alle opere che negli stessi anni il Marchetti e la sua fiorente bottega (Bertini, p. 220) eseguivano per la Corte di Parma, e ciò a riprova del ruolo non secondario giocato dall'ambiente accademico parmense nello sviluppo dello stile neoclassico dell'Italia settentrionale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800134553
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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